Corriere della Sera, 9 luglio 2015
Il Milan avrà un nuovo stadio e l’Inter si tiene stretta il vecchio San Siro, teatro di tante imprese. Anzi, il nuovo impianto rossonero permetterà ai nerazzurri di sistemare la Scala del calcio: già pronti 120 milioni
Niente è come esserci. Meglio se soli. Il Milan avrà un nuovo stadio e l’Inter si tiene stretta il vecchio San Siro, teatro di tante imprese.
Per il club di nerazzurro, dopo il primo sì dalla Fondazione Fiera, cambia poco: il presidente Erick Thohir è sempre stato convinto che per realizzare un progetto vincente, sotto tutti i punti di vista, fosse indispensabile per Inter e Milan avere due stadi autonomi. E, infatti, il magnate indonesiano aveva già stabilito di investire 120 milioni per ristrutturare San Siro, convinto che non abbandonare la vecchia ma pur sempre suggestiva casa fosse la soluzione migliore per il suo club. Ne ha parlato ovviamente anche con Massimo Moratti che condivide.
I lavori per un primo restyling, in vista della finale di Champions League del 2016, sono già iniziati, ma lo stadio verrà rimodernato solo a partire dal 2018. Non tanto all’ esterno per non perdere quell’iconicità che l’ha reso famoso nel mondo, ma all’interno. Il tanto discusso terzo anello sarà abbattuto non solo per motivi estetici ma anche per ridurre la capienza a 60 mila posti che l’Inter confida di avere sempre occupati.
I lavori di ristrutturazione consentiranno, inoltre, di migliorare la visibilità degli spettatori di alcuni settori e di realizzare quei servizi integrati che le attuali strutture di San Siro rendono incompatibili.
Inter fedele al suo stadio, Milan che punta ad avere una struttura di proprietà nel quartiere tutto rossonero del Portello. Quella che Barbara Berlusconi ha definito una sfida culturale lascia, invece, perplesso Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e patron del Sassuolo. «La mia impressione è che non abbia spazi di respiro adeguati – ha annunciato a margine dell’assemblea di Ucimu – però se ci hanno fatto un progetto vuol dire che ci credono».
Da Fininvest, intanto, silenzio assoluto. Per Silvio Berlusconi, invece, nessuna nostalgia di San Siro visto che è sceso in campo a sorpresa, proprio nelle battute finale.
«Abbiamo risposto ai rialzi dei nostri antagonisti e abbiamo vinto la partita con un ottimo sprint finale – ha confidato Alfonso Cefaliello, membro del Cda del Milan, che con Antonio Marchesi, con l’Arup e il Politecnico di Milano ha seguito dall’inizio il progetto del nuovo stadio —. Dopo il sì di Fondazione affronteremo gli altri ostacoli e insieme alla Roma saremo il primo club a utilizzare la legge sugli stadi. Con l’Inter porteremo in Comune le nostre esigenze: noi quella del nuovo stadio, loro quella della riduzione del canone di locazione».
La nuova casa del Diavolo avrà una capienza di 48 mila posti, con un investimento di oltre 300 milioni che ne frutteranno al Milan, secondo le previsioni, 50-80 a stagione. «Il nostro obiettivo è chiaro – ha sottolineato Cefaliello —: dimensioni ridotte, ordine, servizi, sicurezza. Entreranno nel nuovo impianto solo 2 mila tifosi ospiti che dovrebbero defluire attraverso il tunnel di via Gattamelata per risolvere i problemi della sicurezza».
Per il resto il club rossonero conta di continuare a pagare il canone di affitto per San Siro (5 milioni) sino all’inaugurazione del nuovo stadio. «Per 26 giorni all’anno avremo le partite, mentre per tutto il resto dell’anno offriremo servizi per la città, le famiglie, il quartiere» ha anticipato Alfonso Cefaliello.
Proprio come auspica Fondazione Fiera: «Il progetto individua funzioni, sport, tempo libero, accoglienza, ricerca attività formative, salute e servizi adeguati alla città che si trasforma».