La Stampa, 22 luglio 2015
I segreti del fachiro Chris Froome. Per mettere a tacere le voci, Sky rivela i dati del ciclista e spiega perché è così forte: la sua altezza, ad esempio, gli permette in salita di restare seduto anche mulinando le gambe a 120 pedalate al minuto, segue un’alimentazione rigorosa e programma anche la sua vita privata dal matrimonio alla nascita del figlio
Nel giorno di riposo a Gap e alle vigilia delle Alpi, che da oggi a sabato disegneranno la classifica finale, il Tour si è interrogato sui segreti del suo dominatore: Chris Froome. Il team Sky, il più munifico in gruppo con un budget di 35 milioni all’anno (l’Astana di Nibali, per intenderci, è sui 20 mln), si è prodigato nel divulgare le cifre espresse dal suo campione sulla salita di La Pierre Saint Martin, la prima sui Pirenei ma anche la prima di questo Tour e già decisiva. Inutile addentrarsi troppo, e rischiare di impantanarsi, in dati su watt, potenza, vam, frequenze cardiache o di pedalata. L’intento della Sky era dimostrare che Froome ha valori tutto sommato normali e non «stupefacenti», come invece voleva far intendere giorni fa la tv francese riprendendo da Internet un video del keniano bianco sul Mont Ventoux nel vittorioso Tour 2013. Sarebbe riduttivo però pensare a Froome come a un atleta «qualunque», perché alle eccezionali qualità fisiche aggiunge doti mentali e caratteriali da fachiro della bici. Un asceta del ciclismo che però difficilmente potrà fare proseliti ed essere emulato.
Fibre particolari
«Spesso ci alleniamo vicino agli uomini Sky nel ritiro in altura sul Teide – ci ha confessato Nibali -. Abbiamo cercato di imitarlo, ma Froome ha delle caratteristiche fisiche che fanno la differenza» e che probabilmente lo rendono unico e irripetibile. Per esempio la sua altezza (186 cm, per 68 kg) gli permette in salita di restare seduto anche mulinando le gambe a 120 pedalate al minuto (2 al secondo). Così usa meno i muscoli di braccia e spalle, quindi risparmia energie e ossigeno. Inoltre ha una soglia anaerobica alta, cioè produce acido lattico (che dà il senso della fatica) più tardi degli altri. E il suo cuore non supera mai i 174 battiti al minuto e torna in fretta alla frequenza normale, segno di grande recupero.
Novità tecnologica
Froome è anche l’unico in gruppo a usare una moltiplica (la corona dentata dei pedali) «ossimmetrica»: è quasi rettangolare, con i lati corti stondati, e garantirebbe il 10% di potenza in più. Altri corridori l’hanno provata, come Wiggins (recordman dell’Ora) e Nibali, ma non si sono adattati alla pedalata asimmetrica.
Alimentazione e privacy
Durante i grandi giri Froome è solito consumare colazione e cena nel camion cucina del team, dove segue un’alimentazione rigorosa: evita pasta, pane e glutine, preferisce riso, porridge, frittate, passati di verdura e frullati di kiwi, avocado, ginger e banana con latte di mandorla. Anche la sua vita privata è programmata: si è sposato con Michelle alla fine del 2014 e diventerà papà il prossimo dicembre, due periodi guarda caso lontani dagli impegni agonistici.
Il suo scopritore
«Chris non mi stupisce – dice Claudio Corti, 60 anni, ex iridato 1977 nei dilettanti, che da dirigente nel 2008 portò Froome in Italia dal Sudafrica -. Già allora aveva una testa particolare, seguiva la sua dieta e in salita pedalava a frullatore. Andate a rivedere su Internet la scalata al San Luca di Bologna nel Giro 2009: c’era già in divenire il Froome di oggi». L’abbiamo fatto: è vero. Quel giorno forse è nato il vincitore del Tour 2013 e molto probabilmente anche quello del Tour 2015.