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 2015  luglio 21 Martedì calendario

«Lucia è stata tratta in inganno da notizie fasulle, per questo ce l’ha con Tutino. Ma io Lucia l’ho sempre difesa, fino all’ultimo». Risponde Crocetta. Il presidente della Regione si difende e spiega che non intende dimettersi per «un’intercettazione smentita tre volte»

Quello che si sta verificando è il fatto più ignominioso della storia d’Italia. Al confronto il caso Boffo era roba per ragazzini». Dice esattamente così, Rosario Crocetta, al culmine di una difesa rabbiosa, colorita, ricca di allegorie. Il governatore è appena rientrato dal suo ritiro di Castel di Tusa, dove ha vissuto i suoi giorni da “lebbroso”. E ora, nel suo studio di Palazzo d’Orleans, lancia una controffensiva totale. Dicendosi assolutamente indifferente alla presa di distanze del Pd e alludendo a intrighi, complotti e manovre di palazzo. «Io Lucia Borsellino l’ho sempre protetta. Più di quanto lei sappia».
Presidente, il Pd e gli alleati l’hanno in gran parte scaricata. Come pensa di reggere questa situazione?
«Guardi, a me del Pd, della situazione politica, non m’interessa. Io difendo la democrazia. Qui c’è la storia di un uomo che taglia il malaffare nella sanità, che denuncia truffe milionarie, che mette sotto controllo gli appalti e in nome di un’intercettazione smentita tre volte viene massacrato. Prevale lo Stato di diritto o l’eversione?»
Lo dica lei.
«Dico che per fortuna in queste ore ho ricevuto anche solidarietà incredibili» Da chi?
«Da figure come Rodotà e Luigi Berlinguer».
La vicepresidente del Pd Debora Serracchiani dice che in Sicilia la situazione è ormai insostenibile.
«Io sono abituato a rappresentanti delle istituzioni che pesano le parole ed esternano una volta l’anno. Ricordo che lo statuto del Pd prevede l’incompatibilità in un ruolo elettivo per chi ha una condanna. Qui siamo a un’ipotesi senza conferma contenuta in un articolo di giornale. Devo andarmene per questo?».
Lei stesso ha detto che era a conoscenza dell’intercettazione in cui Tutino si augurava per la Borsellino la fine del padre. Precisando che si sarebbe trattato di un’intercettazione ambientale.
«Macché, riferivo di fesserie messe in giro in queste ore. Io di quell’intercettazione ho letto sull’Espresso. E ripeto, è una bufala. Lo si ammetta: qualcuno è stato tratto in inganno in buona fede. Da mesi, d’altronde, mi dicono che pezzi di servizi deviati costruiscono finti dossier sul mio conto, con le notizie più incredibili, da miei rapporti sessuali con Tutino a tendenze pedofile, fino a problemi con la polizia in Tunisia. Ma io non ho nulla da nascondere, e come potrei farlo essendo scortato e sorvegliato da telecamere 24 ore al giorno?».
Altre intercettazioni raccontano di un’ingerenza sulle scelte di governo del dottor Tutino e dell’ex commissario dell’ospedale Villa Sofia Giacomo Sampieri. Tutto alle spalle della Borsellino.
«Tutino e Sampieri potevano incontrarsi e parlare in libertà. Ma non hanno mai deciso un bel niente. Sa quanta gente c’è che va in giro ad accreditarsi a mio nome?».
È vero che lei, come si sente dire agli interessati nelle conversazioni registrate, chiese a Sampieri e Tutino di fornirgli un elenco di papabili per l’incarico di manager di aziende sanitarie?
«Io ho solo chiesto informazioni a loro su alcuni nominativi, ma non ci vedo nulla di male: sono solito consultarmi a largo raggio prima di prendere decisioni. Ma non ho mai tenuto conto delle indicazioni di Tutino e Sampieri. Vuole un esempio? Il nome sponsorizzato da Sampieri e Tutino, il dottor Muscarnera, è stato escluso per mancanza di titoli».
Lei ritiene insomma di non aver subito ingerenze da parte dal suo amico Tutino, oggi ai domiciliari per truffa, abuso e falso.
«Il mio avvocato domani mostrerà le mail che mi mandava Tutino. Denunciava presunte illegittimità che io giravo alle procure. Non ci sono altri profili, nei nostri rapporti, che possano suscitare sospetti. Neppure quelli di natura intima: lui è assolutamente eterosessuale e a me non piacciono i borghesi. Il mio mito, da giovane, era Pierre Clementi».
La Borsellino ha definito “infernale” il contesto in cui ha dovuto vivere.
«Lucia è stata tratta in inganno da notizie fasulle, per questo ce l’ha con Tutino. Ma io Lucia l’ho sempre difesa, fino all’ultimo. Qualche sera prima che si dimettesse siamo stati a cena assieme. E come lei voleva, nell’immediata vigilia del suo addio ho redarguito pesantemente il manager del Civico Migliore che non voleva rinnovare la convenzione con l’Ismett. Ho protetto la Borsellino da tante cose che non sa neppure la sua famiglia, solo per non darle sofferenza».
Cosa ha pensato quando Mattarella, dopo aver sentito Manfredi Borsellino parlare della croce portata da sua sorella, lo ha abbracciato platealmente?
«L’avrei abbracciato anch’io. Manfredi non ha parlato di me. Non è una novità che nella sanità siciliana c’è un insostenibile sistema di malaffare. Vuoi vedere che sono io il capo?».