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 2015  luglio 03 Venerdì calendario

Al di là dell’inchiesta sulle spese pazze, il vero scandalo della Regione Calabria sono gli stipendi. I numeri li danno i magistrati: «È stato accertato che i consiglieri percepiscono i seguenti importi. Indennità consigliere: 9.362,91 euro netti. Rimborso spese generali: 2.808,87 euro netti. Diaria: 2.602,02 euro netti». Questa è la base per tutti, che sommata arriva a 15mila euro netti. Oltre a quella ci sono gli extra che oscillano fra 2 e 3mila euro netti al mese. Oltre a questo ci sono le indennità di funzione e un fondo per consigliere che viene dai gruppi regionali, e che secondo i pm è di circa 4mila euro netti mensili a testa. A tutti infine è dato un blackberry con scheda pagata dal Consiglio regionale

Il caso più grottesco è quello di un televisore, e creerà non poco imbarazzo anche alla giunta delle immunità di palazzo Madama quando dovrà dire sì o no alla richiesta di arresto del senatore calabrese del Ncd Giovanni Emanuele Bilardi. Il televisore è un Grundig da 32 pollici, che fu acquistato nel 2010 a Mediaworld con i fondi che il Consiglio regionale aveva versato al gruppo della lista Scoppelliti. Il valore è inferiore ai 400 euro, e anche i magistrati che indagavano non avevano dato enorme importanza alla cosa, perchè fra le spese improbabili di Bilardi ce ne erano ben altre e di importo assai superiore.
Quando però il 17 giugno 2013 il senatore si presentò ai magistrati per chiarire, nel lunghissimo interrogatorio si chiese pure di quel televisore. «Dove sta?», gli chiese il pm Matteo Centini. Risposta di Bilardi: «È del gruppo...». Constatazione del pm: «Quindi è nella sede del gruppo?». Bilardi: «Sì». Il pm: «Quindi se noi andiamo troviamo questo Grundig Lc 32 pollici?». Bilardi, deciso: «Questo è un televisore che abbiamo acquistato per il gruppo”. L’interrogatorio finì poco dopo le 18 di quel giorno. Qualche giorno dopo la Finanza andò in consiglio regionale e trovò effettivamente quel Grundig da 32 pollici. Cosa curiosa, non aveva il cavo dell’antenna e nemmeno il telecomando. La tv c’era, ma nessuno poteva vederla. I finanzieri si insospettirono, e chiesero le registrazioni di tutte le telecamere di sorveglianza del palazzo. Così videro proprio il 17 giugno poco dopo le 20 (erano passate due ore dall’interrogatorio di Bilardi) un signore arrivare trafelato al gruppo in consiglio regionale con un televisore – proprio quel Grundig – sotto braccio: era Carmelo Trapani, una sorta di portaborse, o meglio ancora spicciafaccende personale del senatore Ncd. Probabilmente quel piccolo Grundig è uno dei motivi più seri per arrivare a chiedere l’arresto del Senatore Ncd.
Ce ne sono altri simili, perchè in non pochi casi quando la Finanza ha voluto controllare le spese non istituzionali del senatore, si è trovato di fronte a fatture postdatate, documenti contabili contraffatti, addirittura all’improvvisa scomparsa dei libri contabili di un bed and breakfast, denunciata dopo la visita delle fiamme gialle.
Nell’elenco delle spese con i fondi pubblici della Regione Calabria si può trovare un po’ di tutto: da un treno di pneumatici per lo spicciafaccende, a pranzi e hotel da migliaia di euro, a una Mont Blanc pagata 1.100 euro, a regali da liste di nozze, al pagamento di spettacoli di danza cubana del gruppo «Sabor Tropical» (20 mila euro), a una sfilza di Ipad (almeno 7), Ipod, Iphone che erano la vera passione del gruppo Ncd, dotato comunque di telefonini di servizio come tutti i consiglieri regionali calabri. Perfino un preparato galenico di una farmacia.
Intendiamoci, il caso Bilardi è uno dei tantissimi che coinvolgono la Regione Calabria. Spese pazze ce ne sono ovunque, e dal Pd al gruppo misto nessuno ne è immune (anche se nelle carte della magistratura inviate in Parlamento per chiedere l’autorizzazione all’arresto non compare la ricevuta di quella serata di lap dance di cui sia era favoleggiato in passato). Ma più di ogni altra inchiesta sui rimborsi pazzi delle regioni quella Calabra disegna un sistema istituzionale che ha preso in giro mezza Italia con la grande bugia della riduzione dei costi della politica. I consiglieri regionali della Calabria con mille trucchi, indennità e rimborsi spesa, riescono a mettersi in tasca fra 20 e 30mila euro netti al mese, somma che supera di gran lunga anche quella percepita dai presidenti di Camera e Senato. I magistrati raccontano quale è la base di quei super stipendi: «È stato accertato che i consiglieri percepiscono i seguenti importi. Indennità consigliere: 9.362,91 euro netti. Rimborso spese generali: 2.808,87 euro netti. Diaria: 2.602,02 euro netti». Questa è la base per tutti, che sommata arriva a 15mila euro netti. Oltre a quella tutti hanno «un rimborso spese mezzo proprio erogato extra cedolino», e una indennità di accesso al consiglio che era prevista per 20 volte al mese e oggi è ridotta a 15 volte al mese. Gli extra oscillano fra 2 e 3mila euro netti al mese. Oltre a questo ci sono le indennità di funzione e un fondo per consigliere che viene dai gruppi regionali, e che secondo i pm è di circa 4mila euro netti mensili a testa. A tutti infine è dato un blackberry con scheda pagata dal Consiglio regionale.