Corriere della Sera, 13 luglio 2015
Alberto e i dieci anni di regno a Monaco. Charlène lo ha chiamato «le prince de mon coeur», i Royal Twin hanno ricevuto dai monegaschi gioielli anni Trenta di Cartier e tutti hanno festeggiato con un cocktail musicale: Robbie Williams, Lemar e Justin Caldwell...
«L’erede al trono, il piccolo Jacques? È curioso del mondo, pieno di energia», dice il principe Alberto al Corriere, dieci anni esatti dopo aver raccolto il testimone, alla guida di Monaco, da Ranieri. E poi aggiunge una nota ancora più personale: «All’inizio – dice – avevo timore di sbagliare, ora sono fiducioso che i progetti per portare Monaco nel futuro sono quelli giusti».
Dieci anni dopo, il Principato è un cantiere. Nel carré d’or attorno al Casinò sono sbucati curiosi meteoriti giganti (in realtà sono boutique di moda), lo Sporting d’Hiver sta per cedere il passo a un complesso residenziale firmato «Rogers Stirk Harbour + Partners» con il monegasco Alexandre Giraldi, mentre si lavora per ampliare il mitico Hotel de Paris.
Monaco cambia volto per festeggiare il suo principe che taglia il giro di boa dei primi dieci anni di regno. «Dobbiamo rinnovarci, soltanto così costruiremo la nostra sostenibilità futura» continua Alberto.
Principe, di che cosa è più orgoglioso, fra quanto realizzato in questi anni? «Intende dire, a parte i gemelli Jacques e Gabriella e mia moglie Charlene, che sono la mia felicità, vero?». Senza contare che sabato, sulla piazza del palazzo davanti a tutti i monegaschi riuniti per festeggiare Charlene le ha detto di essere «le prince de mon coeur», in un francese perfetto. «La cosa che mi fa sperare di aver lavorato nella giusta direzione è constatare come oggi la gente inizi ad avere una percezione diversa di Monaco. Sì certo, per qualcuno siamo rimasti terra di agevolazioni, paradiso del lusso, ma credo che il lavoro fatto in questi anni inizi a pagare: Monaco oggi è più internazionale, ha un’anima più solidale ed ecologica ed è anche una meta d’arte. Lo dimostra la mostra appena inaugurata al Grimaldi Forum: Da Chagall a Malevitch».
Lo scorso anno era arrivata nel Principato la collezione di François Pinault con l’evento ArtLovers e si dice che per il 2016 Monaco stia preparando un grande evento su Francis Bacon e ben due nuovi musei sul porto, uno dovrebbe essere dedicato proprio alla storia di casa Grimaldi. Principe, in questi dieci anni è stata più difficile la fase iniziale, o è più complicato adesso? «All’inizio non sapevo esattamente come comportarmi, avevo più timore di sbagliare, adesso credo di aver agito nel modo giusto, fatto sin qui le scelte migliori per il futuro di Monaco. Ma la sensazione di essere osservato, come se qualcuno fosse sempre pronto a dire “ecco che adesso commette un passo falso” non ti abbandona mai».
Mi dica dei gemelli (nati lo scorso 10 dicembre, ndr ) che l’altro ieri hanno conquistato i monegaschi con i loro sorrisi dal balcone del palazzo mentre due nanny li sorreggevano: come sono? «Sono adorabili, Gabriella è molto calma, sempre tranquilla, molto riflessiva, al contrario Jacques è sempre in movimento, vuole afferrare cose, muoversi, è curioso del mondo».
E mentre Alberto parla, nel tramonto di Monaco sulla terrazza dello Yacht club, si coglie nella voce l’emozione di veder crescere i gemelli battezzati il 10 maggio scorso. Infatti, invocati da papà «Albert», i piccoli hanno fatto capolino dal balcone sabato. Per la gioia degli ottomila monegaschi doc invitati per festeggiare sulla Place du Palais (in tutto, sono circa 40 mila gli abitanti del Principato). Mentre sulla piazza, conquistato dalla gigantesca fugasse (la torta di Monaco con zucchero e mandorle) del diametro di 10 metri, con Stephanie, Carolina, Andrea e Tatiana c’era, biondissimo, il piccolo Sasha. Assieme ai presto sposi Pierre e Beatrice (fiori d’arancio a Monaco il 25 luglio) che avevano passato la mattinata al Monte Carlo Beach, la spiaggia più mondana della Côte, inventata da Elsa Maxwell per il principe Luigi II sul finire degli anni Venti.
Monaco dieci anni dopo resta, prima di tutto, una famiglia. Ma se nel 2005, sulla Place du Palais, Alberto aveva ricevuto le (simboliche) chiavi di Monaco dal sindaco della città-stato, Georges Marsan, sabato 11 luglio – dieci anni dopo – su questa stessa piazza Alberto ha festeggiato il primo giro di boa e ricevuto il regalo dei monegaschi per i Royal twins: gioielli anni Trenta di Cartier. Poi cocktail musicale per tutti. E si è ripetuto ieri sera con la rockstar Robbie Williams, Lemar e Justin Caldwell. Nell’aria, durante il ricevimento di sabato, la voce della monegasca Olivia Dorato. Poi Alberto ha lasciato la piazza per il porto. Ha salutato la tradizionale «famiglia» dei monegaschi per incontrare il nuovo gotha sempre più internazionale che ama Montecarlo.
Nel nuovo Yacht Club firmato dall’archistar Norman Foster, per festeggiare i 150 capolavori delle avanguardie russe (in mostra a Monaco fino al 6 settembre), presenti i nipoti di Marc Chagall, sono stati serviti champagne, salmone e fragoline di bosco. Nell’aria, il glamour mondano di sempre.
È la doppia anima del Principato, la doppia sfida di Alberto. Da dieci anni. Tenere assieme storia e futuro, tradizione e mondanità. Famiglia – lui continua a chiamare Monaco la sua «grande famiglia» – e respiro globale.