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 2015  luglio 15 Mercoledì calendario

Alitalia e il grande ritorno ai bond. Così la compagnia emette obbligazioni per 375 milioni interamente sottoscritti da Morgan Stanley. La durata è di 5 anni e la cedola fissa sarà del 5,25% annuo. Quotazione presso la Borsa irlandese. Il collocamento è rivolto esclusivamente a investitori istituzionali

Che la nuova Alitalia targata Etihad sia completamente diversa dalle precedenti si nota anche dal fatto che riesce a collocare obbligazioni sul mercato. La compagnia lo ha fatto ieri ed è una cosa che non succedeva da moltissimi anni: addirittura dal Mengozzi-bond del 2002. 
Ecco i dettagli finanziari: le obbligazioni sono senior unsecured per un importo nominale di 375 milioni di euro, interamente sottoscritti da Morgan Stanley. La durata è di 5 anni e la cedola fissa sarà del 5,25% annuo. Quotazione presso la Borsa irlandese. Il collocamento è rivolto esclusivamente a investitori istituzionali.
Ma la cosa interessante non sono i dati del prospetto ma il fatto che Alitalia torni ad avere credibilità sui mercati finanziari. I Mengozzi-bond valevano 1,8 miliardi, e a parte 400 milioni usati per aumentare il capitale furono l’ultimo investimento serio di Alitalia per potenziare la flotta. Il primo Boeing 777 arrivò nell’agosto 2002, poi Mengozzi se ne andò (febbraio 2004), arrivò Cimoli e da allora Alitalia riuscì a trovare solo prestiti per sopravvivere: il prestito-ponte da 400 milioni nel luglio 2004 e l’ aumento di capitale da 1,2 miliardi nel 2005. Seguirono l’arrivo della Cai di Colaninno e infine quello di Etihad. Ieri l’amministratore delegato Silvano Cassano dichiarava che «questa emissione rappresenta un importante segnale di fiducia dei mercati finanziari. È una dimostrazione della credibilità del nostro progetto, in un momento in cui Alitalia è impegnata in un ambizioso piano di rilancio attraverso il rinnovo della flotta, lo sviluppo di nuove rotte intercontinentali, il rinnovo delle infrastrutture tecnologiche e nuovi piani di formazione del personale».
Ma osservando le cose da fuori può restare un dubbio: con un nuovo socio di controllo come Etihad, che è una compagnia così ricca, che bisogno c’è di cercare capitali indebitandosi sul mercato? Gregory Alegi, docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss Business School (e direttore di DedaloNews.it), risponde che «questo è un ottimo momento per trovare capitali sul mercato e un investitore avveduto ne approfitta. Caso mai, c’è da chiedersi per che cosa verranno usati questi soldi». In che senso? «Con 375 milioni non si potenzia la flotta. Al massimo si compra un aereo e mezzo, di quelli a lungo raggio». Quindi? «I soldi per potenziare il lungo raggio arriveranno dai soci, mentre questi 375 milioni serviranno, immagino, a investimenti per migliorare la qualità: riallestire gli aerei esistenti e rinnovare i terminal».