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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

Ritratto dell’uomo di ferro di Helsinki, Alexander Stubb. Il ministro delle Finanze della Finlandia è il falco che, insieme Schäuble, assedia più duramente la Grecia in bancarotta. Ha una passione smodata per Twitter, è campione di triathlon, non ama i compromessi ed è inflessibile con chi non rispetta le regole. Insomma è «caloroso come i salmoni del suo Paese». Ma lui si definisce un eterno ottimista

Pochi «twittano» più di lui, fra i ministri dell’Eurogruppo. Anzi, praticamente nessuno. Infatti, a 47 anni, Alexander Stubb ha perfino scritto un eBook per spiegare che cosa si può fare «cinguettando» sul Web.
E nel suo profilo Twitter concentra tutti gli elementi che considera davvero importanti nella sua personalità, al di là delle biografie ufficiose: «Padre. Marito. Ministro delle Finanze della Finlandia. Presidente di Kokoomus (Partito della Coalizione nazionale, ndr ). Eterno ottimista. Sub 10h Ironman».
«Ironman», letteralmente «uomo di ferro», lo chiamano anche diversi suoi colleghi dell’Eurogruppo. Perché Stubb è stato sempre considerato, insieme al tedesco Wolfgang Schäuble, il più duro dei falchi che assediano la Grecia in bancarotta. Ancora poche ore fa, quando ad Atene spariva dalle finestre del governo quello striscione menagramo, «Votate no all’austerità» e a Bruxelles si apriva uno spiraglio di dialogo, l’uomo di Helsinki dichiarava piatto piatto: «Accordo? Noi siamo pronti a salvare la Grecia ma soltanto se la Grecia vuole davvero salvare se stessa». Qualcuno dei suoi critici lo ha definito «caloroso come i salmoni del suo Paese».
E anche i lineamenti vichinghi forse non lo aiutano nel costruire un’immagine morbida, affabile. Neppure i suoi hobbies personali: «Ironman» è la distanza standard del triathlon, uno sport che unisce insieme il nuoto, il ciclismo, la corsa. È anche la distanza più dura, la cosiddetta «super lunga» in cui Stubb eccelle da anni: vuol dire che chi la pratica deve sciropparsi 3,86 chilometri di nuoto, 180,26 in bicicletta e 42,195 km di corsa, la distanza della classica Maratona. Bene: a Bruxelles in questi mesi Stubb sembra aver applicato proprio questa distanza, a muscoli serrati e denti stretti, logorando Alexis Tsipras con spinte, rifiuti, finte. Quando Angela Merkel si rilassava un po’, allentando le briglie della trattativa, Schäuble e Stubb balzavano un passo più avanti, riafferrando le stesse briglie con uno strappo perfino irriverente. E sempre a proposito di sport, il padre di Stubb, Goran, era un campione di hockey e presidente della federazione finnica di questa specialità. Lui si è laureato una prima volta in America grazie a una borsa di studio riservata ai campioni di golf. Insomma, quasi un fanatico. Ma certi aneddoti facilitano pericolosamente le macchiette. In realtà Stubb non è un falco accecato dal rigore ma soprattutto un pragmatico, convinto sostenitore dell’integrazione europea. Grecia compresa, almeno fino a quando quest’ultima non ha cominciato a calpestare tutte le regole. Quattro anni fa, quando era ministro degli Affari europei, lui ricevette nel suo ufficio di Helsinki un gruppetto di giornalisti stranieri, fra cui un italiano. Era un ministro giovane, elegante, sorridente, parlava perfettamente non solo l’inglese ma anche altre 4 lingue.
Era anche un progressista radicale, sponsor governativo del Gay Pride a Helsinki. E già allora, con la crisi più grande ancora lontana, Stubb profetizzava che le vacche grasse del Sud Europa avrebbero dovuto darsi una regolata.
Tanto tempo è passato, le vacche grasse hanno debordato anche dai propri pascoli. E Stubb, da buon pragmatico, parla ora anche della sua Finlandia: anche lei, dice, ha bisogno di austerità, perché è in crisi e non rispetta le regole. Quelle del triathlon Ue valgono – in teoria – per tutti.