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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

Polemiche radicali. Pannella vs Bonino. Dopo 40 anni di lotte insieme il leader di partito accusa la sua compagna di una vita di pensare solo al jet set, la rimprovera di non farsi più vedere, di non consultarsi, di – per usare parole sue – «farsi i cazzi suoi. Ha il tumore? Io ne ho due eppure sono qui». Lei dal canto suo fa sapere di essere addolorata ma «Non cado nella trappola delle polemiche, dei gossip»

«Ero affezionato. Certo che ero affezionato a Emma Bonino. Anche perché ci credevo anche». Marco Pannella parla dell’ex ministro degli Esteri al passato. Si lascia andare al ricordi, a quando la scovò giovanissima su segnalazione di Adele Faccio. «Era brava, bravissima nei contatti. È brava», dice il leader radicale.
Pannella, oggi però lei caccia la Bonino dal partito?
«Ho detto che lei si comporta come se fosse fuori dal partito. Perché non la vediamo, non viene, non si consulta. Si è messa formalmente e istituzionalmente fuori. Detto brutalmente si fa i cazzi suoi. Ma io non espello nessuno, il Partito radicale non ha mai buttato fuori nessuno. Figuriamoci se lo faccio io con Emma. Comunque decida lei se sta ancora con i radicali o se è fuori. Ma è chiaro che non si sta in un partito come il nostro per corrispondenza ».
Ma per una coppia che negli 40 ultimi anni ha segnato la vita del paese la rottura è clamorosa.
«Noi l’abbiamo sempre fatta nominare. Da 30 anni abbiamo preferito dare il suo nome, invece, per esempio, del mio, e le abbiamo data fiducia per rappresentare le posizioni del partito. Ma lei da un po’ non ha nessun contatto umano e politico con noi. Non viene mai alle riunioni che facciamo sempre a mezzogiorno. Allora io dico che lei si comporta come se si fosse dimessa dal partito».
Ha messo sotto accusa la reazione della Bonino alla sua estromissione dal governo. Avete fatto un comizio insieme...
«Anche in quelle occasione abbiamo detto cose diverse. Io ho protestato, mi sono incazzato. Lei no».
Ma come doveva protestare?
«C’era un accordo politico in cui lei rappresentava il partito e per questo aveva il ministero. Le comunicano che non è più ministro e lei non dice una parola di critica contro questo comportamento, questo malcostume, che faceva fuori il partito e lei. Sa cosa vuol dire questo? Che ha scelto il basso profilo per rimanere nel jet set della politica».
Lei parla di contatto umano. Adesso c’è un problema di rapporto personale?
«Per me no. Lavoro e vivo con lei da 30 anni e ne ho viste di tutti i colori. E ripeto che noi l’abbiamo candidata ovunque».
Sembra un’accusa di ingratitudine...
«La gratitudine non è un dovere. Ma bisogna tenere conto che dal suo partito ha avuto sempre tanti incarichi e ha una responsabilità politica verso di noi».
Ma una telefonata...
«Una telefonatina non cambierà la situazione. Posso farla, ma sono sicuro che non la troverei. Anche queste parole che scambio con lei sono un appello. E non è il primo che resterà inascoltato. Ma forse ha smesso d avere bisogno di me».
In tutto questo possono avere un ruolo le malattie che state affrontando. Ci sono due modi diversi di reagire al tumore?
«Lo escludo in maniera assoluta. Questo non c’entra. Lei ha un tumore, io ne ho due e ho qualche anno in più. Ma è vero che abbiamo reagito in maniere diverse. Io sto qui, mi occupo del partito e delle sue idee. Lei fa il giro del mondo.»
Non è che avete litigato per Papa Francesco. Magari c’è aria di una sua conversione?
«Si la conversione c’è, ma quella del Papa. Del resto si dice che Francesco sia comunista o radicale».
Emma chiese a Francesco di convincerla a sospendere lo sciopero della sete...
«Non credo che lei abbia rapporti maggiori con Francesco di quelli che ho io».
Silvio Buzzanca

*****

«Non è un momento felice, evidente... Sono addolorata, ma non parlo». Emma Bonino deglutisce, piccola pausa, breve reazione. L’ipotesi dell’espulsione? Una cosa che non sta né in cielo né in terra perché nel dna dei Radicali c’è l’inclusione, c’è “nessuno tocchi Caino” addirittura, figuriamoci se si espelle chi ha fondato la galassia del partito e delle associazioni. Altra pausa: «Ma mi fa male lo stesso...».
L’attacco di Marco Pannella – di colui a cui Emma Bonino è legata da una storia politica avventurosa e unica forse nel panorama europeo e che attraversa la battaglia per i diritti civili in Italia – brucia. Marco è ingeneroso: è il pensiero di Emma, si è aperta una ferita proprio mentre la sua salute migliora, ma è sempre in bilico. Da gennaio Bonino lotta contro un tumore al polmone che ha voluto rendere pubblico a Radio Radicale per gridare a se stessa, e a tutti coloro che attraversano la stessa difficoltà: «Io non sono la mia malattia». Ma lunedì alla radio non è voluta intervenire. Aveva sentito le parole di Pannella nella conversazione con Bordin, la sera prima. Agli amici aveva annunciato: «Non sarò alla conferenza in Senato organizzata dai radicali per la codificazione del diritto umano alla conoscenza». E poi, minimizzando: «Da Marco le solite cose...». Né è andata ieri alla riunione di mezzogiorno a Torre Argentina, la sede del partito. «Andrò a parlare di questo alla radio? Forse», risponde.
Intanto ne hanno discusso i compagni della rottura tra Marco e Emma: «Abbiamo approfondito... ». Sì, ammettono, «noi ci siamo sentiti abbandonati da Emma». I compagni al partito aspettano una spiegazione – affermano- per un allontanamento che si è consumato da oltre un anno. In realtà lei c’è sempre stata nel momento del bisogno, non solo con i 2.500 euro al mese al partito ma nella ricerca di fondi, nello spot per l’asta radicale.
«Non cado nella trappola delle polemiche, dei gossip», è uno dei mantra di Bonino. Insieme a quell’altro: «Il personale è politico ma il privato non è pubblico», e questo attacco di Marco è per lei una novità privata. In casa radicale fanno risalire la freddezza al marzo del 2014, quando Renzi la silurò nominando al suo posto alla Farnesina la giovane Federica Mogherini. «Perché non t’incazzi? Ti devi incazzare, se no significa che non hai le palle...», le aveva rimproverato Pannella. Per Bonino però fondamentale è non danneggiare le istituzioni, quindi la sua reazione era stata composta e si era sentita per l’ennesima volta incompresa e distante dal partito. Eppure Emma ha messo a frutto nel corso della vita l’insegnamento politico di Marco. Ora lui le rinfaccia di essere stato l’artefice della sua nomina al ministero degli Esteri nel governo Letta. Falso. Fu Giorgio Napolitano a volerla, in una consolidata amicizia da europeista a europeista. Le altre volte, è vero, Pannella ha sempre fatto il diavolo a quattro per spendere il nome, la preparazione, la versatilità di Bonino. Ad esempio, quando la spuntò con Berlusconi per la nomina a commissaria Ue. O con Prodi per il ruolo di ministro del Commercio estero. L’assalto di Pannella è arrivato «come un fulmine a ciel sereno», sostiene Emma. Anche se il logoramento del rapporto dura da tempo, la separazione era in atto. Alle europee pare che Pannella insistesse per correre con la lista Bonino, ma lei abbia chiuso la questione con un “no”. Frequentazioni da jet set? Ultima stoccata. Solana, Fisher e gli altri dell’European Council on Foreign Relation, e Soros e Women for Expo e Aung San Suu Kyii e le intellettuali tunisine, marocchine, egiziane.È il cosmopolitismo della leader di cui finora i Radicali si sono fregiati. «Quando mi chiedono fino a che punto si spinge la mia lealtà ai Radicali rispondo che nella politica radicale mi identifico», ha scritto. Di certo Bonino non molla.
Giovanna Casadio