la Repubblica, 22 luglio 2015
La crisi ha colpito anche 50 Cent, alias Curtis James Jackson III. Il rapper ha dichiarato bancarotta per una causa legale da 5 milioni di dollari. «All’inizio della mia carriera i soldi erano l’obiettivo, erano la conferma del mio successo e c’è voluto del tempo per andare oltre. Nessuno mi può danneggiare dal punto di vista emotivo, sono troppo forte. E se qualcuno mi vuole fregare i soldi sappia che non succederà mai. Nessuno frega un centesimo a 50 Cent»
Sono tempi duri, ammette 50 Cent, alias Curtis James Jackson III, mentre posa con sorriso beffardo davanti ad una Smart. Dove sono finite le sue Bentley? Il rapper, da poco 40enne, ha dichiarato bancarotta (in America si dice appellarsi al Capitolo 11), alla luce del verdetto emanato da un giudice della Corte di Manhattan che lo obbliga a risarcire la cifra di 5 milioni di dollari a una donna, Lastonia Leviston, per aver fatto circolare, senza permesso, un suo video hard. Nel video in questione il rapper posa nelle vesti del suo alter ego Pimpin’ Curly e commenta la performance sessuale di lei. La bancarotta di 50 Cent ha del tragicomico, considerato il personaggio, non certo estraneo ad una certa ostentazione della ricchezza. Imprenditore a 360 gradi, “Fiddy”, come lo chiamano gli amici, vende di tutto, dalla musica alle mutande. Emblema del “from rags to riches” (“dalle stalle alle stelle”) figura tra le 5 personalità dell’hip-hop più ricche d’America, con un patrimonio personale stimato di 155 milioni di dollari. Cresciuto poverissimo nel Queens, ex spacciatore, sopravvissuto a 9 colpi di pistola, sorride beffardo alla domanda su come è possibile che si dichiari “sul lastrico”. «È una questione di tattica» risponde «ogni uomo d’affari avrebbe fatto questa scelta». Stando ai documenti depositati alla Bankruptcy Court di Hartford, Connecticut, il rapper si dichiara insolvente per 28 milioni di dollari di debiti. Il caso del sex tape infatti si aggiunge ad una manciata di risarcimenti a suo carico, il più ingente dei quali risale alla fine del 2014 e lo obbliga a versare oltre 18 milioni di dollari alla Sleek Audio per aver copiato il design di un loro modello di cuffie.
Incontriamo 50 Cent a Beverly Hills per il lancio del film Southpaw, in cui interpreta il miglior amico e allenatore del personaggio protagonista Billy Hope, interpretato da Jake Gyllenhall, nel brutale e realistico film diretto da Antoine Fuqua su un pugile che torna nel ring.
Curtis, ci dice prima di tutto cosa sta succedendo con questa causa legale?
«Come chiunque abbia successo e vive sotto i riflettori, come me, ha un piccolo cerchietto dipinto sulla schiena, un bersaglio, e io sono bersaglio di cause legali e cose del genere. Ormai mi sono adattato al mio stato di personaggio pubblico e ho imparato a proteggermi».
Lei è nato povero, con il mito dei soldi. Ora è ricco.
«Sono in bancarotta, non lo dimentichi. Mi piacciono le cose belle e le voglio avere per tutta la vita. E così sarà. L’ambizione non si impara ma è una tendenza naturale. All’inizio della mia carriera i soldi erano l’obiettivo, erano la conferma del mio successo e c’è voluto del tempo per andare oltre. Quando cresci povero pensi che il denaro risolverà tutti i problemi della tua vita. Oggi capisco che posso avere una villa da 5mila metri quadri, con 18 stanze da letto, 37 bagni, 6 cucine e tutto il resto, ma alla fine della giornata dormo sempre in un letto. Me ne sono capitate talmente tante che non ho più paura di perdere. Ho cambiato prospettiva. E mi sento libero».
Questo ha cambiato anche il suo modo di fare musica?
«Certamente. Ai tempi del mio primo album volevo raccontare ciò che non andava nel mio mondo. C’era molta sofferenza nell’hip hop. Oggi questo genere di musica è cambiato, non ha più quella smania di denuncia sociale di un tempo. Ma io mi sento di essere diventato un miglior osservatore».
Anche il film “Southpaw” è una storia di riscatto: si riconosce nei personaggi del film?
«Io mi sento come un atleta che è diventato professionista ed è riuscito ad emanciparsi, fare soldi e mantenere la famiglia. L’ho fatto però con la musica, con il rap. Io mi sono dovuto fare da solo, come il personaggio di Jake in Southpaw. Mia madre è morta quando avevo 8 anni, mio padre non l’ho mai conosciuto. E come quasi tutta la mia generazione di neri del ghetto sono cresciuto coi nonni».
Ma insomma, alla fine ci dice perché ha deciso di dichiarare bancarotta?
«Davvero interessa questa fetta piccola della mia vita, eh? L’ho dichiarato per via dei tempi legali. Non so quando emetteranno un verdetto in tribunale, quindi ho deciso di anticipare, prevenire, giocare d’anticipo, mi spiego? Nessuno mi può danneggiare dal punto di vista emotivo, sono troppo forte. E se qualcuno mi vuole fregare i soldi sappia che non succederà mai. Nessuno frega un centesimo a 50 Cent».