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 2015  luglio 16 Giovedì calendario

L’exploit di Rossella Fiamingo, oro nella spada ai mondiali di Mosca per la seconda volta di fila. Nessuna italiana era riuscita a bissare il titolo. Così l’azzurra si conquista un posto nella storia

Soffia via l’aria dai polmoni, fa il segno due con le dita sugli occhi grandi e con la testa su e giù a fare di Mameli quasi un rap. Poi canta e piange, tutta spremuta dalla felicità quest’elegante agrume di Sicilia: Rossella Fiamingo è oro nella spada ai mondiali di Mosca e lo è per la seconda volta di fila, nessuna italiana c’era mai riuscita prima a bissare il titolo. Negli annali la forestale di Catania deve vedersela soltanto con due precedenti lontani, con l’ungherese Mariann Horvath (1991-1992) e con la francese Laura Flessel (1998-1999) alla quale Rossella si è ispirata «per come si muove in pedana». Più danzatrice alla Degas che scarmigliata alla Guttuso, Rossella ha ballato sul tetto del mondo con la padronanza dei suoi elementi: freddezza, lucidità, classe. «Meglio rimandare i festeggiamenti, c’è la gara a squadre da vincere» dice Rossella la razionale, che con questo successo vince anche la coppa del mondo di specialità e il pass per le Olimpiadi di Rio 2016. «Stavolta ero scarica e non ci credevo, tutto il giorno mi dicevo di pensare ad una gara per volta e mi ero stancata mentalmente».
Dici davvero? In finale contro quello stambecco biondo della svedese Samuelsson non sembrava, Rossella ha triplicato (15-5) nel suo concentrato di altezza l’avversaria. E neanche prima è parso: in semifinale l’azzurra ha superato 15-10 la tunisina Sarra Besbes e prima ancora si era aggiudicata il derby azzurro dei quarti di finale contro Bianca Del Carretto (15-4). E ancora più a ritroso, all’inizio: 15-12 alla svedese Sanne Gars, poi 15-9 all’ex compagna di nazionale ora col Brasile, Nathalie Moellhausen; nel turno dei 16 15-11 all’americana Courtney Hurley. Il resto, questa storia.
Mancina di San Giovanni La Punta a Catania, 22mila abitanti alle falde del vulcano, allenata dal maestro Giovanni Sperlinga, Rossella ha compiuto proprio l’altro ieri 24 anni. Che bel regalo, anche per l’Italia alla sua prima medaglia dopo il flop della sciabola. Il presidente del Coni Giovanni Malagò corre in pedana ad abbracciarla, tutta la spada le fa festa lanciandola come fosse una bambina in aria. Dall’oro mondiale a Kazan 2014, non sono passati solo 12 mesi ma la bellezza della maturità: «Era tutto l’anno che chiedevo al ct Sandro Cuomo se non fosse stata casuale quella vittoria, ora mi ha detto “Visto che non è così?”». Pianista, ex fidanzata del nuotatore Luca Dotto, neoproprietaria di casa dove invitare un’altra dolce metà. L’intera Rossella è questa verità di non essere più la promessa. «L’assalto più difficile? Con Bianca Del Carretto, non tanto perché si è risolto con la priorità ma perché sarei voluta andare sul podio con lei, visto che questo è stato probabilmente il suo ultimo mondiale».
La scuola non finisce, anzi si tramanda. Ed è trasversale, nello sport e nelle armi. «Mi sono sentita tutto il giorno con Francesca Schiavone, ci siamo conosciute a Londra. Mi ha dato la carica. E ho confessato a Valentina Vezzali di avere paura e lei mi ha risposto: “Non hai mai paura, dimostramelo”». Alla signora del fioretto non chiedere dubbi. Ma il futuro che sempre verrà: «Ho vinto il mio secondo mondiale, al Brasile penserò da domani. Sono tranquilla perché ho raggiunto la qualificazione individuale, lo sarò ancora di più quando ci riuscirà anche la squadra». Piange quella dei maschi: Garozzo e Santarelli fermati a un passo dal podio, gli altri fuori prima. Rossella, domani è un altro giorno, il tuo.