Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 22 Mercoledì calendario

I duelli intellettuali dell’editore Formiggini e il suicidio più famoso del Ventennio. Ritratto di un personaggio che voleva aprire gli occhi all’umanità

In un articolo sul magazine Sette di qualche settimana fa, dove veniva ricordata l’editrice Elvira Sellerio e un libro scritto in suo ricordo, si accenna alla figura dell’editore Angelo Fortunato Formiggini. Potrebbe darmi qualche informazione sul personaggio che duellò intellettualmente con il ministro Gentile e con alcuni esponenti del neonato regime fascista? 
Andrea Sillioni

Caro Sillioni, 
I duelli intellettuali di Formiggini furono numerosi, ma raramente provocati da divergenze politiche. Per il fascismo, in particolare, manifestò interesse e simpatia: un atteggiamento che spiega l’amarezza con cui reagì alle leggi razziali e il suo suicidio il 29 novembre 1938. In un breve profilo per il suo Dizionario degli italiani illustri e meschini, Giovanni Ansaldo descrisse la sua morte (si gettò dalla Ghirlandina di Modena, una torre alta più di cinquanta metri) e aggiunse che la notizia di una fine così atroce, «diffusa, nonostante il silenzio imposto alla stampa, produsse in Italia una commozione assai viva tra i molti che conoscevano il Formiggini; e un senso di dolorosa perplessità in tutti. Fu, quello del Formiggini, il suicidio più famoso del Ventennio». 
Ho già parlato in altre occasioni del suo straordinario lascito editoriale. La collana dei Classici del ridere conta 105 volumi, dal Decamerone di Boccaccio a Tartarino sulle Alpi di Alphonse Daudet. Quella dei Profili ne conta 129 ed è una straordinaria galleria umana da Botticelli a Darwin, da Rossini a Marx, da Galileo a Tolstoj. Quella delle Medaglie ne contiene soltanto dodici, ma fra queste vi sono Stravinskij di Alfredo Casella, Trilussa di Silvio D’Amico, Einstein di Mario Pantaleo, Loisy di Ernesto Buonaiuti e Mussolini di Giuseppe Prezzolini. 
Una delle sue idee più brillanti fu quella di pubblicare una collana di Apologie delle grandi fedi e dei loro maggiori avversari. Uscirono così, fra il 1924 e il 1928, undici volumi dedicati, rispettivamente, all’ebraismo, al cattolicesimo, al paganesimo, al protestantesimo, al buddismo, all’ateismo, all’islamismo, allo scetticismo, allo spiritualismo, al positivismo, al parsismo. Gli autori erano teologi, filosofi, storici. La collana fu un monumento al relativismo e non piacque quindi all’Osservatore Romano. Ma le parole con cui Formiggini la annunciò al pubblico restano attuali: «Farò una collezione di Apologie di tutte le principali religioni per aprire gli occhi all’umanità, che sta tuffandosi a capofitto in un nuovo fervore mistico, affinché questo fervore valga ad affratellarla di più, non a separarla in più profonde correnti di odio».