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 2015  luglio 30 Giovedì calendario

Le strane liti del calcio estivo. La moglie di Benitez attacca Mourinho: «Perché chiamano sempre mio marito al posto di Mourinho? Forse per aggiustare i casini che combina». Lo Special One risponde a tono: «Quando è venuto dopo di me in sei mesi Benitez ha distrutto l’Inter. La signora pensi piuttosto a far dimagrire il marito»

Ebbene sì, la pancia è un problema. Nel calcio si nota anche se sei l’allenatore o fai il tifoso. Prendi quella di Benitez. Già provata da ripetuti attacchi, ieri ha dovuto sopportare anche i graffi di Mourinho che istigato dalla moglie di Rafa si è presentato con le unghie affilate e col centimetro da sarto in mano. La signora Montserrat aveva detto: «Perché chiamano sempre mio marito al posto di Mourinho? Forse per aggiustare i casini che combina». Mourinho ha preso la palla al balzo dando della disinformata alla moglie e del “ciccione” al marito: «Benitez ha preso il posto di Di Matteo al Chelsea e di Ancelotti al Real, non il mio, quando è venuto dopo di me in sei mesi ha distrutto l’Inter. La signora pensi piuttosto a far dimagrire il marito». Un po’ se l’è cercata. La pancia è facile da attaccare e difficile da staccare. Spesso fa colore (per questo De Laurentiis non ha mai avuto nulla da ridire?). Anni fa a un innocuo e appassionato supporter atalantino che saltava sulla tribuna del Flaminio la curva romanista dedicò un coro: «Mettete a sede, ciccione, mettete a sede!». Lo sport è per sua natura spietato, taglia in due, massa magra e massa grassa sono parenti alla lontana. Benitez sa di pesare troppo. Al Liverpool cercò di tornare a più miti circonferenze: quando se ne andò aveva buttato giù appena tre etti. I tifosi del Real a lui più ostili hanno messo al volo il dito nella piaga (o nella piega): «Deve dimagrire per fare il nostro coach». Oppure evangelicamente: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che Benitez dalla porta dello spogliatoio del Bernabeu». Seguono altre amenità. Perez aveva acceso la miccia mettendo sulla bilancia l’opzione della dieta. Sembrava una battuta, è diventato un diktat: «Certo Rafa non è proprio una silfide». Era questo il succo dell’osservazione di Florentino. Ne va dell’immagine di un club? Secondo qualcuno sì, soprattutto se il Barcellona ottiene il triplete grazie a un personaggio filiforme, frequentatore dell’Ironman, che fa del suo 4% di massa grassa il passaporto estetico e culturale della sua seconda vita calcistica (Luis Enrique). Benitez ha voluto la bicicletta e si è ritrovato su una cyclette. Gli toccherà pedalare fasciato di pellicola trasparente, sognando come Mimmo Craig in un vecchio carosello che la pancia non ci sia più (Mimmo chi?). Gli toccherà sudare in silenzio mentre elabora un piano per placare l’ira di Ronaldo, che pare non abbia alcuna voglia di giocare da centravanti nel 4-2-3-1 che il nuovo tecnico merengue, abolite le meringhe dal menu, vorrebbe schierare: «Mou? Parlo solo di calcio». Ma intanto, dicono, già mangia meno, di nascosto.