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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

La Nato triplica da 13mila a quasi 40mila il numero di soldati alle frontiere russe e Mosca risponde prolungando di un anno le controsanzioni ai “Paesi ostili” e minacciando ulteriori schieramenti di uomini e missili. Uno scontro a muso duro che rischia di finire molto male

Sempre più a muso duro. La Nato moltiplica il numero di soldati alle frontiere russe e Mosca risponde prolungando di un anno le controsanzioni ai “Paesi ostili” e minacciando ulteriori schieramenti di uomini e missili. Ieri sera a Bruxelles i ministri della Difesa della Alleanza atlantica hanno infatti deciso di portare da 13mila a quasi 40mila soldati la cosiddetta Forza di intervento rapido che dovrebbe prontamente reagire in caso di aggressione. Il Cremlino, che ama le “risposte simmetriche”, ha scelto invece di colpire ancora una volta sul fronte economico puntando di creare ulteriori divisioni tra i Paesi Ue non tutti entusiasti di veder precipitare inesorabilmente un mercato su cui avevano puntato tanto. «Non possiamo che rispondere così alle cosiddette sanzioni», ha detto un Putin dall’aria cupa e il broncio di circostanza. E ha aggiunto: «Sarà una grande occasione per i produttori russi». Alludeva all’eterna questione di un’economia alla disperata ricerca di diversificare i suoi investimenti troppo concentrati (oltre il 50 per cento) sul settore degli idrocarburi. Impossibile dunque vendere in Russia fino a giugno 2016 frutta, ortaggi, verdura, carne e latticini. Una perdita secca quantificata per la Ue in 100 miliardi di dollari. Ma non è finita. Il ministero dell’Agricoltura russo ha già pronto un elenco di altra merce straniera da proibire quanto prima. Ci saranno i fiori e la cioccolata, importati in Russia soprattutto da aziende tedesche e olandesi, e il pesce in scatola che invece è prodotto in larga parte dalle “nemiche” repubbliche baltiche.
Colpire le tasche dell’Europa non è comunque il solo obiettivo. Le contromisure militari allo schieramento massiccio della Nato è già cominciato. Spostamenti di truppe sono segnalati ai confini occidentali, soprattutto dopo le dichiarazioni del segretario alla Difesa Ashton Carter sul contributo americano al rinforzamento della Nato. Gli Usa invieranno infatti 250 carri armati e pezzi di artiglieria nella piccola Estonia (un milione e trecentomila abitanti) considerata dai generali il punto più vulnerabile Nato e soprattutto potenzieranno il loro sistema di Difesa missilistico inPolonia e Romania. «Peggio per questi Paesi – commentava con toni che nemmeno nella Guerra Fredda, il vice segretario del consiglio di Difesa russo, Evgenij Lukianov. Diventeranno nostri potenziali obiettivi a causa delle armi americane». E come in uno spaventoso domino senza fine, uno dei “potenziali obiettivi”, la Romania, risponde approvando in giornata la costruzione di altre due basi militari della Nato sul proprio territorio.