4 marzo 1930
Totò trova in albergo il cadavere dell’amante suicida
Il comico Totò (al secolo Antonio De Curtis), di anni 32, chiamato di corsa dagli addetti della Pensione degli Artisti di Napoli, ha trovato cadavere la fidanzata Liliana Castagnola, di anni 34, soubrette in scena fino ad ora al Teatro Nuovo. Ella si è uccisa ieri assumendo in gran quantità del veronal. Ha anche lasciato una lettera, diretta all’amato: «Antonio, potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano... Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l’ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?... Addio. Lilia tua». La donna si sarebbe tolta la vita alla notizia che il suo amato avrebbe accettato una scrittura a Padova con la sciantosa Cabiria. Totò, disperato, annuncia che la seppellirà nella cappella dei De Curtis a Napoli, e che se mai avrà una figlia la chiamerà Liliana.