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 2015  luglio 08 Mercoledì calendario

Floyd Mayweather perde la cintura. Con tutti quei soldi e quei titoli da contare si è dimenticato le regole del mestiere. Negli Usa, un pugile non può detenere un titolo mondiale in più classi di peso e lui ne ha tre: Wba, Wbc e Wbo. Dopo il match del secolo contro Pacquiao aveva dieci giorni per scegliere la classe a cui rinunciare, ma se ne è scordato

Apparentemente del tutto incuranti del pericolo, i dirigenti della Wbo, la World boxing organization, hanno scelto una sera d’estate per rifilare un colpo basso al pugile più forte e quindi famoso (o viceversa...) del momento: Floyd Mayweather. Eresia. Per capire bene, bisogna volare al 2 maggio scorso, ovvero al giorno dell’ultra pubblicizzato «Match del secolo» che opponeva, per l’appunto, Mayweather a Manny Pacquiao sul quadrato della Grand Garden Arena di Las Vegas. Cinture in palio: Wba, Wbc e Wbo dei pesi welter. Montepremi: la follia di 500 milioni di dollari, migliaio più, migliaio meno. Reduce da 47 trionfi in sequenza, in scioltezza Mayweather aggiornò il taccuino a 48 e all’uscita ritirò, rasentando i confini dell’indifferenza, un borsone ben colmato da 200 milioni di dollari. Ma, del resto, cosa saranno mai 200 milioni per un tipo che dispone di un patrimonio di mezzo miliardo? Insomma, da allora comincia la festa: Mayweather passa le giornate a contare i soldi e a spenderli quasi per noia, in un mondo fuori dal tempo e foderato soltanto dal suo ego, in cui tutto è acquistabile e dunque privo di valore. Dev’essersi talmente deconcentrato da essersi scordato le regole del mestiere e i titoli già collezionati. Solo che le regole, specie negli Stati Uniti, il valore non lo perdono mai. E, soprattutto, impongono che un pugile non possa detenere un titolo mondiale in più classi di peso: se succede, ha appena 10 giorni per scegliere la classe cui rinunciare.
CONTRO-SENSO
Al solito Mayweather ha però imboccato la strada in senso opposto. Perché era già (ed è ancora) campione superwelter Wba e welter Wbc: ha avuto una proroga di tempo per decidere ma, semplicemente, ha aspettato che fosse troppo tardi. Inoltre ha pensato bene di non versare una tassa da 200 mila dollari connessa alla sfida con Pacquiao. Ovvio il risultato: fra le proteste dei tifosi ieri la Wbo gli ha sfilato il titolo centrato a maggio. Ad accrescere la tensione è piombato l’urlo di Leonard Ellerbe, l’ad della Mayweather Promotions: «È una vergogna», ha strillato. Ora Mayweather avrà 14 giorni per presentare un ricorso. Ma, in fondo, chissà se davvero vorrà lottare contro le beghe amministrative. D’altronde i soldi della vittoria, i 200 milioni, quelli non glieli hanno mica chiesti indietro.