la Repubblica, 25 giugno 2015
Ma come funziona il “grande orecchio” della Nsa? Attenti a videogiochi, satelliti e cellulari. Tutto quello che sappiamo del sistema d’intrusione degli americani, dalla centrale d’ascolto in place de la Concorde al traffico web rubato in mare. Violate tutte le reti di sicurezza istituzionali
Per spiarci, la Nsa ha usato di tutto. Violazioni di reti informatiche, tecniche di propaganda online, monitoraggio di mail, chat, social network, videogiochi come World of Warcraft e Angry Birds, e perfino la manipolazione di alcuni degli antivirus più diffusi in commercio. Ma come ha potuto intercettare le conversazioni ai più alti livelli dello Stato francese?
È la domanda su cui i documenti pubblicati nelle scorse ore da Wiki-Leaks sono meno chiari. Eppure è decisiva. Lo scandalo che sta travolgendo le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Francia certifica infatti non solo che gli ultimi tre presidenti della Repubblica d’Oltralpe sono stati sotto controllo delle spie Usa per almeno sei anni, dal 2006 al 2012, ma anche che insieme erano sorvegliati altri soggetti di prima importanza. Tra loro, scrive Mediapart, l’ex ministro delle Finanze, Pierre Moscovici, l’ex ambasciatore francese a Washington, Pierre Vimont, e inoltre consiglieri, portavoce, funzionari di alto rango.
L’intrusione è stata tale da andare ben oltre i singoli telefoni cellulari, per spingersi fino alle linee fisse dei consulenti per l’Africa dell’Eliseo e dei ministeri di Agricoltura e Finanza, così come all’antenna del Centro di trasmissione governativa, deputato ad assicurare la sicurezza e la continuità delle comunicazioni delle più alte cariche istituzionali.
Su come ciò sia potuto avvenire, il materiale top secret rivelato dall’organizzazione di Julian Assange fornisce tre risposte: in un caso, tramite un “satellite straniero”; negli altri quattro di cui siamo finora a conoscenza, attraverso metodi «non convenzionali» o «non identificati».
Sappiamo insomma che si tratta di “Sigint”, ovvero di elementi di intelligence derivati da segnali elettronici, ma poco altro. Non resta dunque che addentrarsi nel campo delle ipotesi. Per quanto riguarda l’utilizzo di equipaggiamenti non statunitensi, il pensiero corre alle spie tedesche del Bnd, finite nell’occhio del ciclone in questi mesi proprio per le rivelazioni sulla loro collaborazione – definita «umiliante» dal settimanale Der Spiegel – con la Nsa. Per anni i servizi della cancelliera avrebbero spiato per conto della controparte Usa proprio l’Eliseo e i funzionari del ministero degli Esteri francese, attraverso la stazione di ascolto di Bad Aibling, in Baviera.
E chissà che tra i 690 mila numeri di telefono e le 7,8 milioni di ricerche IP che la Süddeutsche Zeitung considera attenzionati dal 2002 al 2013 non ci fossero anche i dati e le conversazioni che hanno scatenato la crisi attuale.
Negli altri casi, tuttavia, gli Stati Uniti potrebbero essersi arrangiati in proprio. Libération aggiunge infatti anche il contributo di una stazione di spionaggio installata, già un decennio fa, a Place de la Concorde, sede dell’ambasciata americana a Parigi ma anche di un centro d’ascolto dello “Special Collection Service” di cui si servono la Nsa e la Cia per quelle che vengono da più parti definite «missioni impossibili». Sono loro dunque i responsabili dei metodi «non convenzionali» di cui si legge nei rapporti di Wiki-Leaks? Molto probabile: come scrive il blog Zone d’Intérêt, si trova infatti in una «posizione ideale per intercettare le comunicazioni dei luoghi parigini del potere, a soli 350 metri dal Palazzo dell’Eliseo».
Se si considera che dall’archivio di Edward Snowden è emerso che tra gli 80 centri d’ascolto disseminati in tutto il mondo, di cui 19 in Europa, rientra anche quello presente a Roma, è ragionevole chiedersi come è possibile non sia avvenuto o avvenga altrettanto per le più alte cariche istituzionali italiane. Per ora, l’Espresso precisa che «non è chiaro se WikiLeaks possieda anche trascrizioni della Nsa riguardanti l’Italia e i suoi leader», ma di certo i modi per produrle non mancano.
Il Datagate ha per esempio mostrato che Nsa e Gchq, gli alleati britannici, intercettano il traffico web in transito nei cavi sottomarini in fibra ottica che trasportano tanto le comunicazioni francesi quanto quelle italiane.
Le Monde, più pragmaticamente, pensa invece ai cellulari utilizzati da svariati dei funzionari ministeriali intercettati. In molti casi, dei BlackBerry. Essendo prodotti dalla canadese Rim, ed essendo il Canada un partner della sorveglianza Nsa, potrebbe non essere stato difficile per il governo statunitense ottenere dalle autorità canadesi accesso alle informazioni in possesso dell’azienda. Ancora, pur se Nicolas Sarkozy dal 2010 ha utilizzato uno speciale telefono sicuro, il Teorem, la Nsa potrebbe averne violato le protezioni.