La Stampa, 30 giugno 2015
La Corte suprema Usa salva il farmaco delle iniezioni letali. La medicina usata per addormentare i condannati a morte è stata sostituita con il midazolam, che però non ha funzionato bene. Nell’aprile dell’anno scorso, per esempio, Calyton Lockett si era risvegliato durante l’esecuzione, mostrando chiaramente che stava soffrendo. Quindi quattro detenuti dell’Oklahoma, in attesa di essere giustiziati, avevano fatto causa. Ma la Corte ha respinto il ricorso
Dopo le due sentenze «liberal» che la settimana scorsa hanno cambiato la storia degli Stati Uniti, quella che ha salvato la riforma sanitaria del presidente Obama e quella che ha legalizzato i matrimoni gay, la maggioranza conservatrice è tornata a fare quadrato ieri alla Corte Suprema, emettendo due decisioni nella direzione opposta. La prima ha difeso la pena di morte, giudicando costituzionale l’uso dei tre veleni che compongono l’iniezione letale; la seconda ha cancellato una iniziativa del governo per proteggere l’ambiente limitando alcune emissioni delle centrali elettriche a carbone.
Il boicottaggio europeo
Per giustiziare i condannati a morte si usano tre sostanze: una per addormentarli, e due per togliere loro la vita. La prima in passato veniva dall’Europa, ma la campagna condotta dagli oppositori della pena capitale ha spinto i produttori ad interrompere le forniture. Le autorità carcerarie l’hanno sostituita con il midazolam, che però non ha funzionato bene. Nell’aprile dell’anno scorso, ad esempio, Calyton Lockett si era risvegliato durante l’esecuzione, mostrando chiaramente che stava soffrendo. Quindi quattro condannati dell’Oklahoma avevano fatto causa, sostenendo che questo modo di gestire la pena di morte violava l’Ottavo emendamento della Costituzione, che vieta le punizioni «inusuali e crudeli».
Stavolta il giudice conservatore Anthony Kennedy e il presidente della Corte John Roberts si sono schierati insieme agli altri tre nominati dai repubblicani, Scalia, Thomas e Alito, bocciando il ricorso.
La costituzionalità
La liberal Sotomayor, scrivendo il giudizio della minoranza, ha notato che in questo modo il massimo tribunale americano ha evitato di fermare una punizione che equivale a «bruciare vivo il condannato». Due colleghi però, la Ginsburg e Breyer, sono andati anche oltre, chiedendo di rimettere in discussione l’intera costituzionalità della pena di morte, proprio sulla base dell’Ottavo emendamento. Finora i giudici non si erano mai avventurati su questo terreno, riconoscendo che la legge fondamentale del Paese consentiva le esecuzioni: solo due su nove, ma è l’inizio di un dibattito.
Il secondo pronunciamento è venuto invece sull’ecologia. L’Environmmental Protection Agency, cioé l’agenzia federale per la protezione dell’ambiente, aveva imposto pesanti multe alle centrali elettriche alimentate a carbone, che non riducevano le emissioni di alcune tossine come il mercurio. I cinque giudici conservatori, però, si sono ancora trovati d’accordo nel considerare il provvedimento esagerato, chiedendo che venga riscritto.
Se la pena di morte è un terreno di dibattito sociale, su cui la Casa Bianca non si è schierata come nel caso dei matrimoni gay, l’iniziativa ecologista era invece uno dei provvedimenti esecutivi voluti da Obama per proteggere l’ambiente e i cittadini, ma la Corte Suprema ha deciso di fermarlo.