18 marzo 1930
Bulkakov detta alla moglie, Elena Sergeeva Bulgakova, la “Lettera al governo dell’Urss” nella quale chiede, «dopo aver constatato il granitico ostracismo verso i suoi lavori (“tutte le mie opere sono senza speranza”), di poter espatriare con la moglie oppure di poter essere assunto in teatro come comparsa od operaio di scena
Bulkakov detta alla moglie, Elena Sergeeva Bulgakova, la “Lettera al governo dell’Urss” nella quale chiede, «dopo aver constatato il granitico ostracismo verso i suoi lavori (“tutte le mie opere sono senza speranza”), di poter espatriare con la moglie oppure di poter essere assunto in teatro come comparsa od operaio di scena. A un certo punto, racconta Elena Sergeevna, “mi dettò la frase ‘Ho bruciato il mio romanzo’, si fermò e disse: ‘Se lo scrivo, devo anche farlo’. C’era una grande stufa rotonda nella stanza. Cominciò a strappare le pagine e a gettarle nel fuoco”. Non tutte, però. Quello che rimaneva dei due quaderni, disse lo stesso scrittore alla moglie, doveva servire come prova: “Se brucio tutto, nessuno crederà che il romanzo sia davvero esistito”» (leggi qui l’articolo di Nicoletta Tiliacos).