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 2015  luglio 15 Mercoledì calendario

Samurai bond, Atene fa i conti anche col passato. Il governo greco ha ripagato ieri in extremis la prima tranche in scadenza delle obbligazioni emesse vent’anni fa. Così facendo, ha evitato un primo default verso creditori privati che avrebbe avuto conseguenze potenzialmente incalcolabili. Intanto la Borsa Tokyo si è sentita sollevata e l’indice Nikkei è salito dell’1,47%

Anche il debito di un’epoca precedente l’avvento dell’euro pesa sulle esauste finanze di Atene: il governo greco ha ripagato ieri in extremis la prima tranche in scadenza dei “samurai bond” emessi vent’anni fa. Così facendo, ha evitato un primo default verso creditori privati che avrebbe avuto conseguenze potenzialmente incalcolabili, aggiungendosi all’arretrato di circa 2 miliardi di euro già accumulato nei confronti dell’Fmi. Secondo quando comunicato dalla Mizuho Bank (la banca che ha gestione le relative operazioni), Atene ha ripagato un totale di circa 11,6 miliardi di yen (pari a circa 94 milioni di dollari) in conto capitale (più coupon) dovuti a istituzioni finanziarie e investitori individuali per lo più giapponesi. Tuttavia è molto probabile che gli investitori originari abbiano ceduto gran parte del debito greco denominato in yen a hedge fund stranieri. La Borsa di Tokyo si è sentita sollevata e ieri l’indice Nikkei è salito dell’1,47%.
I samurai bond ventennali erano stati nel 1995-96 da Stato e ferrovie greche con un coupon fisso del 5,8% per un totale di 58,1 miliardi di yen: quelli ripagati ieri rappresentano i primi titoli in maturazione dopo il “default” verso l’Fmi. Altre scadenze greche sui samurai bond saranno a febbraio, agosto e dicembre dell’anno prossimo, per un totale di altri 46,4 miliardi di yen. Il governo giapponese e la banca centrale erano stati in allarme fino all’ultimo momento per l’eventualità di un mancato pagamento. Proprio ieri, del resto, è emerso che la società pubblica di assicurazione sull’export, Nexi, ha deciso di sospendere le agevolazioni assicurative per commercio e investimenti verso il Venezuela dal 21 luglio. Le case di trading nipponiche hanno già perso circa 20 miliardi di yen sull’export di auto verso controparti venezuelane inadempienti e ora battono cassa alla Nexi.
Sul fronte delle scadenze di Atene nei confronti dei creditori, quella più importante e che rischia di far saltare il “banco” dell’accordo con i creditori è nei confronti della Banca centrale europea. Sono 3,5 miliardi di euro in scadenza il 20 luglio e il cui mancato pagamento farebbe immediatamente scattare il default della Grecia e l’interruzione di qualsiasi forma di aiuto, in particolare la liquidità di emergenza Ela, erogata attraverso la Banca centrale greca. Questioni geograficamente lontane dal Giappone, ma comunque vicine dal punto di vista finanziario data l’interdipendenza dei mercati: la conferma è nello “zelo” con il quale Atene ha rimborsato i samurai bond.