Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 01 Mercoledì calendario

Grecia, quei sessanta euro giornalieri destinati a diventare 20 e il prelievo promesso ai pensionati dimezzato: dai 240 euro settimanali ne potranno prendere 120 al massimo. Intanto tutti si mettono in fila davanti a banche e bancomat

Il giorno più lungo della Grecia, con l’ombra del default che si allunga di ora in ora, mentre si rincorrono le voci di possibili proposte di accordo dell’ultima ora. Ma ad Atene, e in tutte le città elleniche, lo spettacolo comune è ancora quello delle code davanti a banche e sportelli di bancomat. Sono soprattutto gli anziani a tentare di «strappare» qualche euro in più dalle casse esauste degli istituti di credito. E ancora voci e notizie che aumentano ansie e paure. I sessanta euro giornalieri a disposizione dei cittadini greci sono destinati a diventare 20. Una specie di «paghetta» quotidiana, per tutti i giorni che precedono il referendum di domenica, in cui si deciderà il sì o il no alle condizioni di Bruxelles. La morsa dei bancomat razionati sembra quindi destinata a non allentarsi. Ai pensionati, poi, era stato promesso un prelievo da 240 euro settimanali: ora a migliaia vengono informati che gli euro sono diventati 120 al massimo, sempre a settimana: la nuova misura è stata adottata al termine di una riunione svoltasi lanotte di lunedì, tenutasi fra responsabili del ministero delle Finanze e rappresentanti degli istituti di credito. A tal fine, sarà aperto un migliaio di sportelli in tutto il Paese. I reportage che arrivano dalla Grecia raccontano che molti pensionati, che attendevano l’accredito dei loro assegni, ieri sono rimasti senza nulla in mano. La disperazione serpeggia tra la gente che, dall’alba al tramonto si ostinano a far la fila. File ovunque: in farmacia, nei supermercati, dai benzinai. In un clima che fa ricordare, sia pure alla lontana, i tempi della guerra, con i razionamenti. E se si susseguono le manifestazioni di piazza per il sì e il no al referendum di domenica- ieri sera è toccato a quelli che vogliono appunto restare in Europa e non erano certo pochi a piazza Sintagma ad Atene – cosa che quantomeno dimostra che la gente è divisa, che non esiste un fronte compatto dietro alle scelte di Tsipras, si organizzano anche veglie di preghiera, per affidarsi alla misercordia divina. Monsignor Nikolaos Printezis, arcivescovo di Naxos-Tinou e segretario Generale della Conferenza episcopale greca (Ceg) che riunisce i vescovi cattolici, descrive così il clima che si respira in Grecia: «Ci troviamo in una situazione molto seria, abbiamo tantissimi problemi, la gente fa la fila ai bancomat per ritirare il denaro e respira l’incertezza». Inoltre, aggiunge, «siamo all’inizio della stagione estiva: anche chi viene da fuori per trascorrere qualche giorno di vacanza ha problemi. Tutto questo rischia di ripercuotersi sul turismo. Stasera ci riuniremo a pregare nelle chiese perché si arrivi ad un accordo» tra Atene e l’Europa.