la Repubblica, 13 luglio 2015
Tour de France, nel duello dei treni Froome resta in giallo. Nibali paga poco. Adesso tocca ai Pirenei. La Bmc di Van Garderen vince per un solo secondo sulla Sky del britannico la spettacolare cronometro a squadre. Sorprende Quintana, l’azzurro perde altri 35” ma evita il crollo. Oggi la giornata di riposo, prima delle grandi salite: attaccare il leader, mai tanto sicuro di sé, sarà molto difficile per tutti
Braccio di ferro non è il modo migliore per definire una sfida a colpi di gambe, ma sentite un po’: al primo intertempo (km. 10), Bmc e Sky alla pari, 10’54”. A 7” la Tinkoff. A 40” l’Astana. A 44” la Movistar. Al secondo intermedio (km.20,5) Sky in testa, 21’50 il suo tempo, con 1” sulla Bmc e la Tinkoff, 2”sulla Movistar, 21” sull’Astana. Al traguardo, in cima a una salitella stroncagambe, dopo 28 km. di forsennato su e giù vince la Bmc di Van Garderen con 1”(62 centesimi per la precisione) sulla Sky di Froome, 4” sulla Movistar di Quintana, 28 sulla Tinkoff di Contador e 35” sull’Astana di Nibali. Di cui si può dire: prestazione dignitosa, continua a incassare ma non era su un terreno come questo che gli si poteva chiedere di invertire la tendenza. Persi presto, troppo presto per strada Gruzdev e Taaramae. Dispensato da alcuni turni in testa Scarponi, alle prese con un virus intestinale da cui il dottor Nibali lo giudica guarito. Speriamo, perché domani cominciano le salite, ieri Fuglsang ha stentato a carburare e qualcuno una mano a Nibali la dovrà pur dare, sulle salite.
Jacques Anquetil, uno dei signori del tempo, aveva un certo senso dell’umorismo, e non solo a scapito del bonaccione Poulidor, l’eterno secondo. Non rinunciava alla battuta nemmeno quando era più di là che di qua. Mangiato da un cancro, a Poulidor che era andato a fargli visita in ospedale disse al momento dei saluti: «Non prendertela se arrivo per prima anche stavolta». Mi sa che questa l’ho raccontata. L’altra no. A un imprudente cronista che gli aveva chiesto il segreto per andare così bene a cronometro rispose: «È molto semplice: basta partire a tutta,aumentare il ritmo nella fase centrale e chiudere sprintando».
Semplicissimo, ma nelle crono individuali, dove ognuno sa quel che può dare e fin dove può arrivare il suo sforzo. Le cronosquadre sono un esercizio collettivo, un concerto in cui i suonatori, cioè i corridori, dopo lunghi allenamenti per attribuire posizioni e compiti, sono coordinati da un direttore d’orchestra che in genere, ma non sempre, è il capitano. Coordinano Froome, Van Garderen, Nibali, mentre Quintana viene coordinato.
Nessuno è perfetto, anche se tutti si dichiarano soddisfatti. Anche Nibali: «Tutti abbiamo dato il massimo. Mi aspettavo una crono meno veloce». La Bmc ha vinto a 52,093 di media. Prima parte veloce, al lavoro i grandi motori. Seconda parte più mossa. Su una leggera salita che si chiama Croce dipinta Adriano Malori, più spingendo un rapportone che dipingendo, ha messo in croce i suoi. Qualche secondo di panico, poi i bluverdi si sono ricompattati. Se ci si ferma al singolo episodio, la Movistar ha perso di 4” per colpa di Malori, ma senza Malori avrebbe perso ben più di 4”. Se nessuno è perfetto, non lo è neanche Froome. Fin qui impeccabile, ma appena vede lo striscione del traguardo, in qualche pecca incorre. Per esempio, si scorda di essere il capocordata di una cronosquadre, dà una di quelle tirate pazzesche che solo lui, per ora, sembra in grado di fare. Il risultato inciderà sul risultato: Froome tira il collo al povero Roche, che già restava attaccato con l’anima tra i denti, e il quinto uomo, su cui viene preso il tempo, perde le ruote. Di non molto, ma le perde. E allora ecco Froome, tornato in sé, che si lascia sfilare in coda per incoraggiare il compagno, allez che è fatta.
Non è fatta perché la Bmc vince per l’inezia che sapete. Non è una vittoria superlativa, se si tien conto che parliamo della squadra campione del mondo della specialità. E Van Garderen s’aspettava qualcosa di più, magari una maglia gialla. Al Dauphiné è stato il rivale più valido per Froome. Ma una corsa di tre settimane è tutt’altra faccenda. Van Garderen, la classifica parla chiaro, è molto vicino a Froome. Radio- gruppo lo ha etichettato come molto bravo, ma abbonato, nell’arco delle tre settimane, a una giornata nerissima. Per conto mio, chi esce meglio dalla cronosquadre è Quintana. La Movistar è stata, ai vertici, la più regolare. Lo ha protetto bene, tranne che nel giorno dei ventagli. Adesso tocca a lui. Chiusura con Froome: «Perdere per meno di un secondo non fa piacere, i miei compagni meritavano di vincere. Il mio bilancio è molto positivo: se mi avessero detto prima del via che avrei passato la giornata di riposo a Pau in maglia gialla mi sarei messo a ridere. Anche di più avrei riso se mi avessero accreditato di un minuto su Contador, due su Quintana, più di due su Nibali». Molti corridori dicono che il Froome attuale è più forte di quello del 2013. «Spero che abbiano ragione. Non saprei dire. Ho due anni d’esperienza in più, può servire». Parole sante.