il Fatto Quotidiano, 30 luglio 2015
Per l’Oscar della più grossa idiozia del prossimo campionato, concorrono ex aequo l’inno di Giovanni Allevi “O Generosa!” e la proposta di montare teche di vetro per proteggere i monumenti romani in occasione delle gare internazionali di Roma e Lazio. Ma state tranquilli, fra poco tornano gli zingari e il calcioscommesse. E hanno pronto anche l’inno adatto: “La società dei magnaccioni”
Per l’Oscar della più grossa idiozia del prossimo campionato, concorrono ex aequo l’inno di Giovanni Allevi O Generosa! e la proposta di montare teche di vetro per proteggere i monumenti romani in occasione delle gare internazionali di Roma e Lazio. Prima di scendere nei dettagli ricordiamo ai più distratti che lo sputtanamento del mondo del calcio è inferiore solo al debito della Grecia e che gli attuali gestori del business pallonaro hanno le sembianze, per dire, di Tavecchio, Lotito, Ferrero, Galliani, De Laurentiis, e ci fermiamo qui per non turbare le persone troppo impressionabili. Va premesso che il maestro Allevi non ha nessuna colpa se il presidente della Lega Calcio, Beretta (quello che secondo Lotito “non conta niente”, e lui concorda) è convinto che negli stadi, prima di ogni partita tutti saranno lieti di cantare a squarciagola parole come: “Victori gloria, cum humanitate semper movetur cor eius”. Versi che secondo l’Inutile “daranno ai tifosi una grande energia positiva” (sì, soprattutto agli amici di Genni ‘a Carogna). Mentre chi ha concepito l’idea di proteggere il Colosseo o la Fontana di Trevi dentro apposite teche di vetro è da sottoporre d’urgenza all’antidoping, a meno che non pensasse di partecipare a una puntata pischedelica di Zelig. Tranquilli, fra poco tornano gli zingari e il calcioscommesse. È hanno pronto anche l’inno adatto: La società dei magnaccioni.