il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2015
E dopo la sentenza De Luca il giudice festeggia (il suo pensionamento). Al 23° piano del Palazzo di Giustizia di Napoli si uniscono i tavoli e il catering distribuisce leccornie per salutare Gabriele Cioffi, l’uomo che ha appena firmato un provvedimento che fa giurisprudenza e che riscrive la storia della legge Severino e della Campania
L’una. Sono passate all’incirca due ore dal deposito del decreto che insedia Vincenzo De Luca alla carica di governatore della Campania, quando inizia la festa. Quattro lunghi tavoli uniti, tovaglie di carta, due camerieri del catering che imbandiscono e distribuiscono le leccornie. Roba semplice e buona: casatielli, panini, pizzette e dolci, vino, coca cola, aranciata, le brocche del caffè. Attenzione, De Luca non c’entra niente e se sta esultando, lo sta facendo altrove. Qui siamo alla torre A, 23° piano, del Palazzo di Giustizia di Napoli. E si festeggia il pensionamento di Gabriele Cioffi, il giudice che negli uffici del 17° piano, la Prima Sezione del Tribunale Civile, ha appena firmato un provvedimento che fa giurisprudenza e riscrive la storia della legge Severino e della Campania. Un decreto “inaudita altera parte” che congela la sospensione disposta da Matteo Renzi. Sei piani di ascensore più su, nel piano del presidente del Tribunale Ettore Ferrara, colleghi e dipendenti del Palazzo di Giustizia brindano e salutano con affetto uno stimato magistrato che sta per appendere la toga al chiodo dopo aver preso, proprio in extremis, la decisione più importante della sua carriera. Cioffi ha impiegato tre giorni per accogliere il ricorso d’urgenza ex articolo 700 dei legali dell’ex sindaco di Salerno. Un decreto di quattro pagine, sobrio come il buffet del 23° piano. Che fonda principalmente su due punti. Il primo: “La questione della legittimità costituzionale delle norme in forza delle quali è stato adottato il provvedimento impugnato, su cui il ricorrente giustamente fonda il fumus boni iuris, è stata in più occasioni ritenuta non manifestamente infondata ed è stata rimessa alla Corte Costituzionale dal giudice amministrativo e da quello ordinario”, e il giudice cita il precedente delle sospensive ottenute dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e di un consigliere regionale pugliese. Il secondo: “Il provvedimento impugnato, inibendo al presidente l’esercizio dei poteri, impedendo l’insediamento del Consiglio regionale entro il 12 luglio, e la composizione della giunta regionale e del vice, determinerebbe la necessità di ricorrere a nuove elezioni, con conseguente vanificazione dell’intero risultato elettorale e indubbia lesione dei rimanenti eletti”, e ricorda il parere dell’Avvocatura dello Stato che Renzi non ha preso in considerazione. Ora se ne riparla il 17 luglio, con l’udienza delle parti “per la conferma, la modifica o la revoca del decreto”. Il giudice sarà Anna Scognamiglio. Probabilmente Cioffi sarà già in pensione. Fino a ieri la sua sentenza più ripresa dai media ha riguardato l’accordo sull’assegno di mantenimento di Edinson Cavani all’ex moglie Maria Soledad: 25mila euro al mese. Da oggi verrà ricordato come il magistrato del reintegro di De Luca. Almeno fino al 17 luglio, poi chissà.