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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

Cervelli francesi. La Corte costituzionale cerca un superlaureato, con dottorato in una materia giuridica conseguito presso un’università francese, esperto di diritto francese, di madre lingua francese, con formazione giurisprudenziale, legislativa e dottrinale dell’ordinamento francese. Stipendio? 1.500 euro al mese, più cellulare, una scrivania e ben «16 buoni pasto al mese, da 5,20 euro cadauno». Stella: «Tanto per capirci: quel super esperto di diritto francese verrà pagato un dodicesimo dello stipendio di un giudice costituzionale. E poi si lagnano se i nostri ragazzi se ne vanno all’estero…»

«E in più vi ci metto 16 buoni pasto al mese, da 5,20 euro cadauno!» La «Procedura di selezione di un esperto di diritto francese» alla Corte costituzionale, con scadenza al 31 agosto, è un capolavoro. Somiglia infatti alla ricerca, da parte di una sfarzosa corte regale traboccante di lussi e gioielli, d’un servitore specializzato pagato un tozzo di pane quotidiano, due pastoni di verze a settimana e un’ala di pollo al mese.
   La Corte non cerca infatti un laureato qualsiasi. Le serve qualcuno che sia «esperto di diritto francese» e possa «assicurare una compiuta informazione sull’attualità giurisprudenziale, legislativa e dottrinale dell’ordinamento francese» e «svolgere ricerche sul diritto francese, con particolare riguardo a tematiche di interesse per la Corte costituzionale» e «svolgere ricerche su ordinamenti ed organi di giustizia costituzionale di paesi di lingua francese» e «curare la parte relativa alla Francia della Rassegna stampa estera» e assicurare «il servizio di interpretariato e di traduzione da e verso il francese». Tutte cose per le quali il fuoriclasse ricercato deve «essere di madrelingua francese» e «possedere una laurea in giurisprudenza (o titolo equipollente), conseguita presso un’università francese o di altro paese francofono o, in subordine, il poter attestare lo svolgimento di lunghi periodi di studi presso università francesi o di altro paese francofono» e «dimostrare la piena capacità di orientarsi su qualunque settore del diritto francese» e aver preso «un dottorato (o titolo equipollente) in una materia giuridica, presso un’università francese o di altro paese francofono» e avere «pregresse esperienze in ambito universitario o giudiziario o forense» ed essere «in possesso di pubblicazioni di ambito giuridico, in lingua francese e/o italiana». Stipendio: trentamila euro lordi. Pari a 1500 netti al mese. Contratto di 12 mesi. Più il cellulare, una scrivania e, come dicevamo, «16 buoni pasto al mese, da 5,20 euro cadauno»! Già immaginiamo l’accorrere di migliaia di cervelli: «Lo voglio io quel posto! A me! A me!» Tanto per capirci: quel super esperto di diritto francese verrà pagato un dodicesimo dello stipendio di un giudice costituzionale (i nostri sono i più pagati al mondo anche dopo i tagli renziani) e un quattordicesimo del presidente, che prende 432 mila euro lordi. Quasi il triplo del suo equivalente negli Stati Uniti. E poi si lagnano se i nostri ragazzi se ne vanno all’estero…