La Stampa, 23 luglio 2015
Nel cuore torrido dell’estate prendiamoci i nostri cinque minuti di imbecillità: Berlusconi ha confessato all’ultima raffica di fedelissimi la tentazione di prendere la cittadinanza russa e di accettare l’invito dell’amico Putin a trasferirsi a Mosca per fargli da ministro dell’Economia. Quest’uomo si conferma così il più straordinario spacciatore di fregnacce in circolazione
Berlusconi ha confessato all’ultima raffica di fedelissimi la tentazione di prendere la cittadinanza russa e di accettare l’invito dell’amico Putin a trasferirsi a Mosca per fargli da ministro dell’Economia.
Ci sarebbero cose molto più serie di cui parlare. Ma almeno nel cuore torrido dell’estate abbiamo diritto ai nostri cinque minuti di imbecillità. E fin dai tempi in cui prometteva di abbattere le tasse a livelli lussemburghesi quest’uomo risulta il più straordinario spacciatore di fregnacce in circolazione. È proprio sulla propagazione reiterata e impunita della fregnaccia che egli ha fondato una scuola di pensiero politico destinata, come si vede anche in questi giorni, a sopravvivergli. Berlusconi oligarca russo. E ministro dell’Economia, per giunta. Ingaggiato a peso d’oro come Capello, ma con ben altre prospettive di successo. Facile immaginare il programma economico di Silviusko: farsi gli affari propri, attività in cui l’astro nascente del Cremlino eccelle da sempre. Facilissimo supporre il luogo e l’orario delle riunioni più delicate: la dacia di Putin da mezzanotte in poi, col sottosegretario Apicellav alla chitarra e un adeguato codazzo di giovani economiste monetarie, tra cui la celeberrima Rubly. Più difficile dare la colpa del fallimento dei suoi piani quinquennali allo strapotere di magistrati e giornalisti, una piaga di cui la Russia si è liberata da tempo. Gli unici problemi, alla fine, potranno sorgere proprio da Putin. Il giorno in cui si accorgerà del ruolo che Silviusko gli ha riservato nel nuovo organigramma: vicepresidente.