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 2015  luglio 15 Mercoledì calendario

A partire da gennaio 2016, in caso di fallimento di una banca, il conto non verrà più pagato dai singoli Stati nazionali ma direttamente da azionisti, obbligazionisti e correntisti delle stesse banche in difficoltà. La tutela vale fino a 100 mila euro depositati, oltre si rientra nell’operazione salvataggio e il conto non è più garantito. Una rivoluzione, certamente non una buona notizia per i correntisti

Ci sono delle svolte che passano quasi inosservate, poi tutto cambia. Improvvisamente. Prendiamo il caso dei salvataggi bancari. All’indomani del crac della Northern Rock (ricordate le file davanti agli sportelli per ritirare i soldi?) l’Europa si è posta il problema di come fare per aiutare le banche travolte dalla crisi. In una domanda: chi doveva pagare il conto della cattiva gestione o dei rischi eccessivi che un istituto di credito si era accollato? Per molto tempo la scelta, per Paesi che vanno dalla Germania alla Francia al Regno Unito è stata questa: paga lo Stato. Che è intervenuto con massicci aiuti e ricapitalizzazioni. Secondo uno studio di Mediobanca tra Usa ed Europa ai contribuenti sono stati chiesti qualcosa come 4 mila miliardi. Una cifra record. E l’Italia? Una via intermedia: lo Stato ha solo «prestato» i fondi a istituti come Mps e Bpm e Banco Popolare, ai quali ha chiesto in cambio, però, alti tassi d’interesse.
 A partire da gennaio 2016 però tutto cambierà. Il conto non verrà più pagato dai singoli Stati nazionali ma direttamente da azionisti, obbligazionisti e correntisti delle stesse banche in difficoltà. La tutela vale fino a 100 mila euro depositati, oltre si rientra nell’operazione salvataggio e il conto non è più garantito. Una rivoluzione, appunto. Che ha visto una prima applicazione a Cipro. Adesso bisognerà vedere cosa accadrà ad Atene, dove c’è persino la possibilità che la soglia di sicurezza venga ridotta. Domanda: ma siamo sicuri che eventuali errori del management nella gestione di una banca debbano poi essere pagati da chi ha affidato i propri risparmi a quello sportello? L’Europa ha scelto questa strada. Ma a questo punto diventa decisivo il comportamento delle autorità di vigilanza, Bankitalia e la Banca centrale europea. Dalla loro capacità di anticipare gli errori e i rischi eccessivi presi (troppe volte) dalle banche dipenderà la vera tutela dei correntisti.