Libero, 3 luglio 2015
Se l’auto di “Hazzard” è considerata razzista. In nome del politicamente corretto sono state bloccate le repliche della serie tv: sul cofano della mitica Dodge Charger guidata dai protagonisti, i cugini Bo e Luke Duke, campeggia la bandiera sudista. E la Warner Bros che gestisce il merchandising ha reso noto che ritirerà tutti i prodotti della serie decorati con lo stendardo con la croce blu di Sant’Andrea attraversata da stelline bianche e adagiata su uno sfondo rosso vivo
Si ammaina il vessillo confederato, quello con la croce blu di Sant’Andrea attraversata da stelline bianche e adagiata su uno sfondo rosso vivo, e con esso avanza inesorabile il declino dell’Occidente, la cui bandiera era un tempo rappresentata dal valore supremo della libertà d’espressione e di pensiero. Ancora una volta la dittatura più diffusa e pervasiva della nostra epoca, il politicamente corretto, ha fatto subire alla realtà un processo analogo a quello che l’Urss riservava alle foto in cui comparivano personaggi nel frattempo eliminati poiché sgraditi al regime: l’ha falsificata e alterata, nel tentativo, probabilmente destinato ad andare a buon fine, di riscrivere la storia e riprogrammare la memoria della gente.
Oggi la correttezza politica oltraggia la verità imponendo l’obliterazione di tutto ciò che, secondo il pensiero dominante, potrebbe risultare offensivo o anche solo fastidioso per questa o quell’altra presunta minoranza. Stavolta è toccato alla bandiera confederata, quella degli Stati del Sud che, durante la guerra civile americana svoltasi tra il 1861 e il 1865, erano a favore della schiavitù. Con una decisione sconcertante, il canale statunitense via cavo TV Land ha deciso di sospendere le repliche della famosa serie tv Hazzard, originariamente andata in onda dal 1979 al 1985, perché sul cofano della mitica Dodge Charger guidata dai protagonisti, i cugini Bo e Luke Duke, campeggia appunto una bandiera confederata. Ma non è tutto. La divisione della Warner Bros che gestisce il merchandising di Hazzard ha da poco reso noto che ritirerà tutti i prodotti della serie decorati con il vituperato stendardo.
Non sono passati molti giorni, del resto, da quando la candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali Usa, Hilary Clinton, all’indomani del massacro di nove afroamericani in una chiesa della Carolina del Sud da parte di un giovane razzista, ha auspicato che «la bandiera confederata non sventoli più da nessuna parte». Certo, in parte quella bandiera è ancora dolorosamente legata al ricordo della segregazione e delle persecuzioni subite dai neri, ma in molti Stati meridionali degli Usa rimane amatissima e la si può vedere anche sugli edifici pubblici. Essa, in generale, è considerata un simbolo di tutto ciò che è meridionale. Ma, soprattutto, la presenza della bandiera confederata sull’auto di Bo e Luke riflette un dato reale e indiscutibile, ovvero il culto non solo per questo vessillo ma, in generale, per le tragiche vicende dell’esercito confederato (uscito sconfitto dalla Guerra di Secessione) che seguita a caratterizzare gli Stati Uniti del Sud: non a caso la citata Dodge si chiama, nel telefilm, Generale Lee, come il comandante dell’esercito sudista.
Ma tutto questo, per la correttezza politica, non conta nulla: la sua azione livellatrice non si fa scrupolo di violentare realtà e storia e, a forza di annullare il passato attraverso lo strumento della damnatio memoriae, sta riducendo il nostro presente a un’asettica tabula rasa. La bandiera con cui istoriare in questi giorni la foto del proprio profilo di Facebook non è quindi quella arcobaleno dell’orgoglio gay, ma precisamente quella confederata. A patto, è chiaro, che si abbiano a cuore la libertà e la verità. C’è ancora qualcuno a cui interessino?