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 2015  luglio 13 Lunedì calendario

Una strage per un parcheggio. È successo ieri nel Casertano. Agente penitenziario stermina famiglia: cadono sotto i colpi di pistola padre, madre, figlio e un loro cliente. «Ho fatto un macello, li ho uccisi», le sue prime parole dopo essersi consegnato. La follia dopo l’ennesima lite con i vicini di casa per il posteggio dei camion di una ditta ortofrutticola

Una tragedia annunciata quella che ieri ha sconvolto Trentola Ducenta, un piccolo centro in provincia di Caserta, dove un agente di polizia penitenziaria, Luciano Pezzella, ha scaricato l’intero caricatore della sua pistola d’ordinanza contro i vicini di casa e un loro cliente. Gravissimo il bilancio: quattro le vittime. Michele Verde, 61 anni, sua moglie, Vincenza Caiazza, 58 anni, e il primogenito della coppia, Pietro, 31 anni, sono morti sul colpo mentre Francesco Pinestro, 37enne di San Marcellino, è arrivato in gravissime condizioni in ospedale ed è deceduto poco dopo. Dopo aver commesso la strage, Luciano Pezzella si è costituito dai carabinieri. «Ho sparato ai miei vicini, abbiamo litigato e li ho ammazzati tutti, ho fatto un macello», ha dichiarato Pezzella, stravolto, non appena ha messo piede dentro la caserma dell’Arma. Poi ha poggiato la 9x19 parabellum con il caricatore ormai vuoto sulla scrivania del piantone.
A dare l’allarme sono stati alcuni vicini di casa: le urla, poi gli spari. Luciano Pezzella non tollerava i continui rumori provenienti dal palazzo di fronte al suo, lì dove Michele Verde viveva con la sua famiglia e dove aveva allestito un deposito di contenitori per prodotti ortofrutticoli. Per caricare quelle cassette, i camion arrivavano in via Carducci poco dopo l’alba. Quel continuo trafficare innervosiva Pezzella, che si lamentava continuamente per quei rumori, così come per il parcheggio nel viale, dove spesso agricoltori e fruttivendoli sostavano disordinatamente. L’agente della penitenziaria già in passato aveva minacciato più volte di usare la pistola. Minacce che nessuno aveva mai preso sul serio. Lo considerano tutti una persona irascibile, ma non un violento.
LA SEQUENZA

Il primo a finire travolto da una furia omicida che si è consumata in meno di cinque minuti è stato Francesco Pinestro. Il 37enne era appena arrivato in via Carducci, Pezzella era in camera da letto e deve averlo sentito mentre era in casa, perché guidava un camion a gasolio rumorosissimo. L’agente si è precipitato in strada, ha estratto la pistola e l’ha puntata contro il camionista: gli ha sparato una volta, un secondo bossolo non è andato a segno perché la Scientifica l’ha ritrovato sull’asfalto. Il 37enne ha perso i sensi e di conseguenza il controllo del camioncino, che è finito contro un muretto basso a pochi metri dalla casa del suo assassino. Poi la guardia penitenziaria è andata dritta verso il suo principale obiettivo: la famiglia Pezzella. Il primo che si è ritrovato bersaglio dei suoi colpi è stato il capofamiglia. Michele Verde era nell’androne della palazzina, ancora intento a spostare le cassette. Pezzella gli ha sparato, il 61enne si è accasciato ma l’agente non si è fermato. È salito su per le scale e ha fatto di nuovo fuoco: prima contro la moglie di Michele, Enza, poi contro il loro primogenito, Pietro, che viveva con la fidanzata nell’appartamento attiguo a quello dei genitori. Salva per miracolo la ragazza, protetta dal fidanzato che prima di uscire di casa per capire cosa stesse succedendo, le ha detto di restare nascosta. Scampato alla strage il secondo figlio della coppia: quando Pezzella ha sparato, il ragazzo era già andato al lavoro, in un bar vicino casa. Ora è rimasto solo con l’altro fratello, Gennaro, che però vive a Milano: sabato prossimo avrebbe dovuto sposarsi.