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 2015  luglio 28 Martedì calendario

Il killer di Asti e il vizio del gioco. Il magazziniere che guadagnava oltre 2mila euro al mese dice di aver ucciso la tabaccaia per i soldi. Certo, ci sono le spese per la famiglia, sono in cinque, quelle mediche per la figlia più grande che ha problemi di salute, ma poi ammette: «Ogni tanto gioco alle slot: qualche 50 euro, si fa presto a perdere dei soldi....». Intanto i difensori pensano alla perizia psichiatrica

Prima dell’interrogatorio, mentre ancora doveva arrivare il giudice, Pasqualino Folletto piangeva nella sua cella nel carcere di Quarto. Lo sorvegliano a vista, giorno e notte. È un uomo distrutto dal dolore, dal rimorso. Ieri mattina, quando è comparso davanti al gip per rispondere del delitto della tabaccaia Maria Luisa Fassi, uccisa con inaudita ferocia, non ha quasi alzato gli occhi.  Il giudice, Giorgio Morando, gli ha letto i capi di imputazione: rapina e omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. E lui, sempre più smilzo, fasciato in una t-shirt scura con i soliti jeans, si è guardato un attimo intorno, come smarrito, in quella sala magistrati del carcere dove avvengono gli interrogatori. Ha cercato con lo sguardo quello dei legali, Stefano Romagnolo e Silvia Merlino. Poi, quasi in un sussurro, ha confermato la piena confessione già resa venerdì pomeriggio, nella caserma dei carabinieri del comando astigiano. Lo avevano inchiodato i riscontri raccolti dagli uomini del colonnello Fabio Federici e quelle immagini nitide della video camera di una pizzeria che lo mostravano in procinto di «entrare in azione», quel maledetto sabato del 4 luglio.
Il vizio del gioco
Folletto, l’insospettabile magazziniere che guadagnava ben oltre i 2 mila euro al mese per provvedere a moglie e tre figli (la più grande, 11 anni, con problemi di salute) è un uomo dalla doppia personalità. Un grande lavoratore, ma anche una persona che ha ucciso con una ferocia che sconvolge.
«L’ho fatto perché avevo problemi di soldi» ha ribadito al gip e al pm, Luciano Tarditi, «regista» dell’inchiesta, che lo ha incalzato: «Signor Folletto, capisco le spese per la figlia malata, ma c’è dell’altro...». E Folletto, ha abbassato ancora una volta lo sguardo, prima di ammettere: «Sì, ogni tanto gioco alle slot: qualche 50 euro, si fa presto a perdere dei soldi....». Ma il sospetto è che puntasse forte. 
L’interrogatorio è durato meno di 20 minuti. Non c’era molto da aggiungere, per ora.
Pericoloso
Folletto è stato riaccompagnato nella sua cella e verso le 13 il giudice ha disposto la custodia cautelare anche per la sua «pericolosità». I legali, Romagnolo e Merlino, hanno preannunciato di non escludere di chiedere una perizia psichiatrica.
La moglie del killer
Quarant’anni compiuti da poco, Silvana Metta, è la moglie di Folletto. «Una donna magra, schiva, un’ombra che ogni tanto si vedeva passare, solo per prendere i figli che arrivavano con lo scuolabus dei servizi sociali di Asti». Una sempre in casa, con i figli: «La si sentiva gridare qualche volta con loro, cose di mamme» raccontano dallo studio veterinario che sta al pianterreno, nello stesso ingresso della famiglia Folletto, in strada Valcossera al civico 21. Però aveva messo da parte la sua coriacea riservatezza per cercare un aiuto che potesse risolvere i problemi dentali della figlia maggiore. «Non parlava mai con noi, anche se i due gemellini venivano tutti i giorni a giocare qui nello studio. Sono vivaci e ben educati – racconta il medico veterinario Gian Battista Filippone – La madre mi ha chiesto se conoscevo qualche dentista che potesse curare la bambina più grande – confida ancora il medico -, visto che stava perdendo i denti. Sapendo dei loro problemi economici, l’ho indirizzata da un mio collega del reparto maxillofacciale dell’ospedale di Asti che ha ordinato una dentiera per la piccola». La donna, da venerdì, non ha più messo piede ad Asti: pare sia a Torino dai parenti. Difficile dire se tornerà in quella casa.