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 2015  luglio 21 Martedì calendario

100 milioni di buoni motivi (e di ottimi giocatori) per essere Allegri: «Sono molto contento, la Juve sta cambiando pelle e per tutti deve essere uno stimolo importante. Abbiamo inserito dei giovani forti su una base esperta»

Cambiare per rimanere gli stessi. Rinnovarsi per restare vincenti. La Juventus inizia ufficialmente il ritiro e a Vinovo cambiano i volti ma non le intenzioni. «Speriamo che la prossima stagione sia sulla falsariga della precedente – auspica Beppe Marotta —. Il nostro è un rinnovamento per dare continuità, abbiamo l’obbligo di proseguire su questa scia di vittorie». All’appello si presentano Buffon, Bonucci e Marchisio, ovvero la spina dorsale bianconera. C’è Pogba per il quale, assicura l’ad bianconero, «non consideriamo più l’eventualità della cessione, non è trasferibile». Ci sono il portiere brasiliano Neto e il giovane difensore Rugani, oltre a Dybala, Khedira, Mandzukic e Zaza già visti nel pre-ritiro. C’è anche Pirlo, in visita a sorpresa prima di partire per gli Stati Uniti. Con lui hanno lasciato altri leader del calibro di Tevez e Vidal. «Sono state situazioni inaspettate, sostituire icone come loro è impossibile – ammette Marotta —. Ma chi è arrivato ha una forte motivazione, la prerogativa che ci deve spingere a far sì che, come l’anno scorso, i sogni si possano realizzare».
Sarà una Juve più giovane e made in Italy. Marotta rivendica: «Tutti gli introiti dei diritti tv della stagione passata, circa 90 milioni, sono stati da noi reinvestiti in giocatori provenienti da società italiane». A Massimiliano Allegri la rosa, così com’è, piace: «Sono molto contento, la Juve sta cambiando pelle e per tutti deve essere uno stimolo importante. Abbiamo inserito dei giovani forti su una base esperta. Arriveremo a fine mercato con dieci ragazzi che sono nati tra il ‘91 e il ‘96: è una scelta giusta, importante, ponderata, da parte della società e mia, per dare un futuro. In questo modo si può costruire una squadra che per 4-5 anni potrà primeggiare in Italia e soprattutto confermarsi in Europa. La finale di Champions League non deve essere un’eccezione; almeno consolidarsi tra le prime otto d’Europa deve diventare una regola. L’obiettivo numero uno deve essere migliorare noi stessi; i risultati si possono migliorare solo vincendo la Champions».
Il tecnico è consapevole che, senza Pirlo, Tevez e Vidal, il gruppo perderà qualcosa in esperienza e personalità, nonostante Khedira e Mandzukic siano un’assicurazione da questo punto di vista, e si attende il salto di qualità di chi ha già in casa. «Tanti giocatori che l’anno scorso si sono presentati come giovani e sono migliorati sotto l’aspetto tecnico, quest’anno devono migliorare sotto l’aspetto della leadership». La nuova Juve è quasi fatta. Marotta conferma: “Abbiamo già investito circa 100 milioni ma ci sono lacune da colmare, mancano ancora due pedine». Un trequartista («un giocatore con qualità offensive, molto tecnico» lo definisce Allegri) più un esterno difensivo («Alex Sandro non è una priorità») o un interno alla Vidal. Precedenza alla qualità. Crescono le quotazioni di Julian Draxler, enfant prodige dello Schalke 04: era lui l’obiettivo del viaggio di ieri del direttore sportivo Paratici in Germania. Non l’unico, perché il ventaglio è ampio. Goetze resta il preferito («Rappresenta il profilo che cerchiamo» rivela Marotta) ma l’operazione è complicata. Ritorna di moda anche il belga De Bruyne del Wolfsburg. I contatti continuano serrati. Allegri prevede: «Sarà un campionato molto più equilibrato, Inter e Milan sono da scudetto ma la Juve resta la favorita. L’importante sarà partire bene perché si riparte da zero e quanto fatto negli ultimi quattro anni e fino al giugno scorso fa ormai parte della storia». Cambiare per rimanere vincenti, appunto.