Corriere della Sera, 13 luglio 2015
Calciomercato, la bancarella azzurra. Un giro d’affari da 100 milioni, 14 di media a giocatore, con il picco di 20, pagati dal Milan per Andrea Bertolacci. Con le partenze verso l’estero di El Shaarawy (finito al Monaco, per 1 milione subito più 14 di riscatto con 20 presenze minime), Darmian (Manchester United, 18 milioni) e lo stesso Ogbonna (West Ham, 11) i calciatori nel giro della Nazionale che hanno lasciato la Serie A sono ormai una quindicina
La bancarella azzurra ha già venduto quasi tutto. Anche se i prezzi per la verità sono da boutique. Otto nazionali convocati per le partite di giugno dal c.t. Antonio Conte, più Ogbonna che in quell’occasione non era stato chiamato, hanno cambiato maglia in questa prima fase del mercato: il giro d’affari è di 100 milioni, 14 di media a giocatore, con il picco di 20, pagati dal Milan per Andrea Bertolacci. E altri potrebbero aggiungersi presto alla lista della spesa. Praticamente tutti, a parte Andrea Pirlo a New York, sono finiti in una vetrina più prestigiosa (o con un posto in prima fila) nella stagione che porta all’Europeo di Francia: se va bene, tra 11 mesi potremmo quindi trovarci con un patrimonio tecnico più qualificato, anche a livello internazionale. Ma i controlli-qualità da superare non sono pochi per un prodotto, quello italiano, che si conferma piuttosto caro.
Con le partenze verso l’estero di El Shaarawy (finito al Monaco, per 1 milione subito più 14 di riscatto con 20 presenze minime), Darmian (Manchester United, 18 milioni) e lo stesso Ogbonna (West Ham, 11) i giocatori nel giro della Nazionale che hanno lasciato la serie A, sono ormai una quindicina. Ma Balotelli, Borini (che Prandelli aveva portato all’Europeo 2012) e Sirigu potrebbero anche rientrare alla base nelle prossime settimane. Sul mercato ci sono anche Cerci, Osvaldo (svincolato dopo la parentesi al Boca Juniors), Soriano, Okaka. Oltre al pezzo pregiato dell’Under 21, Romagnoli, tornato alla base romanista dopo il campionato alla Samp e concupito dal Milan. Lui come Rugani, passato dall’Empoli alla Juve, è atteso al grande salto. Perché quel che conta è crescere, non solo nell’Iban (vedi Giovinco a Toronto), ma anche sul campo, dal punto di vista dell’autorevolezza e dello spessore, anche quello internazionale.
Così Simone Zaza, che all’inizio della scorsa stagione è stato l’uomo copertina della gestione Conte, ha raccolto la sfida ed è finito alla Juventus (operazione da 18 milioni): da punta centrale e titolare fisso nel 4-3-3 del Sassuolo a riservista nella squadra di Allegri. I problemi di crescita probabilmente non mancheranno, ma se Zaza farà bene alla Juve – nella penuria generale di grandi punte italiane – potrebbe dare nuove certezze anche a Conte, che proprio venerdì ha lanciato l’allarme sulla scomparsa della scuola dei centravanti.
Il compagno di Zaza nella coppia d’attacco più utilizzata dal c.t., Ciro Immobile, non ha sfondato al Borussia Dortmund ed è finito al Siviglia (per 14 milioni) che ha conquistato le ultime due edizioni di Europa League. Come seconda occasione non è certo male, ma il napoletano stavolta non può fallire se vuole arrivare come prima scelta nell’attacco azzurro all’Europeo: il cambio di modulo di Conte, che a giugno ha utilizzato Pellé come punta centrale con Candreva ed El Shaarawy sulle fasce, potrebbe cambiare le gerarchie. Di sicuro l’ex milanista finito a Montecarlo è un uomo chiave anche per la Nazionale. Come potrebbe essere Bertolacci. Ma la rinascita del Faraone e la consacrazione ad alto livello dell’ex genoano di scuola romanista, non saranno operazioni semplici, considerate le aspettative. Le sfide però sono affascinanti e quella più intrigante a livello internazionale resta quella di Matteo Darmian, dal Torino e dall’ottimo rendimento in Nazionale al Manchester United. Se il ragazzo dell’oratorio di Rescaldina (Milano) conquista la fascia dei Diavoli Rossi, qualcun altro magari lo segue.