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 2015  luglio 17 Venerdì calendario

Il terrore arriva nel Mediterraneo. L’Isis ha attaccato una nave militare egiziana aprendo un nuovo fronte della sfida al presidente Al-Sisi. L’episodio avviene nelle acque di Rafah, al confine fra Egitto e Striscia di Gaza, quando un missile terra-mare lanciato dalla costa raggiunge un guardacoste fermo all’ancora

I miliziani dello Stato Islamico attaccano una nave militare egiziana aprendo un nuovo fronte della sfida al presidente Abdel Fattah Al-Sisi. L’episodio avviene nelle acque di Rafah, Nord Sinai, al confine fra Egitto e Striscia di Gaza quando un missile terra-mare lanciato dalla costa raggiunge un guardacoste fermo all’ancora. Isis posta le immagini sul web per vantare il successo del blitz sul mare: mostrano il missile in volo e poi l’impatto sulla nave, avvolta dal fuoco. La rivendicazione, immediata, vuole umiliare l’esercito egiziano: «Vi abbiamo colpito anche in mare, la nave è affondata e tutti coloro che erano a bordo sono morti».
La battaglia in corso
La mossa rientra nella battaglia in corso nel Nord Sinai perché l’esercito egiziano adopera simili navi per portare rapidamente le truppe al fronte – ognuna può ospitare fino a 70 militari – evitando il pericoloso percorso via terra nel deserto: l’intento di Isis è ostacolare l’arrivo di questi rinforzi. La battaglia di due settimane fa a Sheick Zuwaid ha già dimostrato l’efficacia dei jihadisti di «Wilyat Sinai» – la Provincia del Sinai che ha giurato fedeltà al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi – riusciti ad uccidere almeno cento soldati egiziani, inclusi 14 ufficiali, prima di essere respinti. Portare la Jihad sul mare significa estendere alle acque del Mediterraneo il terreno di scontro, minacciando le navi davanti a Rafah e Al Arish.
Il blitz precedente
Da almeno un anno i jihadisti egiziani tentavano di riuscirci ma il precedente blitz, avvenuto nel 2014 nelle acque davanti al porto di Alessandria, era stato di tipo diverso: l’abbordaggio di una nave militare, dirottata da terroristi in divise governative, era stato neutralizzato dalla Marina. All’epoca l’esercito egiziano preferì non rivelare i dettagli di quanto avvenuto ed ora, con il portavoce Mohammed Samir, si limita a parlare di «attacco terroristico» senza aggiungere dettagli sui danni subiti dalla nave o sul numero di vittime. Anche la ricostruzione dei fatti è diversa: «La nave inseguiva dei terroristi, vi è stato uno scontro a fuoco e gli hanno lanciato contro un missile anti-tank». Isis dunque non disporrebbe di missili anti-nave in grado di affondare imbarcazioni.
Alcuni pescatori palestinesi, testimoni dell’attacco, hanno però parlato di «incendio di grandi dimensioni a bordo» con «almeno due piccole imbarcazioni egiziane» impegnate a spegnerli con grandi getti d’acqua, lasciando intendere che i danni sarebbero stati ingenti.