la Repubblica, 2 luglio 2015
Berlusconi, la lettera dell’ex fidanzato di Ruby e gli accordi non mantenuti: «Per esempio, la fuga forzata dello stesso Risso con l’allora compagna per evitare una testimonianza in Tribunale. Ma, ricorda quell’accordo economico per la compravendita di una serie di appartamenti a Playa del Carmen, sulle coste del Messico, che avrebbe dovuto rivendere al Cav al doppio di quanto speso per l’acquisto (600 mila euro)»
«Lei, presidente, si è dimenticato…». Poco più di due pagine scritte al computer, ritrovate il 17 febbraio scorso in uno dei pc a disposizione di Luca Risso, ex fidanzato di Ruby, la marocchina al centro dello scandalo del “bunga bunga”. Se Risso sia riuscito a spedirla realmente all’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non è riscontrato dalle indagini. Ma tra le carte allegate all’inchiesta per corruzione giudiziaria proprio contro Berlusconi e altri 33 indagati – comprese Ruby e venti Olgettine – c’è questa sorta di elenco di “favori” fatti all’ex Cavaliere e degli impegni che – secondo Risso – lui non avrebbe mantenuto. Per esempio, la fuga forzata dello stesso Risso con l’allora compagna per evitare una testimonianza in Tribunale. Ma, soprattutto, l’ex proprietario della discoteca genovese Albikokka ricorda al leader di Forza Italia di quell’accordo economico per la compravendita di una serie di appartamenti a Playa del Carmen, sulle coste del Messico, che Risso – sono parole sue – avrebbe dovuto rivendergli al doppio di quanto speso per l’acquisto (600 mila euro). Un modo – sostengono oggi le indagini dei pm milanesi Tiziana Siciliano e Luca Gaglio – per Berlusconi per continuare a pagare il silenzio di Ruby davanti ai giudici.
È lunga la missiva. Risso informa l’ex Cavaliere della pericolosità dell’ex compagna, del modo in cui spende i suoi soldi e di come, quegli 80mila euro che erano in realtà destinati a far crescere la figlia della coppia, Ruby li abbia tenuti per sé.
Uno dei tanti documenti che secondo la Procura fanno parte degli elementi sufficienti per portare a giudizio i 34 indagati. Ci sono le telefonate – che saranno inviate al Senato per l’autorizzazione all’utilizzo – in cui Berlusconi convincerebbe soprattutto Barbara Guerra e Iris Berardi a rinunciare alla costituzione di parte civile nei confronti di Nicole Minetti, la reclutatrice delle serate del bunga bunga. Poche settimane fa, gli uomini del nucleo di polizia giudiziaria della Polizia di Stato sono stati spediti a Mediaset con un “ordine di esibizione” per acquisire una serie di contratti televisivi delle ragazze che partecipavano alle “cene eleganti” di Arcore. Tra il prezzo della corruzione versato alla giovane brasiliana Iris – sempre secondo l’ipotesi accusatoria – oltre a un appartamento «presso la residenza Sassi di Segrate» – sede storica Mediaset – e ai bonifici, contanti e assegni per quasi 150mila euro, ci sarebbe anche un contratto con le reti del Biscione «per l’importo approssimativo di 60 mila euro a fronte di prestazioni mai effettuate».
Curioso, secondo l’accusa, anche il trattamento riservato a Mariano Apicella, il cantante napoletano onnipresente nelle serate del Cavaliere. Prima delle sue deposizioni ai processi dell’ottobre del 2012 e del marzo dell’anno successivo, Apicella veniva compensato solamente con “rimborsi spese”. Del novembre 2012 alla data odierna, sono convinti i magistrati, Apicella viene “promosso”, con un vero e proprio stipendio ogni mese vicino ai 3mila euro, per un importo complessivo che sfiora i 100mila.
Tra le persone che non figuravano nella lista dei 33 indagati c’è anche l’europarlamentare di Forza Italia Licia Ronzulli. Per lei, i Pm hanno intenzione di chiedere l’autorizzazione al processo a Strasburgo, con l’accusa di falsa testimonianza. La Ronzulli, come quasi tutte le testimoni delle difese, ha negato in aula di aver mai partecipato a cene oscene ad Arcore.
Il legale del Cavaliere, Federico Cecconi, respinge con forza l’ipotesi formulata dai magistrati. «L’inchiesta della Procura strumentalizza e distorce dati e flussi finanziari già da tempo conosciuti senza portare alcun elemento di novità a carico di Berlusconi». Secondo il difensore, infatti «per quanto riguarda le elargizioni di somme di danaro disposte in favore delle varie ospiti di Arcore coinvolte nella deriva mediatica del cosiddetto processo Ruby, occorre ricordare che tutte le movimentazioni finanziarie che le riguardano sono avvenute in modo trasparente e sono state spontaneamente indicate alla Procura dalla stessa amministrazione di Berlusconi, a dimostrazione appunto della liceità e trasparenza del suo operato”.
Secondo il legale, infine, i 7 milioni che sarebbero stati versati a Ruby, «sono una cifra inventata, frutto di millanterie e congetture, di cui non vi è alcuna prova».