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 2015  luglio 28 Martedì calendario

A proposito di quell’attivista che vorrebbe bandire da Gerusalemme le tracce non ebree. Michele Serra: «Non è la sciocca utopia, è il nudo buon senso a dire che la tolleranza è la sola via concreta di convivenza. Che i fanatici vanno sbugiardati e, se necessario, combattuti anche a costo di ridurne, con le buone o le cattive, il potere di offesa»

“I fanatici di entrambe le parti tengono in ostaggio i rispettivi popoli”. La frase dello scrittore israeliano Assaf Gavron è così vera che c’è ben poco da aggiungere: se non che il sogno dei pacifici è poter vedere, un giorno, i fanatici di entrambe le parti isolati e banditi, infine, da entrambe le parti all’unisono, con concorde disgusto, e giudicati i soli e veri “nemici”. Come la rumorosa giovane attivista che avrebbe provocato i recenti scontri a Gerusalemme insultando Maometto, e prima ancora aveva tracciato scritte anticristiane; e vorrebbe bandire da Gerusalemme le tracce non ebree, che è come voler bandire l’idrogeno dall’ossigeno, e viceversa. Forse nessun posto al mondo, come quello, è lì per testimoniare di quale viluppo inestricabile siamo tutti figli, quanto promiscuo e “impuro” sia il nostro tracciato, quanto idioti e detestabili siano i testimoni di questa o quella “purezza”, quanto sangue sia stato versato, templi distrutti, differenze cancellate, culture sterminate nel tentativo (vano) di far prevalere una fede sulle altre. Con quale risultato, poi? Che nonostante gli sforzi di questo o quell’esercito, questo o quel potere, di cancellare l’altro, di bruciarne le radici, non c’è “altro” che non sia riuscito a sopravvivere, a essere ancora lì, due o tre millenni dopo, irriducibile alla distruzione. Non è la sciocca utopia, è il nudo buon senso a dirci che la tolleranza è la sola via concreta di convivenza. Che i fanatici vanno sbugiardati e, se necessario, combattuti anche a costo di ridurne, con le buone o le cattive, il potere di offesa.