Il Messaggero, 2 luglio 2015
Concorsone Rai, la carica dei tremila (non giovanissimi) a Bastia Umbra. Età media dei concorrenti: 40 anni. Arrivati soprattutto da Lazio e Lombardia. Cento domande in 75 minuti sperando di rientrare (in futuro) nel bacino dei contratti a termine. Molti si sfogano: sembra più un quiz che un esame
Lasciate ogni cellulare, o voi che entrate. E chissà se anche ogni speranza. Si brucia in settantacinque primi, cento domande, meno di un minuto ciascuna, e due sorsi d’acqua il più atteso e popolare dei concorsi italiani, quello per un posto da giornalista Rai. Erano attesi in cinquemila, sono arrivati in 2800, ma tutti determinati. Consumato nel luogo virtualmente più distante da ogni notizia, la piana di Bastia, al centro dell’Umbria, odiato per la sua complessità geografica, agognato da tutti i precari, disoccupati (ma pure occupati) dell’informazione, il bando misura le domande senza alzare mai il tono di un cruciverba. Così, nonostante la lamentela per gli appena venti giorni d’anticipo rispetto all’annuncio del concorso, prepararsi pare fosse inutile. Racconta Castalda Musacchio su Facebook: «Studiare venti giorni per poi scoprire che bastava fare un po’ di settimane enigmistiche».
ETÀ MEDIA: 40 ANNI
Si comincia alle undici con gli auguri di Ferruccio De Bortoli, presidente della commissione, dopo una notte passata a caso in uno degli undici alberghi della zona, oppure nell’alba a bordo di un’automobile. Lo stop dopo settantacinque minuti e due secondi, come indica il tabellone di effetto e progettazione germanica nel cielo del grande capannone dell’Umbriafiere, buono per tante expo locali, mobili, piante e simpatici ovini. Organizza la Selexi, società che ha vinto l’appalto, officia la Rai che mette in palio i cento posti per i precari con vantaggi altrettanto precari, perché sono solo a tempo determinato per tre anni e poi chissà. L’età media è di quarant’anni, nessuno di venti, molti di cinquanta e passa. La maggiorparte dei concorrenti arriva da Lazio e Lombardia, pochissimi dalla Puglia. Tra i banchi si consumano storie di ordinaria disoccupazione, ma nell’euforia incosciente di una possibilità offerta. Si saprà subito chi è rientrato (in 400) nel limbo dei probabili ma, allo scadere dell’inquietante e maxi countdown, sui social i commenti sulla #presadellaBastia (con #concorsorai trend topic su Twitter) l’hanno fatta da padrone. Discussioni accesissime sulla Colazione sull’erba col dubbio di Monet o Manet («Trappolone maledetto», dice Alessandro Massini Innocenti), richiesta dei risultati e risposta alla 1X2 («Non è stato un concorso. Sembrava il totocalcio», commenta Graziano Capponago del Monte) e su tutte forse la delusione di un quiz troppo nozionistico («Avrei potuto partecipare a Chi vuol essere milionario o giochi a premi in quiz, per beccare almeno qualche soldino», scrive Simona Cangelosi). Comunque alla fine del confronto globale (oltre milleseicento i candidati solo sul gruppo creato su Facebook) la confusione è stata così tanta che Andrea Avato l’ha riassunta così: «Ricapitolando. Guccini ha pareggiato il bilancio, Sorrentino ha fondato Twitter, Manet (o Monet) faceva archi a tutto sesto e Quintino Sella seguiva l’indice Hang Seng dall’Oriente». E se si è evitato per tutta la mattina di dirsi «in bocca al lupo» per non far infuriare il vicino san Francesco, la speranza per tanti si è riposta nell’annuncio di una radio che ha tappezzato l’Umbriafiere con l’annuncio «Bocciato al concorsone Rai? Sei perfetto per noi»: a ruba i “pizzini” col numero di cellulare sotto l’inserzione. Per chi supera l’esame del lettore ottico, appuntamento già dal 9 luglio sotto il segno della lettera “V” di volare. Sopra uno dei cento posti.