il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2015
Il programma Chi l’ha visto? è diventato un implacabile e documentato luogo di osservazione sull’impazzimento che può generarsi nelle belle famiglie italiane. Quando l’unità della “famiglia” assume contorni criminali. La banalità del male
Negli ultimi tempi sotto la spinta della cronaca, il programma Chi l’ha visto? è diventato un implacabile e documentato luogo di osservazione sull’impazzimento (è l’espressione più adatta) che può generarsi nelle belle famiglie italiane. Per carità, nessuno sostiene che, normalmente, le quattro mura domestiche trasudino sangue come in un film di Tarantino, anche se i numeri crescenti delle violenze familiari hanno da tempo incrinato il luogo comune del focolare amoroso. L’altra sera, Federica Sciarelli ci ha presentato il caso di Eligia Ardita, incinta di Giulia, morta misteriosamente con la sua creatura per le conseguenze di un episodio traumatico mentre era sola in casa con il marito, che infatti è indagato. Poi viene inquadrata la foto di una torta addobbata con un pene di glassa che il genero ha inviato per il compleanno del suocero, un mese dopo la tragedia. Immensa stupidità o malvagità consapevole? Segue un’altra puntata dell’incredibile storia di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un proiettile a Ladispoli mentre era ospite della famiglia della fidanzata e lasciato ad agonizzare per due ore prima dell’inutile corsa all’ospedale. Visioni che generano una realtà da incubo in cui l’omertà, il ricatto, la paura concorrono alla distruzione della vita di una persona considerata cara, e dove l’unità della “famiglia” assume contorni criminali. La banalità del male.