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 2014  settembre 25 Giovedì calendario

Vita di Willy Münzenberg

• Wilhelm Münzenberg, detto Willi. Esule in Svizzera con i capi bolscevichi, deputato nella Germania di Weimar, è il protagonista del movimento antifascista internazionale nella Parigi degli anni Trenta.
• A Münzenberg fece capo una costellazione di case editrici e cinematografiche, settimanali, quotidiani e comitati “unitari” da Londra a New York.
• Münzenberg, che fu l’artefice del successo de La corazzata Potëmkin di Ejzenstejn. La presentò in anteprima a Berlino con il regista il 26 ottobre 1926 e poi, aggirando la censura, la fece proiettare attraverso un circuito di sale private e, all’avvento del sonoro, incaricò Edmund Meisel di musicarla.
• Münzenberg, fondatore del Soi, il Soccorso operaio internazionale, negli anni Venti.
• «Il Soi non è una istituzione di partito, né una organizzazione di partito. Al Soi appartengono operai di tutte le tendenze politiche e sindacali. Il Soi concede il suo aiuto e il suo appoggio a ogni operaio che lotti, senza distinguere a quale partito o sindacato egli appartenga» (Willi Münzenberg).
• Münzenberg operava soprattutto nel mondo dei mass media. Fu l’ideatore di AIZ, settimanale con foto che raggiunse una tiratura di 420 mila copie tra 1925 e il 1933.
• Nel maggio del 1940, quando Münzenberg finì in un campo di concentramento nei pressi di Grenoble.
• La sua tomba si trova nel cimitero di Montagne, nella Francia centro-orientale. È la seconda a destra nel viale centrale. Il nome, l’unico non francofono, è scritto senza la dieresi.
• Münzenberg, tozzo e robusto, non grasso, la fronte ampia e i lineamenti marcati. Aveva lo sguardo vivo e parlava il tedesco della Turingia. Non conosceva altre lingue. Fu il capo della propaganda sovietica in Occidente.
• Münzenberg, che fu amico di Albert Einstein, Sigmund Freud e Thomas Mann. Deputato comunista al Reichstag, promotore di circoli, club e convegni in ogni continente. Organizzò comizi in Australia, pubblicò riviste politiche in Giappone, si batté contro il colonialismo in Africa, animò raduni antinazisti a New York.
• Willi Münzenberg nacque in Turingia il 14 agosto del 1889. Il padre Karl era figlio illegittimo di una pastorella e del barone von Seckendorf, rampollo di un’antica famiglia di nobili. Avviato alla carriera militare senza grande successo, Karl lasciò le armi e sposò la figlia di un contadino di Friemar, che gli diede quattro figli: Willi è il più piccolo.
• La madre morì quando Willi non aveva ancora compiuto cinque anni e lui venne cresciuto più dalla sorella che dal padre beone. Aveva una salute fragile e un carattere chiuso, ma una volontà di ferro. Cercava di sfuggire sempre ai compiti che gli venivano affidati.
• Quella volta che il padre di Willi si arrabbiò perché lui non aveva cancellato dalla lampade della taverna il nero lasciato dal fumo e lo picchiò con un bastone, spaccando lui stesso una delle luci.
• Prima della maggiore età, Münzenberg aveva già composto una serie di commediole sul rapporto padre-figlio.
• Nelle osterie, Münzenberg diventò un mago dello skat, popolarissimo gioco di carte reso celebre anche dai romanzi di Remarque e Grass.
• Münzenberg, che frequentava le biblioteche leggendo di tutto.
• Il padre di Willi, ubriaco, si ammazzò sparandosi un colpo in testa mentre puliva una delle sue pistole. Il ragazzo si trasferì dalla sorella, a Gotha, dove frequentò le scuole fino al 1904, anno in cui cominciò a fare il garzone da un barbiere della città.
• La formazione intellettuale di Willi avvenne nel suo paese natale, a Erfurt, dove si ritrasferì con la sorella nel 1905.
• Münzenberg venne assunto nel calzaturificio Lingel. Qui conobbe un operaio iscritto al partito socialdemocratico (Spd), che gli parlò di un’associazione di lavoratori chiamata “Propaganda” e diretta da Georg Schumann. Nel 1907 Willi ne assunse la guida.
• Münzenberg, che non ancora diciottenne diventò popolare quando si scagliò contro le squadre di calcio che distoglievano i giovani dalle battaglie politiche.
• Il 1908, l’anno del primo arresto di Münzenberg.
• Per prendere parte all’adunata del movimento giovanile, a Berlino, nel 1908, inventò la morte di una zia immaginaria per ottenere un permesso dal lavoro. Ma mentre stava raccogliendo delle firme, fu beccato dal padrone che lo licenziò.
• Quella volta che Münzenberg fuggì verso sud-ovest e di notte gli rubarono i vestiti. Arrivò stremato, senza un soldo e con un paio di scarponi grandi, a Heidelberg. Di qui, malato, ripiegò verso casa della sorella.
• Nel 1910 Münzenberg andò in Svizzera. Arrivò a Zurigo all’inizio di luglio. Vagò per un po’ per la Svizzera, poi trovò lavoro presso un farmacista di Zurigo.
• Fritz Brupbacher, psicologo, di simpatie socialiste anarcoidi, sposato a una russa, che scandalizzò la Svizzera con una teoria sul controllo delle nascite, fu amico di Münzenberg.
• Münzenberg, nella primavera del 1911, soggiornò in Italia.
• Le prime due fidanzate di Münzenberg si chiamavano Adele e Fanny, che la sola cacciata in Germania gli impedì di sposare dopo averle dato l’anello di fidanzamento.
• Nonostante il parere negativo del partito, Münzenberg riuscì a essere tra i delegati della Seconda internazionale, il 24 e il 25 novembre 1912, a Basilea. Per l’Italia c’erano Benito Mussolini e Filippo Turati.
• Dal primo gennaio del 1914 Münzenberg si trovò alla guida di una segreteria giovanile socialista del partito.
• Münzenberg, dalla grafia incomprensibile che faceva impazzire tutti i suoi collaboratori.
• A Zurigo e a Berna, nel 1914 Münzenberg si imbatté in Trotsky.
• Karl Radek, amico di Münzenberg, occhialini tondi e pipa, rivoluzionario polacco, brillante giornalista a Brema. In cinque anni diventò segretario del Comintern, prima di farsi espellere dal Partito comunista dell’Unione Sovietica (Pcus) e di finire fucilato in un gulag nel 1939.
• «Quando Lenin si trasferì da Berna a Zurigo nel febbraio del 1916, Münzenberg lo visitò nel suo piccolo appartamento in Spiegelgasse, eternamente permeato dall’odore della fabbrica di salsicce del cortile interno. La Krupskaja cucinava e dopo il pasto rimasero seduti al tavolo della cucina. Lenin catechizzava Münzenberg con pazienza inesauribile, cercando di trasformare il giovane ribelle emotivo in un rivoluzionario marxista consapevole» (Babette Gross, compagna di Münzenberg).
• Il 19 novembre 1917, Münzenberg fu arrestato a Zurigo con l’accusa di essere una spia tedesca, un agente all’opera per strappare una pace separata con Mosca. Due giorni dopo le autorità avanzarono la proposta di espellerlo dal Paese. I compagni scatenarono un’ondata di proteste. Dopo cinque mesi di carcere, Münzenberg fu rilasciato su cauzione e diede alle stampe il Brot, Friede, Freiheit (Pane, pace e libertà), il nuovo periodico dell’Internazionale giovanile. Tra le firme quella di Lenin e di altri capi bolscevichi.
• Münzenberg arrivò a Berlino il 16 dicembre 1918, nel periodo in cui nacque il Partito comunista tedesco (Kpd).
• Nelle feste tra il 1918 e il 1919, a Stoccarda, Münzenberg si prese la polmonite. Tornò in pista il 9 gennaio 1919, quando i suoi compagni occuparono il quotidiano Stuttgard Tagblatt. Preparò appelli e impaginò un foglio rivoluzionario, che chiamò Die Rote Flut (La marea rossa).
• Al quartier generale di Stoccarda, Münzenberg venne svegliato alle cinque del mattino da quattro gendarmi e rinchiuso nel carcere militare di Ulm. Giudicato a rischio evasione, venne trasferito nella prigione di Rottenburg. Qui scrisse il suo primo pamphlet politico, Abbasso Spartaco. Fece cinque mesi di carcere e alla fine uscì con le scuse del giudice.
• All’inizio del 1919, nacquero il Partito comunista tedesco e la Terza Internazionale, detta Comintern, la cui prima assise si celebrò a Mosca nel marzo 1919. Tra le 39 organizzazioni partecipanti anche l’Internazionale giovanile socialista, delegato Willi Münzenberg, che però non vi prese parte perché imprigionato.
• Tornato in libertà, Münzenberg fu eletto segretario del partito comunista del Württemberg e si stabilì definitivamente a Berlino.
• Il 29 novembre del 1919 si tenne il primo Congresso internazionale dell’Internazionale giovanile comunista a Berlino.
• A fine 1919, in uno dei suoi viaggi per stabilire contatti con i movimenti esteri, Münzenberg venne arrestato in Svezia, dove rifiutò di fornire le generalità, e incarcerato per tre settimane.
• Thomas, nome in codice di James Reich, fedelissimo di Trotsky che tutti a Berlino chiamavano “il ciccione”. Münzenberg non lo sopportava.
• Nel 1919 Münzenberg andò per la prima volta a Mosca. Partì nascosto in un porta-abiti che per poco non lo soffocava durante il viaggio. Qui riabbracciò Radek e incontrò Lenin.
• Dopo Mosca, Münzenberg visitò Kiev, dove i giovani comunisti fondarono un “club Münzenberg”. Tornò in Germania con un sacchetto di diamanti nascosto in una cucitura della giacca.
• Nel giugno del 1921 Münzenberg tornò per la seconda volta a Mosca, in occasione del terzo Congresso mondiale del Comintern.
• Münzenberg odiava Mosca: la lingua che non riuscì mai a imparare, il clima, il cibo (aringhe, tè e caviale gli davano la nausea), gli apparati, la rigidità delle direttive. Durante la siccità della primavera e dell’estate del 1921, Lenin gli chiese di costruire un’associazione internazionale operaia per coordinare gli aiuti alle vittime della carestia provenienti dal “proletariato”. Münzenberg tornò a Berlino e mise in piedi il “Comitato estero per l’organizzazione dell’aiuto operaio per le vittime della carestia”, lo Iah.
• La prima nave di aiuti partì il 21 agosto 1921 da Stoccolma diretta a San Pietroburgo. Nei mesi successivi l’operazione si sviluppò su scala mondiale: arrivarono navi da carico dalla Scandinavia, dal Sud Africa, dall’Argentina, dall’Australia, dagli Stati Uniti.
• In Russia Münzenberg diventò un eroe nazionale: gli vennero intitolati numerosi centri di accoglienza per gli orfani e un peschereccio sul Volga; diventò membro onorario del soviet di Pietrogrado.
• Babette Gross, la compagna di Münzenberg, era una ragazza di buona famiglia.
• Il quarto Congresso del Comintern, che si tenne a Pietrogrado e a Mosca dal 5 novembre al 5 dicembre 1923, fu segnato dal crollo fisico di Lenin, che morì un mese e mezzo dopo la fine dell’assise, il 21 gennaio 1924.
• Münzenberg, che girava Berlino a bordo di una Chevrolet Coupé prima e di una limousine Lincoln poi.
• Il partito candidò Münzenberg alle elezioni del 4 maggio 1924, che fu eletto e rimase al Reichstag fino al crollo della Repubblica di Weimar.
• La Neue deutsche Verlag, casa editrice di Münzenberg, pubblicava Aiz, giornale fatto di immagini dalla forte connotazione politica, diretto da Franz Höllering.
• Münzenberg, che aveva capito la forza delle fotografie a scopo di propaganda.
• Nel 1926, Münzenberg rilevò il Welt am Abend, quotidiano socialdemocratico in forte calo di copie. Per la distribuzione fondò un’altra casa editrice, la Kosmosverlag. In pochi mesi la tiratura arrivò a quota 100 mila copie e il giornale diventò il più letto dalla classe operaia.
• La Neue deutsche Verlag pubblicava anche Der Weg der Frau (La via della donna), dedicato all’associazionismo femminile, che arrivò a toccare le 100 mila copie. Su indicazione editoriale di Münzenberg, c’era poca politica: si puntava sulla moda, sui problemi domestici, sullo sport, sull’igiene.
• Münzenberg, che a Pechino aprì una sede dell’Iah. La manifestazione “Giù le mani dalla Cina”, per celebrare l’avvenuta unione tra i proletari dell’Ovest e dell’Est, nell’agosto del 1925, fu un mezzo trionfo.
• Münzenberg nel 1924 diede vita alla Meshrabpom-Russ, con sede nell’Urss, una specie di major sovietica con centinaia di dipendenti e due studi cinematografici. Dal 1924 al 1931 produsse 241 pellicole.
• In Germania Münzenberg fondò la propria casa di produzione, la Prometheus, che nel 1926 fu protagonista dell’importazione de La corazzata Potëmkin, di Sergej Ėjzenštejn. Grazie a Münzenberg, che riuscì ad aggirare la censura, il 29 aprile la pellicola venne proiettata all’Apollotheater, a Berlino, con l’accompagnamento di un’orchestra diretta da Edmund Meisel.
• Nel 1928 nacque la Weltfilm, tramite la quale Münzenberg si assicurò la possibilità di utilizzare bobine e proiettori più piccoli e tecnologicamente più innovativi, in modo da far arrivare le pellicole anche nei villaggi lontani dai grandi centri.
• Münzenberg, che da segretario dell’Iah percepiva 500 marchi al mese. Altri 100 gli arrivavano dal partito che gli rimborsava parte dello stipendio da deputato del Reichstag. Per il resto, non possedeva nemmeno un conto in banca.
• Alla fine del 1927, quando Mosca convocò una comitiva di amici dell’Urss, radunati da Münzenberg, per celebrare il primo decennale della Rivoluzione. Il 7 novembre, una folla di oppositori contestò il regime. La Direzione politica di Stato (Gpu) disperse i manifestanti che agitavano le effigi di Lenin e compagni e perquisì l’hotel Paris, dove alloggiavano Münzenberg e molti delegati occidentali.
• Il rapporto tra Münzenberg e Stalin: i due avevano bisogno di un interprete, visto che uno parlava solo il tedesco e l’altro solo il russo. Con Stalin fissare un appuntamento era più complicato e Münzenberg fece anche lunghi viaggi a vuoto fino a Mosca.
• Il 1928, l’anno in cui cominciò a manifestarsi una frattura tra Münzenberg e lo stalinismo.
• Quando Stalin mise al bando l’ala di Trotsky, reo di aver organizzato un partito illegale antisovietico.
• Nell’autunno del 1929 Münzenberg e la compagna Babette fecero una vacanza sulle sponde del Mar Nero, poi del Caspio e infine nel Caucaso.
• Nel biennio 1929-1930, il movimento di Münzenberg sostenne scioperi oltreoceano, in Ohio e a sostegno dei minatori della Pennsylvania.
• Il 16 ottobre 1932, l’Aiz pubblicò in copertina Hitler, piccolo piccolo, mentre eseguiva il saluto con la mano leggermente all’indietro, sopra le spalle. Un gigantesco borghese di cui si vedeva solo il tronco gli allungava un pacco di banconote. Sopra, la scritta: «Il senso del saluto hitleriano: un piccolo uomo chiede grandi regali».
• Joseph Paul Goebbels, un tedesco secco e bruno, reso zoppo da un intervento mal riuscito al femore sinistro, figlio di un capo operaio e di otto anni più giovane di Münzenberg. Era il capo della propaganda nazionalsocialista.
• Münzenberg, che negli anni Trenta iniziò a soffrire di una violenta ulcera.
• Nell’agosto del 1932 Münzenberg organizzò un meeting ad Amsterdam che radunava il meglio delle iniziative di “guerra alla guerra imperialista”. Il convegno iniziò il 27 e il 28 agosto: presenti 79 organizzazioni pacifiste, 151 sigle di vario titolo, 190 unioni sindacali, 11 rappresentanti industriali, per un totale di 2.195 delegati da 29 paesi. Arrivarono le felicitazioni di Albert Einstein e Sigmund Freud e nacque il “Comitato contro la guerra e il fascismo”.
• Un mese prima, nel luglio del 1932, il partito nazionalsocialista risultò il primo della Germania alle elezioni del Reichstag: col 37,8% dei consensi Hitler e i suoi conquistarono 230 seggi.
• Il 30 gennaio del 1933 Hitler ottenne l’incarico di formare il governo. Nelle ore del giuramento Münzenberg lasciò la sua abitazione e si rifugiò in un covo clandestino a Berlino.
• Il 26 febbraio 1933, domenica, Münzenberg evitò l’arresto per un soffio. Il giorno dopo, alle 21.15, venne dato alle fiamme il palazzo del Reichstag di Berlino. Il 28 Münzenberg fuggì insieme con l’autista e Babette. Il 2 marzo, il quotidiano ufficiale della Nsdap, Völkischer Beobachter, mise di fatto una taglia sulla testa del fuggitivo, indicandolo esplicitamente come agitatore e terrorista comunista.
• Münzenberg ripiegò su Parigi, dove nel 1932 aveva già esportato il “Comitato contro la guerra e il fascismo”.
• A Parigi, Münzenberg diede vita al “Comitato per le vittime del fascismo tedesco”, che si trasformò in pochi mesi nel fulcro della propaganda antinazista europea. Vi aderirono Albert Einstein e il laburista inglese Lord Marley, con la regia di Louis Gibarti.
• Il Libro bruno sull’incendio del Reichstag, il più clamoroso successo mediatico, editoriale e politico di Münzenberg: un volume tascabile in cui verità e fantasia si mescolavano formulando un’accusa delle responsabilità dei nazionalsocialisti sul rogo.
• «Nel giro di poche settimane il Libro bruno fu tradotto in diciassette lingue e circolava in milioni di copie. Divenne la bibbia della crociata antifascista» (Arthur Koestler).
• Sui giornali hitleriani Münzenberg viene dipinto come un pericoloso agitatore comunista e spuntarono ascendenze ebraiche inventate e una falsa condanna per frode.
• Nel febbraio del 1934 Münzenberg si concesse una breve vacanza in Costa Azzurra, interrotta dalle notizie provenienti dalla Germania: arresto e fucilazione di quel che rimaneva del Kpd. Poco tempo dopo Münzenberg andò in America.
• Il 1° dicembre 1934 venne ucciso in Russia Sergej Kirov: con questo omicidio gli storici datano il momento iniziale del biennio delle purghe staliniane, con le quali il dittatore eliminò decine di migliaia di presunti oppositori nel partito.
• Tra la fine del 1934 e l’inizio del 1935 Münzenberg visitò due volte la Spagna. In questo periodo si ammalò di appendicite e fu operato dal dottor Rouques, in una clinica privata parigina.
• Nel 1935 Münzenberg tornò a Mosca.
• Il 6 febbraio 1936 Münzenberg radunò all’Hotel Lutetia di Parigi il “Comitato per la fondazione del fronte popolare tedesco”. Si contarono 118 partecipanti, tra cui Heinrich e Klaus Mann, fratello e figlio di Thomas.
• Arthur Koestler descriveva così Münzenberg: «Quando lo incontrai aveva quarantaquattro anni – un uomo piuttosto basso, quadrato, tozzo, con l’ossatura grossa e le spalle possenti, e si aveva la sensazione che scontrarsi con lui sarebbe stato come andare contro un rullo compressore. Il suo volto aveva la vigorosa semplicità di un’incisione in legno, ma aveva una cordialità di fondo. Il suo spiccato e gradevole dialetto della Turingia, e i suoi modi semplici e diretti addolcivano ulteriormente il potente impatto della sua personalità. Era un oratore pubblico irresistibile, demagogico e infuocato, e un conduttore nato di uomini».
• Nel 1936 Münzenberg fondò un nuovo movimento per la pace, il Rassemblement Universel pour la Paix (Rup), con quartier generale in Rue de Bourgogne, vicino alla Camera. Il segretario, Lord Robert Cecil, l’anno dopo sarà insignito del premio Nobel per la pace.
• Nell’ottobre del 1936 Münzenberg tornò a Mosca con Babette, in pieno clima della Grande purga.
• Palmiro Togliatti, che durante la guerra di Spagna si muoveva sotto lo pseudonimo di Ercole Ercoli.
• Tornato a Parigi, Münzenberg non mise più piede a Mosca.
• Nell’autunno del 1937 il partito preparò l’assalto contro Münzenberg, accusandolo di dialogo coi circoli borghesi. Tempo prima, il 14 luglio 1937, Münzenberg aveva scritto una lettera direttamente a Stalin, in cui riassumeva il senso e la storia del proprio impegno.
• A metà dell’ottobre del 1938 apparve in Germania un periodico chiamato Die Zukunft (Il futuro), edito in Francia e distribuito clandestinamente nel Reich. Il primo numero era datato 12 ottobre: Münzenberg aveva rotto pubblicamente con il comunismo ed era uno dei più celebri politici tedeschi in esilio.
• Negli ultimi tempi Münzenberg agì soprattutto come editorialista. Dalla fine del 1939 i suoi articoli erano sempre più assidui: si trattava di editoriali che segnavano pubblicamente la rottura con Mosca.
• Un rapporto della polizia di Hitler indicava nel 1939 Münzenberg tra i capi occulti del Partito della libertà tedesco.
• L’ultimo incontro tra Münzenberg e Babette, allo stadio di Colombes. Poi lei finì nel campo di Gurs, sui Pirenei, lui venne smistato a Chambaran, a sud-est di Lione.
• Da Chambaran in poi, di Münzenberg si persero le tracce, fino al ritrovamento del suo cadavere ai piedi di una quercia del bosco nei pressi di Montagne, un borgo vicino a Saint Marcellin, il 17 ottobre 1940.
• Il cadavere di Münzenberg fu ritrovato dal cane di due contadini del posto, due ragazzi, Georges Argoud e Victor Gobertier.
• Münzenberg, che quando fu ritrovato indossava pantaloni, calzette bianche, scarpe da militare, bretelle, camicia bianca, una vecchia giacca con un astuccio contenente gli occhiali e un cappello comprato da “Leon”, al 95 degli Champs Elysées.
• Nel portafoglio c’erano la carta d’identità, la tessera del Pen club, una carta dell’Istituto di storia dell’emigrazione politica contemporanea, una cartolina spedita da Babette il 18 giugno dal campo di Gurs, un certificato medico con la diagnosi di un’ulcera allo stomaco e due attestati di decadimento dalla cittadinanza tedesca.
• Il medico legale archiviò la morte di Münzenberg come suicidio.
Notizie tratte da: Martino Cervo, Willi Münzenberg, il megafono di Stalin. Vita del capo della propaganda comunista in Occidente, Cantagalli Siena 2013, pp. 112, 12 euro.