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 2015  luglio 15 Mercoledì calendario

Se per fare Roma-Milano servono 9 ore e 45 minuti ma basta un euro. La generazione low cost viaggia in pullman. Con Megabus o Euroline si può andare in tutt’Europa in vacanza o a trovare la fidanzata, è certamente il sistema più lento ma anche il più economico e non ha l’aria di essere scomodo. I bus sono a due piani, con 87 posti e il wifi immancabile

La passeggera numero ottanta è una ragazza coi capelli rossi, lo zaino blu e una bottiglia di tè freddo in mano. Arriva alle 21.27, appena in tempo. Un attimo dopo il portello bagagli schiocca. E si parte. Basteranno nove ore e 45 per arrivare a Roma. Non proprio alta velocità. Ma nessuno ci fa caso: del resto, nel gruppone che ha riempito il Milano-Roma delle 21.30 c’è gente che per quel viaggio ha pagato uno, tre, quattro euro. Sette giusto chi ha tirato tardi a prenotare. «È nettamente il modo più economico», confermano tre universitari di ritorno nella capitale. «Ne hanno parlato bene, vi sapremo dire».


Stile Ryanair
Per l’Italia che viaggia in bus le nove di sera sono un po’ l’ora di punta. Alla stazione di Lampugnano, periferia nord-ovest di Milano, si arriva e si parte tra zanzare fameliche. Sullo stesso marciapiede si incrociano due corse della Megabus: la compagnia – scozzese ma generosa – che in Italia ha esordito lo scorso 24 giugno. Uno è il Torino-Roma della ragazza con i capelli rossi, dei tre universitari, di una coppia di turisti venuti dalla Malesia e carichi di sacchetti. E molti altri, soprattutto giovani. L’altro è un Roma-Torino che ha quasi finito il suo giro. Dentro c’era Amal, una ragazza con canotta, rasta e la sigaretta per ingannare la sosta. Ci spiega: «Arrivo da Bologna e vado a Torino, è la prima volta con il bus. È comodo, molto più del treno».
Già prima di approdare da noi, Megabus era un colosso in Europa e Nord America, con oltre 15 milioni di passeggeri l’anno. In Italia offre 13 destinazioni e buona frequenza di collegamenti. Dall’8 luglio anche due partenze al giorno da Milano a Londra, via Torino e Parigi, per oltre venti ore di viaggio da capolinea a capolinea. I bus sono a due piani, con 87 posti, il wifi immancabile. Dentro e fuori è tutto in tinta Ryanair: blu e giallo accesi. Il dress code dei prezzi stracciati. «Siamo molto soddisfatti: c’è stata una grande risposta alla novità», dice Carlo Baggiani, numero uno della compagnia nel nostro Paese. «I biglietti a uno, quattro, sette euro continueranno sempre ad esistere, non è solo il lancio. Operiamo come le compagnie aeree low cost: man mano che i posti si esauriscono, il prezzo sale. Usiamo bus molto grandi, non abbiamo intermediari, teniamo i costi al minimo».


La rete che già c’era
Ma torniamo a Lampugnano e alla sua ora di punta. Perché sull’altra corsia – a guardare con diffidenza gli ultimi arrivati – si sono accodati tre bus bianchi di Eurolines-Baltour. Loro non sono una novità, e davanti portano scritte destinazioni lontane: Parigi, Lione, Amsterdam. Intorno hanno viaggiatori di ogni colore e parlata, che trafficano con bagagli e pacchi quasi tutti enormi e dall’aria pesante. Sul bus per Amsterdam sale Alex, che invece viaggia leggero, viene da Venezia, studia biotecnologie. E sorride, chissà come, in faccia al viaggio che l’aspetta. «A dire il vero mi fermo a Nancy – ci rassicura – e sarà la quarta o quinta volta che la faccio in bus. Mia madre è francese, vado su a trovare mia sorella. Come si fa? Panini, bibite e tanta pazienza. E musica buona, quella aiuta parecchio».
Anche Eurolines è compagnia da grandi numeri, con 500 destinazioni europee e 4 milioni di passeggeri l’anno. «Negli ultimi cinque anni i nostri clienti italiani sono aumentati ogni anno di oltre il dieci per cento», dice Alessandro Pratesi, direttore generale di Baltour. «Le nostre tratte più forti in Italia sono quelle sulla dorsale adriatica e tra le grandi città. In Europa vanno bene Parigi, Marsiglia, Barcellona, Berlino, Amsterdam. Con noi viaggiano lo studente Erasmus, chi ha una fidanzata in Francia, chi si muove per fare un colloquio o un concorso. Ma anche lavoratori, che partono il venerdì sera per raggiungere la famiglia e sfruttano le linee notturne per guadagnare mezza giornata».

Nuovi vecchi usi
Chi viaggia lento, in bus, viaggia spesso di notte. Ha sposato la linea del risparmio e si lamenta assai meno di chi prende l’alta velocità o un aereo. Intanto a Lampugnano arriva anche un pullman rosso. È di una piccola compagnia, e ha l’aria più attempata e meno internazionale. Come pure la clientela, fatta di zie anziane e mamme e padri venuti in visita a discendenti di stanza al Nord. La destinazione è Potenza, una di quelle città del meridione che ai bus e ai loro tempi sono abituate da una vita. Si parte poco prima delle dieci, si viaggia di notte, si prova a dormire. E intanto si capisce che i nuovi riti e i nuovi consumi, in fondo, erano già parte di noi.