Notizie tratte da: Il mullah Omar (Marsilio 2011) , 30 luglio 2015
Ritratto del mullah Omar tratto dal libro di Massimo Fini. Storia di un uomo singolare, riservato, di poche parole, timido, quasi umile e anche per questo adorato dai suoi, che inizia con un ragazzo diciottenne che si batte contro l’invasore
Paglia e fango Figlio di un bracciante, Omar nasce nel 1962 a Zadeh, villaggio di capanne di paglia e fango a una ventina di chilometri da Kandahar.
Benda nera Porta una benda nera sull’occhio destro: nel 1989, a 27 anni, combattendo contro i sovietici ai confini col Pakistan, le schegge di una granata lo raggiunsero in volto facendogli fuoriuscire l’occhio dall’orbita; secondo la leggenda se lo strappò da solo, si ricucì le palpebre e tornò a combattere.
I signori della guerra/1 Nel 1992 inizia la guerra civile fra i “signori della guerra”. «Il più terribile d’aspetto è il generale uzbeko Rashid Dostum, un enorme orso peloso, sanguinario, una sorta di mangiafuoco dal ghigno satanico. Si racconta che un prigioniero portato al suo cospetto morì d’infarto al solo vederlo».
I signori della guerra/2 Il giornalista pachistano Ahmed Rashid, esperto di questioni afgane: «I signori della guerra si impadroniscono di case e fattorie, buttano fuori gli occupanti e le cedono ai loro sostenitori. I comandanti piegano la popolazione a ogni abuso, sequestrano ragazze e ragazzi per il proprio piacere, derubano i mercanti nei bazar... Un camionista per attraversare l’Afghanistan deve passare almeno venti posti di blocco, con relative taglie».
Gli amici di Omar Omar e tre amici d’infanzia, Hassan, Ghaus, Mohammed e Rabbani, decidono che devono fare qualcosa contro le prepotenze dei mujaeddin. Quando un comandante rapisce due ragazze per farle violentare ai suoi uomini, Omar e i suoi amici, con un trentina di giovani di cui solo la metà armata di vecchi fucili, libera le ragazze, sconfigge i banditi, e ne fa impiccare il capo a una cisterna nella piazza del paese.
I Talebani Nella primavera del ’94 si aggregano al gruppo di Omar moltissimi giovani. Omar e i suoi decidono di definirsi Talebani. Nasce il movimento che ha per scopo «riportare la pace nel Paese cacciando i signori della guerra».
Province I talebani, che hanno tra i 14 e 28 anni, tre mesi dopo la loro nascita sono padroni di 12 delle 31 province dell’Afghanistan.
Kabul Il 26 settembre 1996 Talebani entrano a Kabul e non la lasceranno più fino all’intervento americano dell’autunno del 2001. Il Mullah Omar ha 34 anni.
Evirato Conquistata Kabul il Mullah Omar fa catturare l’ex presidente Naiisbullah, principale collaborazionista dei sovietici: Naiisbullah viene evirato e poi finito con un colpo di pistola.
Kandahar Mentre il governo talebano si insedia a Kabul, Omar si trasferisce a Kandahar.
Ritratto di Omar Chi l’ha conosciuto descrive Omar come un uomo alto quasi due metri e ben piantato, di poche parole, riservato, timido, quasi umile. Per sua stessa ammissione non ha mai messo piede su un aereo. È stato due sole volte a Kabul, città che non ama perché troppo moderna per i suoi gusti. Di lui esistono solo tre o quattro fotografie, peraltro tutte dubbie tranne quella che lo ritrae all’età di circa 30 anni quando ha già perso l’occhio destro. Nonostante la menomazione è un bel ragazzo.
Promemoria Con i comandanti militari (è ancora in corso la guerra contro i “signori della guerra” Massud e Dostum) Omar comunica via radiotelefono, per i messaggi meno impegnativi (istruzioni a un governatore, concessioni di permessi ecc.) si serve di quelli che chiama promemoria, biglietti scritti a mano su pacchetti di sigarette o carta da pacchi che affida poi ai suoi segretari per la consegna. Solo più avanti si arriverà ai block notes.
Tre mogli Omar ha tre mogli e cinque figli. La prima e la terza sono originarie di Urozgan, mentre la seconda, Giuliana, sposata giovanissima nel 1995, è di Singesar. «È un falso occidentale che Omar abbia sposato una figlia di Bin Laden e Osama una di Omar, per rendere più stretti i loro legami».
«Piccolo uomo» I rapporti tra il Mullah e il Califfo saudita ci sono ma «sono rapporti di reciproca utilità e basta. Tra l’altro Omar non ha una grande considerazione di Bin Laden, lo definisce un “piccolo uomo”».
Sharia Nella loro avanzata i Talebani riportano «l’ordine e la legge nel paese, sia pur un duro ordine e una dura legge, la sharia».
Hijab «Omar impone in tutto il Paese un’interpretazione rigidissima della sharia, la legge islamica, ma non nei termini così estremi descritti in Occidente Le donne devono portare lo hijab, il velo islamico, che copre la testa, i capelli e le orecchie, non il burqa (che, peraltro, non è un’invenzione talebana ma una tradizione antichissima che riguarda vaste aree dell’Asia centrale e del Medio oriente, lo Yemen, per esempio)».
Shikeba Shikeba, 25 anni, al Corriere della Sera: «Ricordo ancora gli anni in cui i mujaeddin governavano Kabul. Ricordo le bombe, i saccheggi, gli stupri. Che volete che ci importi del burqa? Sarà un altro incubo. Combattevano giorno e notte i signori di Kabul. Uno contro l’altro a tirarsi granate fra le case della gente. Criminali come i talebani. Non credete che i mujaeddin fossero migliori».
Adulterio «L’adulterio era punito con la pena capitale, lapidazione per la donna, fustigazione a morte per l’uomo, come in Iran e Arabia Saudita. Ma esecuzioni di questo genere, forse proprio per il terrore che i Talebani risucirono a incutere, furono rare».
Mani mozzate I Talebani, inflessibili coi corrotti e i banditi. Ai primi tagliavano la mano destra o entrambe, e, nei, casi più gravi, mozzavano anche un piede. Queste esecuzioni, in genere, avvenivano nello stadio di Kabul.
Criminalità Gino Strada sull’Afghanistan talebano: «Non c’era criminalità. Si poteva girare tranquilli anche di notte. Per un occidentale non c’erano problemi. Gli afgani dovevano rispettare certe regole. C’era la seccatura del “Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio” che li fermava se non avevano la barba della giusta misura, li ammoniva o gli gridava dietro. Qualche volta volavano anche delle botte. Ma era raro».
Caccole «Gli afgani sono strana gente, possono essere signorili o rozzissimi, tipi che si scaccolano o si puliscono i piedi davanti a te, non per scortesia o disprezzo, ma perché sono abituati così» (Gino Strada).
Televisori distrutti Fin dai primi mesi il Mullah Omar fa distruggere materialmente tutti gli apparecchi televisivi. Vieta audiovisivi, videogiochi, videocassette, gli abiti occidentali, la musica, il gioco degli aquiloni. Vieta anche Internet, il cui uso riserva solo per sé.
Medioevo sostenibile Il sogno del Mullah Omar «è ben rappresentato dall’affresco che si fece dipingere su una delle pareti della sua camera da letto: un grande prato verde, fiorito, attraversato da un’autostrada, con sullo sfondo alcune rade ciminiere. Un’Arcadia appena ritoccata. Omar pensa a una sorta di “Medioevo sostenibile” cotrapposto al nostro “Sviluppo sostenibile” dove la necessaria immissione di alcuni elementi della modernità non deve essere tale da stravolgere la natura di una società regolata sul piano del costume e del diritto di famiglia da leggi arcaiche risalenti al VII secolo arabo-musulmano». Di qui l’opposione a tv, videogiochi ecc. che farebbero penetrare in Afghanistan la nostra mentalità e i nostri stili di vita.
Emma Bonino e le “verghe sacre” «Nel settembre del 1997 Emma Bonino, commissario dell’Unione Europea, chiese di visitare l’Afghanistan. I Talebani non avevano alcun obbligo di farla entrare poiché la Ue non riconosceva il loro governo. Tuttavia le diedero il visto e la trattarono con gentilezza e cortesia come hanno sempre fatto con gli ospiti, anche durante il periodo drammatico dell’aggressione Usa dell’ottobre 2001, e com’è nella tradizione afgana. Emma poté visitare l’Afghanistan e vedere tutto quello che voleva. Il 28 settembre, seguita da un codazzo di 19 persone, fra delegati Ue, giornalisti, fotografi e cameramen, entrò in un ospedale di Kabul e si diresse dritta e di filato nel reparto femminile dove i fotografi cominciarono a fare i loro scatti e i cameramen a filmare. Un atteggiamento estremamente sciocco perché nella cultura islamica la riproduzione della figura umana è, in linea di massima, vietata. Basta guardare un tappeto persiano; è ornato con elementi vegetali, con animali, con pesci, ma non ci sono figure umane. E questo valeva tanto di più nell’Afghanistan talebano. Del resto anche da noi non si possono fotografare o filmare i degenti senza il loro consenso o l’autorizzazione dei dirigenti dell’ospedale. Arrivò il “Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio”, acchiappò la Bonino e gli altri e li portò al primo posto di polizia. Per un reato del genere era prevista la fustigazione con le “verghe sacre”. Alla Bonino fu spiegato come andavano le cose da quelle parti e poco dopo fu rilasciata dai funzionari. Avrebbero fatto meglio a fustigarla. Con le “verghe sacre, naturalmente”. Forse avrebbe capito (…) che anche la sensibilità e i costumi degli altri meritano rispetto. Lei invece ne volle fare un caso internazionale e, tornata a Bruxelles, ottenne che la Ue tagliasse i fondi umanitari per l’Afghanistan».
Papavero Nel 2000 il Mullah Omar decide di bloccare la coltivazione del papavero.
Budda Agli inizi di marzo 2001 Omar fa abbattere a cannonate due colossali Budda, alti 50 e 35 metri, incastonati tra le rocce delle montagne che sovrastano Bamivan, forgiati nel secondo secolo dopo Cristo.
Torri gemelle Dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre, gli Stati Uniti chiedono l’estradizione di Bin Laden al governo talebano, che però vuole prove che lo sceicco sia effettivamente il mandante degli attentati. Gli americani rispondono: «Le prove le abbiamo date ai nostri alleati». Il governo afgano si rifiuta di estradare Bin Laden.
Viveri Gli americani in contemporanea coi bombardamenti lanciano con i loro aerei decine di migliaia di razioni di viveri per aiutare la popolazione afgana. Uno dei pacchi colpisce la casupola di una vecchietta, uccidendola sul colpo. Gli americani lanciano anche, in sacchi gialli, dei volantini di propaganda. Un paio di questi sacchi colpiscono in pieno, nella zona del pube, due ragazzine adolescenti, rovinandole per sempre.
Rifugi Durante gli attacchi americani, Omar la notte cambia rifugio ogni tre ore. Praticamente non dorme.
Taglia Sulla testa di Omar pende una taglia di 25 milioni di dollari, la stessa di Bin Laden.
Errori americani Una volta gli aerei Usa inquadrarono degli uomini che in mezzo a una gran folla sparavano in aria coi kalashnikov. Li presero per talebani che si stavano esercitando e rasero a terra il gruppo. «Era un matrimonio. Gli americani non sapevano che fra gli afgani c’è l’abitudine, in queste occasioni, di festeggiare sparando in aria. Hanno ucciso, oltre agli sposi, adulti, vecchi, donne, bambini».
Attacchi aerei 1 Nel 2006 si arrivò a contare fino a 750 attacchi aerei in un solo mese.
Attacchi aerei 2 Un rapporto Onu del 2009: «I raid aerei sono la principale causa delle vittime civili in Afganistan». Il 40 per cento dei ricoverati in ospedale sono bambini al di sotto dei 14 anni.
Asino Karzai, presidente ad interim dal 2002, uomo della Cia, in Afghanistan non gode di alcun prestigio: quando i mujaeddin si battevano contro gli invasori sovietici e nel periodo della guerra fra i Talebani e gli stessi mujaeddin, faceva affari con gli americani. La popolazione, giocando sul suo nome, lo chiama Harzai (nella lingua locale har significa asino).
Popolazione locale 1 Alla fine del 2008 i Talebani, grazie all’appoggio della popolazione locale che non ne poteva più degli stranieri, controllavano il 72 per cento del territorio afgano.
Popolazione locale 2 Ormai tutti in Afghanistan (gente della campagna e persone colte della città, pashtun, tagiki, hazara, uzbeki) vogliono la cacciata delle truppe straniere, per varie ragioni: «Il crescente disappunto per il fatto che i miliardi di dollari di aiuti occidentali sembrano finire soprattutto nelle tasche dei consulenti stranieri e dei politici locali, la rabbia e l’umiliazione causata dall’arroganza dei soldati stranieri, ma soprattutto la disperazione per le continue vittime civili a causa degli attacchi aerei degli Stati Uniti» (il giornalista inglese Jonathan Steele in un recente reportage).
Gli effetti dell’invasione straniera Kabul, all’epoca talebana, aveva un milione e 200 mila abitanti. Nel 2006 quattro milioni e seicentomila. Oggi cinque milioni e mezzo. La disoccupazione nel 2000 era all’8 per cento, oggi mediamente è al 40 ma in alcune regioni raggiunge l’80. La vita è rincarata a livelli insostenibili per gli afgani. Cecilia Strada: «Gli occidentali sono in grado di pagare mille dollari per un affitto, l’afgano che ne pagava cento è costretto a lasciare la sua casa».
Aiuti Buona parte degli aiuti occidentali finiscono nelle tasche di Karzai, di suo fratello Mahmoud, noto trafficante di droga, dei ministri, dei funzionari ecc.
Bustarelle La polizia è corrottissima. Si calcola che ogni famiglia sia costretta a pagare annualmente circa 100 dollari in bustarelle a diverso titolo (in Afghanistan il 42 per cento della popolazione guadagna 14 dollari al mese).
Oppio L’Afghanistan produce oggi il 93 per cento dell’oppio mondiale.
Burqa 1 «Le donne afgane continuano a portare il burqa. Nessuno è riuscito a convincerle che è più libero e più dignitoso sculare in tanga».
Burqa 2 Per confezionare un burqa una famiglia afgana ci mette una giornata. Ma adesso sono arrivati i cinesi, che ci mettono pochi minuti e lo vendono a prezzi più bassi.
Aga Khan L’Aga Khan ha costruito a Kabul un mega albergo a cinque stelle, costato 36 milioni di dollari, le cui camere vanno dai 200 ai 1000 dollari.
Italia La «missione di pace» in Afghanistan costa all’Italia 68 milioni di euro al mese, circa 750 milioni l’anno.
104 mesi L’8 giugno 2010 la guerra in Afghanistan ha raggiunto i 104 mesi di durata, uno in più di quella del Vietnam.
Vittime civili Secondo le stime approssimative di alcuni Istituti internazionali le vittime civili afgane dovrebbero aggirarsi intorno alle 60 mila. I caduti talebani oscillerebbero fra i 30 e 35 milioni.
Nascondiglio Il mullah Omar, che più volte, in questi anni, è stato dato per catturato o per malato o per morto, si nasconderebbe nelle aree tribali al confini tra Pakistan e Afghanistan, su montagne altissime e impenetrabili perché le valli sono così strette che l’aviazione non ci può entrare.