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 2015  luglio 16 Giovedì calendario

Fiorello e il suo sfogocontro la tv su Periscope. Ina trovata per fare un po’ di «rumore» contro chi si prende troppo sul serio

Ma davvero Rosario Fiorello ha deciso di chiudere con la tv? Davvero è così deluso per l’esclusione dai palinsesti Rai da dare libero sfogo a un risentimento così cupo? Davvero non vedremo più in tv uno show di Fiorello solo perché qualche malmostoso ha osato criticarlo? È successo questo. Fiorello si sveglia presto la mattina e non riesce a stare con le mani in mano. Prima andava all’edicola sotto casa, poi al bar e ci ha regalato «Edicola Fiore»: un divertimento di grande intelligenza, usando rete e nuove tecnologie. Adesso, che sta portando in giro per l’Italia un tour teatrale che si chiama L’ora del Rosario, si è inventato un’altra diavoleria: «Live from the pillow» (in diretta dal cuscino). Verso le 5 del mattino, Periscope acceso, l’aria assonnata e persa nel rincorrere i suoi fantasmi, si è abbandonato a una riflessione: «Quello che vedete in televisione è risultato di prove, stress, ansie, conferenze stampa, discussioni, critiche, non critiche, giornali. È una cosa pesantissima, non è fatta per me… Ho ricevuto tante di quelle critiche. Io dicevo “è impossibile, non faccio uno spettacolo contro qualcuno”. E invece no, appena arrivo in televisione si scatenano tutti. Poi adesso ci sono anche i social... scusate ma i social non fanno testo. Se ci mettiamo a dar retta agli haters. Quelli che stanno a casa davanti a un computer e dicono “Oh, stasera che c’è in tv? E annamo”…». Basta seguire lo «sfogo» con un minimo di avvedutezza per capire che tutta la parte che riguarda la tv è una sorta di gioco, una trovata per fare un po’ di «rumore» contro chi si prende troppo sul serio. Certo, anche se sono le 5 del mattino, Fiorello spiega molto bene le differenze tra teatro e tv, ma lo fa anche per chiarire che la grande tv nasce solo da un duro dressage nei teatri di provincia per sperimentare un nuovo repertorio e registrare le reazioni del pubblico. Se mai, la parte più dura non è certo quella contro la tv ma quella contro certi «battutari» seriali, contro certi «odiatori» di professione che passano il tempo con i tweet a colpire il bersaglio grosso. Li sfida su Periscope: «I battutari che ci mettono mezz’ora a scegliere una frase si nascondono su Twitter, qui devi metterci la faccia in diretta». Fiorello stia tranquillo, la vera ragione è di chi sa quando parlare e quando tacere. O quando è il momento giusto di tornare in tv.