Corriere della Sera, 3 agosto 2015
Il Milan sale sulla bilancia per cercare l’equilibrio perfetto. Ora bisogna distribuire pesi e contrappesi nel cda: si parla di 13 membri, 6 espressione di Berlusconi, 5 di Bee e 2 indipendenti. Ma l’intesa non sarà facile perché anche se il presidente Berlusconi, forte del suo 52%, continuerà ad avere l’ultima parola, il magnate thailandese Taechaubol con il 48% conta naturalmente di dire la sua in tutte le scelte importanti, non solo quelle che riguardano gli aspetti finanziari o la valorizzazione del brand in Asia
Il nuovo Milan è stato concepito in Sardegna sabato notte, quando sono state poste le firme al preaccordo vincolante, ma nascerà ufficialmente a settembre, entro il 30, probabilmente sotto il segno della Bilancia, nel momento in cui avverrà il passaggio delle quote e dei soldi. La bilancia è l’immagine giusta: la definizione dei pesi e contrappesi da distribuire nel cda (che da 9 passa a 13 membri, 6 espressione di Berlusconi, 5 di Bee e 2 indipendenti) è stata argomento di discussione nelle ultime trattative che hanno tracciato la fisionomia della società. E diciamo che di equilibrio per gestire le tante anime del club ne servirà parecchio.
Il presidente resta Silvio Berlusconi, che forte della maggioranza al 52%, continuerà ad avere l’ultima parola, ma il magnate thailandese Bee Taechaubol con il 48% (non ci sono clausole perché la sua partecipazione cresca) sarà vicepresidente e conta naturalmente di dire la sua in tutte le scelte importanti, non solo quelle che riguardano gli aspetti finanziari o la valorizzazione del brand in Asia (anche se poi questo sarà il terreno di maggior interesse per mr Bee che attraverso la quotazione in Borsa sulla piazza di Hong Kong conta di realizzare il suo investimento).
Ma quando entra un socio con una quota così importante è inevitabile che tutti gli altri vedano in parte ridotte le proprie prerogative, e questo capiterà persino a Berlusconi, abituato fin qui a decidere in piena autonomia.
Gli amministratori delegati, che dopo tanti travagli erano riusciti infine a trovare una buona convivenza con una divisione netta delle competenze – Adriano Galliani per la parte sportiva e Barbara Berlusconi per quella commerciale —, vedono aggiungersi una terza figura per il marketing e le attività commerciali extra Europa, un terzo ad espressione di mr Bee che si concentrerà particolarmente sui mercati asiatici, perché è dal potenziamento del brand, dalle scuole calcio, dall’apertura di corner nei centri commerciali di questa parte del mondo che il Milan conta di vedere aumentati considerevolmente i propri ricavi. Insomma, una testa ad Arcore e una a Bangkok, tre paia di braccia al lavoro in prima linea, espressione di tre mondi molto diversi. Funzionerà? La chiave sarà proprio nella divisione delle competenze. E negli equilibri da trovare nel cda: come detto, Berlusconi sceglierà sei consiglieri, con la dovuta attenzione anche a rappresentare tutte le anime del vecchio Milan – che va da Barbara, che nel cda fin qui aveva Antonio Marchesi come alleato, a Galliani, alla stessa Fininvest —, non sempre perfettamente allineate. Ma visto che una certa dialettica ha caratterizzato i rapporti anche prima dell’arrivo di Bee, in società si spera che un equilibrio si possa trovare anche con l’ingresso degli uomini del nuovo socio.
Resta ancora non affrontato il tema dello stadio, potenzialmente divisivo: Barbara illustrerà a Bee a settembre il progetto dell’impianto al Portello a cui tiene particolarmente. Quanto a Galliani – dopo che il ruolo di Nelio Lucas del fondo Doyen è stato limitato —, vedremo se dovrà interfacciarsi con qualcuno degli advisor che mr Bee aveva individuato anche per la parte tecnica. Una cosa è sempre vera: qualche vittoria sul campo potrebbe semplificare il lavoro a tutti e favorire l’integrazione.