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 2015  luglio 24 Venerdì calendario

Telecom Italia, da 4.000 assunzioni siamo passati a 1.700 esuberi. Il gruppo comunica la svolta ai sindacati motivandola con il mancato varo di un decreto attuativo del Jobs Act sulla “solidarietà espansiva”. Ora il governo si impegna a intervenire

Mentre la Telecom attende di capire quali siano i risvolti pratici dell’ingresso dei francesi di Vivendi nel proprio azionariato con una quota del 15%, a livello gestionale l’ad Marco Patuano sta comunque cercando di affrontare i problemi più spinosi. Tra questi vi è sicuramente il tema del personale che non vuol dire soltanto esuberi. In più occasioni Patuano ha detto nei mesi scorsi che mancano in Telecom una serie di professionalità di alto livello, almeno mille ingegneri, ma anche nuovi tecnici che capiscano di software, individuati in tremila giovani periti informatici.
Per contro vi sono dei dipendenti dedicati a servizi che o non esistono più o sono molto depotenziati, basti pensare per esempio a quello che si chiamava il servizio 12 per trovare il numero di un abbonato. Ora il cliente va direttamente su internet a cercare i numeri e le 500 persone del servizio 12 devono in qualche modo essere riqualificate verso altre mansioni. Un altro tasto dolente è rappresentato dalla divisione Caring Services, quella che cura i servizi di assistenza alla clientela (call center). La divisione è in rosso, perde quasi 100 milioni all’anno e lo spettro già da qualche tempo agitato dalla società è quello della “societarizzazione”, cioè lo spostamento di circa 10 mila dipendenti in una nuova società per abbassare il costo del lavoro. Questa operazione, infatti, permetterebbe a Telecom di tagliare gli stipendi del 30% senza alcun ammortizzatore, creando non pochi problemi all’attuale forza lavoro. «Abbiamo ricordato all’azienda che i lavoratori hanno contribuito in maniera attiva al processo di contenimento degli esuberi con gli accordi del 27 marzo 2013- ha dichiarato Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil –. A fronte di un aumento di produttività e una riduzione del costo del lavoro l’accordo prevedeva l’internalizzazione di attività per azzerare gli esuberi aziendali».
Ma appare abbastanza evidente che quello della societarizzazione è uno spauracchio agitato dalla società per poi arrivare a una soluzione più morbida e condivisa. La quale era già stata individuata ma non attuata a causa del mancato finanziamento, per il momento, da parte del governo della cosiddetta solidarietà “espansiva” che avrebbe permesso a Telecom di assumere quei 4 mila giovani (tra ingegneri e periti informatici) come previsto dal piano industriale e che ora deve rinviare. Mentre gli esuberi sarebbero stati assorbiti con il meccanismo della solidarietà “difensiva” che a questo punto l’azienda vorrebbe riattivare anche se ha già terminato, con quello concluso ad aprile, tutti i cicli consentiti. Nell’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico vi sono stati segnali di apertura per la riapertura della solidarietà come anche da parte degli altri sindacati. Una strada che però passa per la dichiarazione di 1700 esuberi nelle aree di staff e di altri segmenti produttivi, come ha rappresentato il capo del personale di Telecom Mario Di Loreto. Per cercare di trovare un accordo tra tutti il ministero ha convocato una nuova riunione tra le parti per il 29 luglio. Intanto, proprio ieri sera, è arrivata un’altra minaccia sul cielo della Telecom. L’autorità Antitrust ha aperto un nuovo procedimento perchè perpetuerebbe “condotte anticoncorrenziali” nei servizi forniti agli altri operatori nell’accesso alla propria rete fissa. Per questo tipo di condotta Telecom è già stata multata per 103,7 milioni nel 2013 e ora rischia una sanzione pari al doppio di quella già ricevuta, cioè 207,4 milioni. Tutto ciò potrebbe essere solo un antipasto del contenzioso che potrebbe scatenarsi, anche in sede europea, quando Telecom e Metroweb, società partecipata da Vodafone e Wind, dovessoro incrociare le armi nella posa della rete in fibra ottica nelle principali città italiane, come previsto dal Piano del governo per la banda larga. Seguendo il suo piano industriale Telecom è già arrivata a coprire il 37% delle case italiane con la modaltà Fttc (fiber to the cabinet). Ora bisognerà vedere se i progetti di Metroweb andranno a sovrapporsi e se il ricambio al vertice della Cdp potrà avere qualche ricaduta positiva nei rapporti tra Palazzo Chigi e Telecom, finora contraddistinti da grande diffidenza reciproca.