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 2015  luglio 21 Martedì calendario

Se Strauss-Kahn dà ragione a Varoufakis: «State tranquilli, non è un rivoluzionario senza speranze, è un riformista moderato che ha a cuore il bene dell’Europa» e se la prende con i cari amici tedeschi: «Voi contate i vostri miliardi anziché usarli per aiutare chi sta peggio di voi, rifiutate di accettare una peraltro scontata riduzione dei crediti, mettere il risentimento davanti ai progetti per il futuro, voltate le spalle a quello che l’Europa dovrebbe essere, cioè una comunità solidale, a rischio che il castello vi crolli addosso». Dominique e Yanis, una strana coppia e le prove tecniche per un partito filo-europeo ma fortemente critico con il mainstream economico

«Cari amici tedeschi, un’Europa in cui voi dettate le leggi con un gruppetto di Paesi nordici e baltici al seguito, è inaccettabile per tutti gli altri». Parole aspre e fiere, dettate da un amico, o forse è meglio dire un ex-amico: Dominique Strauss-Kahn, che prima di perdere il posto all’Fmi per le vicissitudini boccaccesche era stato il potente ministro dell’Economia al fianco di Francois Mitterrand nelle trattative con la Germania post-unificazione per la nascita dell’euro. Ma ancora più significativa è la tribuna da cui è stata resa pubblica la lettera di DSK: il blog di Yanis Varoufakis, che dichiaratamente sta mettendo insieme una formazione politica con ambizioni europee più ancora che nazionali, dove Syriza resta forte. Una formazione di sinistra, radicale, intransigente «ma non biecamente marxista-leninista», precisa Jean-Paul Fitoussi, l’economista che con Strauss-Kahn ha condiviso decenni di insegnamento in quell’atelier di cultura liberal che è la parigina SciencesPo. E che è tuttora suo grande amico: «State tranquilli, non è un rivoluzionario senza speranze, è un riformista moderato che ha a cuore il bene dell’Europa». La strana coppia Varoufakis-DSK insomma mette le basi per un raggruppamento politico transnazionale che può essere davvero un esperimento nuovo, al quale hanno già dato la loro adesione informale alcuni prestigiosi economisti americani, da James Galbraith al premio Nobel Joseph Stiligliz. «Voi contate i vostri miliardi – scrive DSK ai tedeschi – anziché usarli per aiutare chi sta peggio di voi, rifiutate di accettare una peraltro scontata riduzione dei crediti, mettere il risentimento davanti ai progetti per il futuro, voltate le spalle a quello che l’Europa dovrebbe essere, cioè una comunità solidale, a rischio che il castello vi crolli addosso». Prove tecniche, per ora, di un partito filo-europeo ma fortemente critico con il mainstream economico.