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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

Troppo pochi gli studenti, si iscrivono anche i genitori per salvare il liceo classico. Succede a Domodossola. Possono farlo, per legge, perché hanno altri diplomi. L’età non conta. Ma i figli non ci stanno

«La buona scuola? È quella che non lascia morire il Liceo classico, quello che hanno scelto i nostri figli. Per questo siamo pronti a tornare sui banchi con loro». Nove genitori di Domodossola, lembo di Piemonte al confine con la Svizzera, hanno aggiunto le loro iscrizioni a quelle sette che da sole non bastano a far partire la IV ginnasio allo «Spezia». Ci vogliono almeno dodici iscritti, altrimenti la sezione statale non potrà essere avviata nemmeno tentando la carta della classe «articolata» in condivisione con il linguistico.
Così infermiere, casalinghe, professionisti hanno pagato i bollettini, 120 euro a testa, per tornare studenti. Possono farlo, per legge, perché hanno altri diplomi. L’età non conta. Avrebbe voluto aggiungersi anche Giuseppe Puccio, presidente del consiglio di istituto, ma le versioni di greco e latino fanno già parte del suo passato. La battaglia dei genitori è appena iniziata. Una lettera è stata spedita ai dirigenti regionali della scuola, sindaco e presidente della Provincia. Si tira in ballo anche la specificità di un territorio montano che, con le sue difficoltà, non può essere paragonato ad altre realtà con servizi più comodi. Il liceo classico più vicino è a Verbania, quaranta chilometri di distanza. «E non ha senso che i nostri figli, ancora molto giovani, trascorrano gran parte della giornata sui pullman sottraendo tempo allo studio» dice Giuseppe Suppa, impiegato, che insieme alla moglie Patrizia Conti si è iscritto alla IV ginnasio.
I dubbi
Con la figlia Giulia, però, che scuote la testa quando immagina come compagni di banco papà e mamma: «Sarebbe una situazione molto strana, non mi piacerebbe. Preferirei compagni della mia età. I compiti? No, non glieli passerei ma nemmeno me li farei passare. Non ci sarebbe da fidarsi molto. Però mi fa piacere che si battono per farmi frequentare la scuola che ho scelto». Anche Michelangelo Puccio, suo coetaneo, immagina un liceo fuori dal raggio materno: «Voglio diventare un insegnante di italiano e il Classico è la mia strada. Se bisogna fare dei sacrifici...». Daniela Scognamiglio, la mamma casalinga, è decisa: «Io sono disposta a tornare a scuola per questa causa. E sarei pronta a iscrivermi di nuovo l’anno prossimo se dovesse ripresentarsi la stessa situazione, a prescindere dai miei figli, il Liceo classico dovrebbe essere pubblicizzato meglio, perché paga l’essere giudicato per errore fuori moda».
Gli interventi
Sulla possibilità di salvare la prima Classico il preside Pierantonio Ragozza in queste ore preferisce non sbilanciarsi. Anche perché il caso-Domodossola è già arrivato ai massimi livelli delle istituzioni scolastiche, non solo regionali. Su un punto, però, interviene ed è in sintonia con i genitori: «Purtroppo questo indirizzo viene percepito come qualcosa di antico, fuori dal tempo. Eppure anche al classico si usano le nuove tecnologie ed è una scuola assolutamente moderna che offre strumenti fondamentali per i giovani di oggi».
Prudente, in queste ore, anche il provveditore Marco Zanotti: «In provincia ci sono stati tagli enormi e al momento non abbiamo i numeri per far partire la nuova classe. Aspettiamo di analizzare il testo della riforma “buona scuola” appena approvato per dare una risposta definitiva. Il mio compito consiste nel far applicare le leggi dello Stato, ma prometto che valuteremo caso per caso». Bisognerà verificare quanti sono gli iscritti effettivi. Perché il gesto dei genitori è sicuramente – e lo dicono loro stessi – una provocazione. Ma c’è chi comincia a prenderci gusto immaginandosi tra i banchi con libri e diario, come nei migliori anni. Patrizia Conti e Stefania Radesco, infermiere, si lanciano: «Il nostro lavoro prevede turni. Siamo disposte a tornare in classe pur di non perdere questa risorsa. Non scherziamo». La forza per superare gli ostacoli della burocrazia ce l’hanno. Ci vuole anche quella per affrontare il mondo di Cicerone e Platone.