la Repubblica, 17 luglio 2015
Il futuro del centrodestra italiano, tra Cameron e la Le Pen. I conservatori sono all’anno zero,ormai guidati da Salvini. Rimettere insieme i pezzi è diventata un’impresa ardua Il fronte euroscettico si consolida, la destra punta alle critiche all’Ue
Gli architetti del nuovo centrodestra sono tanti e di solito in disaccordo fra loro. C’è persino il capo storico, Berlusconi, che nonostante tutto sogna l’ennesimo “predellino”, un colpo di dadi capace di rimetterlo in sintonia con l’opinione pubblica. Come se vent’anni e più non fossero passati e vivessimo ancora nel 1994. In realtà una generazione più giovane prova a rimettere ordine fra le rovine con qualche idea e una certa determinazione. Il problema è che forse è tardi, gli elettori sono sparpagliati e riaggregarli è un’impresa che potrebbe richiedere troppo tempo rispetto alle scadenze nevrotiche della politica. Un sondaggio Datamedia per il quotidiano Il Tempo conferma la tendenza. Forza Italia al 12%, la Lega di Salvini oltre il 15, i Cinque Stelle quasi al 23 (molto vicini alla soglia del 2013). I centristi di Alfano non arrivano al 3, Fratelli d’Italia sono al 4. Poi ci sono i dati dell’astensione, gli indifferenti, eccetera. Ricostruire il centrodestra, allora? La risposta l’ha già data l’opinione pubblica, se è vero che Salvini vale oggi 3,5 punti più di Forza Italia, mentre il partito berlusconiano è frantumato in tanti blocchi, come le tessere scompaginate di un mosaico.
Ieri Raffaele Fitto ha lanciato la sua iniziativa, una sorta di pre-partito intitolato con furbizia “Conservatori e Riformatori”. È ovviamente presto per capire in che misura possa raccogliere l’attenzione degli elettori. Invece l’intuizione di fondo è chiara: promuovere in Italia una specie di rivoluzione fiscale sul modello Reagan e Thatcher. Appena 35 anni dopo. Quanto ciò sia credibile, lo vedremo. Il rischio è che si tratti della solita fusione fredda realizzata in provetta. Vero che un drastico taglio delle tasse in stile reaganiano sarebbe una scorciatoia verso il consenso, ma nessuno finora ha dimostrato che la proposta sia qualcosa di più di un facile “slogan”. Del resto, su questo terreno è arrivato per primo Salvini che ha avanzato l’ipotesi della “flat tax”. E un discorso per certi aspetti simile lo svolge da tempo Renato Brunetta.
Uno Stato leggero, meno spesa pubblica, pressione fiscale sostenibile: il nuovo centrodestra vorrebbe qualificarsi su questi temi e chi, nelle grandi linee, non sarebbe d’accordo? Tuttavia una lunga pratica di governo berlusconiano, fino al 2011, non è servita a centrare almeno uno di tali obiettivi. Per cui il centrodestra è all’anno zero, tant’è che Verdini e altri restano coi piedi per terra e si preparano a sostenere le riforme di Renzi vedendo in lui il nuovo Berlusconi. Chi ha ambizioni più alte sa di dover attraversare il deserto, dove trova chi lo ha preceduto. Salvini ha rovesciato la crisi di Bossi e in pochi anni ha reimpostato il rapporto con il suo mondo. La visione ostile all’Europa tedesca non è patrimonio esclusivo della Lega, ma il capo nordista ha saputo trasformarla in moneta elettorale. Difficile quindi che esista spazio a destra per un’altra operazione, parallela e per certi versi analoga a quella messa in campo con successo dal Carroccio.
Fitto, ma anche Brunetta e altri, provano a collegarsi al conservatore inglese Cameron, interprete di una destra moderna, tanto poco amica dell’Unione che a Londra ci si prepara a celebrare un referendum pro o contro l’Unione. Si dirà che qui si coglie una differenza con Salvini, amico di Marine Le Pen. Ma si tratta di riferimenti ideali abbastanza evanescenti. La verità è che il fronte euro-scettico si va consolidando. Chi vuole risollevare il centrodestra oggi lo fa da posizioni molto critiche verso Angela Merkel e la moneta unica. La speranza è di riacciuffare gli astenuti, come crede Berlusconi; o di preparare il terreno per un’intesa elettorale con Salvini, come pensano tanti anche senza dirlo. Di certo, tutti sono consapevoli che nel voto a Grillo e ai suoi seguaci ci sono anche numerosi elettori di centrodestra non recuperabili.