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 2015  luglio 21 Martedì calendario

La splendida immagine di Leroy Smith, il poliziotto nero che ha soccorso un uomo del Ku Klux Klan. Per ché in questo mondo c’è chi vede in bianco e nero e chi ha colori

Se guardi il mondo in bianco e nero, sei come il signore a destra della foto, quello con la svastica sulla pancia e un’idea tutto sommato rassicurante e fasulla: tu sei il buono, gli altri fanno schifo. Gli altri sono i neri, i politici della Capitale, chiunque attenti alle tue consuetudini e ti costringa ad adeguarti e a cambiare. Scendi in piazza per manifestare contro di loro, ma stai per svenire dal caldo, un nero in divisa ti mette le mani addosso e non sai quale delle due iatture ti sgomenti di più.
Se guardi il mondo a colori, sei come il Leroy Smith alla sua sinistra. In venticinque anni di polizia forse non ti era mai capitato di soccorrere un adepto del Ku Klux Klan intento a insultare tutto ciò che tu rappresenti. Eppure lo prendi per un braccio e lo accompagni verso l’ombra ristoratrice. Perché è il tuo dovere. Perché noi non siamo mai quello che gli altri dicono di noi. Siamo i nostri gesti, non i loro giudizi e tantomeno i loro pregiudizi.
Lo sai, il mondo in bianco nero è una tana, mentre quello a colori un labirinto. Però, a differenza dell’altro, è vivo. Vivo, dunque incompleto. In fiduciosa attesa della prossima foto, quella del poliziotto bianco che soccorre il manifestante nero.