La Stampa, 22 luglio 2015
PolicyBrain, l’algoritmo che analizza i dati della politica per anticipare le decisioni e capire chi conta davvero in Parlamento. Per il software non c’è dubbio: le unioni civili saranno legge. I favorevoli saranno tra il 64 e il 71%. Ecco i 16 parlamentari che influenzeranno il voto
Mitiche maggioranze trasversali, risicate e variabili animano il dibattito eterno sulle unioni civili in Italia, ma i numeri dicono che il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso è un gioco da ragazzi. Quando il disegno di legge arriverà in aula, i favorevoli saranno tra il 64 e il 71%. La previsione è di PolicyBrain, startup italiana che analizza i dati della politica per anticipare le decisioni e capire chi conta davvero in Parlamento.
L’algoritmo predittivo di PolicyBrain per il dossier unioni civili si basa su sedici personaggi chiave, scelti in base ai comportamenti storici in commissione o in aula.
C’è la narrazione della politica, ci sono le interviste, le intercettazioni, i tweet, i lutti al braccio in aula, e poi ci sono le decisioni. Il software disegnato da PolicyBrain analizza i comportamenti al momento del voto e seleziona così i parlamentari più influenti, quelli che riescono a portare con sé il resto del gruppo. Una volta individuati i personaggi chiave, c’è il confronto con le posizioni pubbliche su un determinato voto, in questo caso le unioni civili. Poi è tutta materia dell’algoritmo, che prevede il risultato.
Predizioni e percezioni
Si scopre così che non sempre i numeri rispecchiano la percezione: quando si parla di unioni civili in Italia il primo pensiero va allo «scontro» tra cattolici e non, alle battaglie andate, al ruolo della Chiesa, e ovviamente alle difficoltà del centrosinistra, oggi del Pd. PolicyBrain ha studiato i numeri e prevede invece che l’approvazione del provvedimento potrà contare su una salda maggioranza, con buona pace del conflitto culturale.
Nel Pd ci sono alcune voci critiche. L’area cattolica che fa capo a Stefano Lepri ha presentato un emendamento, e al momento del voto potrebbe astenersi. Ma il resto del gruppo, a scorrere i nomi influenti selezionati da PolicyBrain, non dovrebbe presentare problemi. Inoltre il governo e la relatrice del testo, la democratica Monica Cirinnà, possono contare su sponde significative in Forza Italia – anche il leader Silvio Berlusconi si è detto pubblicamente a favore di un intervento – e nel Movimento 5 Stelle. È più il fronte centrista, a cui per una volta si allinea la Lega Nord, ad annunciare la contrarietà al testo che attende il via della commissione Giustizia del Senato da marzo. Ma il risultato non dovrebbe cambiare.
Unire i puntini
Nell’era dei dati la politica è sempre più prevedibile: PolicyBrain ha deciso di farne una professione. Unire i puntini, i segnali per capire cosa accadrà nei processi decisionali. L’azienda è nata con questo obiettivo, guidata da Luca Giacomel, 23 anni. Al centro del lavoro di PolicyBrain, che ha unito competenze da vari settori, ci sono i dati. Camera e Senato producono ogni giorno migliaia di dati: dalle presenze parlamentari al voto su una mozione, dal deposito di una nuova legge a un’audizione. Sono elementi in gran parte pubblici, accessibili a tutti. Ma gli atomi di informazione vanno organizzati per ottenere valore. L’obiettivo, dice Giacomel, è «individuare i pattern nascosti». In italiano li chiameremmo disegni o motivi, in politichese tendenze. Sono, per esempio, i movimenti delle correnti interne ai grandi partiti. Silenziosi, i singoli voti nelle commissioni, spesso lontane dalla cronache ma fondamentali nella scrittura di una legge, possono anticipare scossoni in vista. O invece tranquillizzare i leader di riferimento. Ancora, l’analisi delle votazioni può rivelare chi è in grado di influenzare altri parlamentari, e chi no. L’esperienza dovrebbe anche migliorare la precisione dell’algoritmo, capace di imparare dai comportamenti dei singoli.
I numeri chiariscono le idee, ma la politica pretende i suoi ritmi. Anche se l’opinione pubblica è convinta. Matteo Renzi potrebbe correre e avere la legge, ma forse perderebbe il sostegno al suo governo. Sia pure potenziato dai numeri, è ancora il tempo dei compromessi.