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 2015  agosto 04 Martedì calendario

La tragica storia del marocchino di 27 anni morto asfissiato nella valigia in cui si era nascosto, caricata sull’auto del fratello, imbarcata su un ferry della Transmediterranea, partito da Melilla e diretto in Almeria, al sud della Spagna. Ancora un dramma dell’emergenza immigrazione che assedia la fortezza Europa

Non ha avuto la stessa fortuna del piccolo Abou, il bambino di 8 anni della Costa d’Avorio, ritrovato vivo a maggio rannicchiato in un trolley, che una 18enne tentava di passare alla frontiera di Ceuta. N.M. un marocchino di 27 anni è morto asfissiato nella valigia in cui si era nascosto, caricata sull’auto del fratello, imbarcata su un ferry della Transmediterranea, partito da Melilla e diretto in Almeria, al sud della Spagna.
Ancora un dramma dell’emergenza immigrazione che assedia la fortezza Europa. Il corpo senza vita di N.M. è stato ritrovato domenica sera, poche ore dopo il recupero di altri 4 cadaveri di subsahariani, che avevano tentato di raggiungere a nuoto la frontiera nord di Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco.
Mancavano ormai solo venti minuti all’arrivo, dopo la traversata di cinque ore e mezza sul traghetto Sorolla, quando A. M. un cittadino marocchino di 34 anni, con passaporto francese, fratello della vittima, ha potuto finalmente accedere al garage con gli altri passeggeri della Transmediterranea. Si era imbarcato a Melilla alle tre del pomeriggio, nella soffocante canicola d’agosto, con il fratello occultato nella valigia rinchiusa nel bagagliaio dell’auto, dopo aver passato i controlli della polizia di frontiera, dei cani antidroga e le ispezioni dei veicoli, minuziose nel periodo di alta stagione, in piena Operazione Passaggio dello Stretto, quando centinaia di migliaia di immigrati magrebini incrociano Gibilterra, di ritorno per le vacanze nei paesi d’origine. Durante la traversata, A.M. aveva dovuto lasciare la zona del garage, stipata a pieno carico con 330 veicoli, come prevede il regolamento di bordo, e recarsi nell’area passeggeri. «Nessuno può restare nell’autorimessa durante la traversata», spiegano alla Transmediterranea.
TRAPPOLA MORTALE
Quando A.M. ha potuto finalmente raggiungere la sua vettura, il fratello N.M., rinchiuso nella trappola mortale, non respirava più. Il marocchino ha dato l’allarme al personale di bordo, che invano ha tentato di rianimare il clandestino. Allo sbarco sulla costa spagnola, la guardia civile ha certificato la morte del giovane e arrestato il fratello, con l’accusa di omicidio colposo.
Speravano di raggiungere assieme la Francia, per conquistare un pezzo di futuro migliore. A maggio, il piccolo Abou riuscì a salvarsi perché intercettato dal metal detector alla frontiera di Ceuta. Dopo alcune settimane in un centro per minori, Abou è riuscito a riabbracciare la madre e il padre, che è in attesa di giudizio. La sua è una delle poche storie a lieto fine. Dall’inizio dell’anno, una cinquantina di clandestini nascosti fra le ruote di autobus e camion, sono stati intercettati allo sbarco nella penisola spagnola. E ieri, alla barriera di Melilla è stato respinto un nuovo assalto di circa 300 migranti. «La Spagna può servire da modello di successo in Europa per la gestione dei flussi migratori», commenta il direttore della polizia nazionale, Ignacio Cosidò, rispetto all’aumento della pressione migratoria in Francia e Inghilterra. La Ong per i diritti umani, Caminando Fronteiras, denuncia la mancanza di coordinamento nei soccorsi ai migranti nello Stretto di Gibilterra, con 12 morti negli ultimi 3 giorni.