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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

Nuovi guai per il Catania e per Pulvirenti dall’inchiesta “I treni del gol”: trovato il libro mastro dei pagamenti e 100 mila euro in contanti nel controsoffitto dell’agente di scommesse Impellizzeri. Il presidente voleva truccare anche la partita col Brescia

Anche se il sistema della corruzione con i suoi sodali era ormai consolidato e “sicuro”, il presidente del Catania Antonino Pulvirenti era sempre sospettoso. Prima dell’incontro Catania-Ternana, non esitò ad entrare negli spogliatoi della Ternana avvicinando uno dei due giocatori che secondo l’accusa sarebbero stati “comprati” (Pasquale Fazio, nome in codice “Lina”, e Janse Jens chiamato “Jessica”): voleva avere conferma della combine che fu realizzata con il successo del Catania per 2-0. Una iniziativa che il direttore sportivo del Catania Daniele Delli Carri definisce “pericolosa” parlando al telefono con Piero Di Luzio (entrambi arrestati), dando del “matto” a Pulvirenti perché avrebbe potuto compromettere l’esito della combine. Ma questo non è il solo caso che comprometterebbe Pulvirenti che continua, attraverso il suo avvocato, a sostenere che lui con le “combine” non aveva nulla a che fare. Dalle carte della Procura di Catania, dalla sua stessa voce e da quella dei suoi complici emerge chiaramente quanto il presidente del Catania fosse diventato “il capo” di quella consorteria. Ci aveva preso così tanto gusto a “comprare” le partite per il suo Catania (un investimento che ritornava poi attraverso le scommesse sulle partite truccate) da desiderare di aprire una sua agenzia di scommesse a Torre del Grifo, all’interno del centro di allenamento dei rossoazzurri a Mascalucia, in provincia di Catania. A rivelarlo è l’agente di scommesse Giovanni Impellizzeri, che racconta di avere parlato personalmente con Pulvirenti per realizzare l’agenzia che avrebbe consentito di “comprare” partite e ricavarne utili incredibili. «Il “magistrato” (così veniva chiamato in codice Pulvirenti, ndr) vuole divertirsi ancora» dice al telefono Impellizzeri, che rivela che il presidente è diventato sempre più “spregiudicato” al punto da voleva alterare anche il risultato del successivo incontro Brescia-Catania del 9 maggio scorso, concluso come concordato sul 4-2. La quotazione della scommessa su questo risultato era pagata dalle varie agenzie fino a 15 volte la posta. E, sempre in relazione a questa partita “comprata”, emerge che Pulvirenti (definito in questa circostanza “capocantiere”) ed Impellizzeri non informavano i giocatori del Catania (definiti “operai”) della combine organizzata non per precauzione, ma per paura: temevano che se gli “operai” avessero saputo della combine avrebbero scommesso anche loro, facendo saltare il banco della scommesse. Tracce di questi imbrogli sono in una sorta di libro mastro trovato dagli agenti della Digos di Catania nell’abitazione del procuratore Piero Di Luzio, dove sarebbero state annotate le somme utilizzate per corrompere giocatori e puntate sulle scommesse. Ed una ingente somma di denaro, oltre 100 mila euro, è stata trovata dalla polizia in casa di Impellizzeri: nascosti in un sottotetto della sua abitazione.