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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

Chi di noi non ha rimpianto, almeno una volta nella vita, di aver inviato una certa mail? Da oggi c’è un rimedio, almeno per chi utilizza Gmail, il servizio di posta elettronica offerto da Google. I suoi 900 milioni di utenti dispongono infatti di un’opzione innovativa: quella di annullare entro 30 secondi un messaggio inviato

«Voce dal sen fuggita / poi richiamar non vale» scriveva il Metastasio, riprendendo l’oraziano «nescit vox missa reverti», «la parola detta non sa tornare indietro». Da oggi non è più vero. O almeno non lo è più per i miliardi di messaggi inviati ogni giorno attraverso Gmail, il servizio di posta elettronica offerto da Google. I suoi 900 milioni di utenti dispongono infatti di un’opzione innovativa: quella di annullare una mail inviata. In realtà l’opzione era già attiva su Gmail a livello sperimentale, nella sezione «Labs», ma ora è inserita tra le impostazioni generali dell’account, alla portata di tutti. Chi di noi non ha rimpianto, almeno una volta nella vita, di aver inviato una certa lettera? Le parole dettate da un impeto di passione o di rabbia si fissano sulla carta, permangono anche quando il moto dell’animo che le ha ispirate è cessato da tempo. Così una nostra lettera d’amore scritta a vent’anni giace oggi, magari, nel cassetto di una donna che ormai per noi è una perfetta estranea. Per non parlare di certe mail partite per sbaglio, o funestate da un distratto copia-e-incolla che inserisce in un messaggio aziendale frasi d’amore rivolte a una giovane stagista (a un mio amico è successo, con problemi sia sul lavoro che fra le mura domestiche). L’opzione «annulla invio» introduce di fatto nel mondo della posta elettronica il fattore «Sliding Doors»: le mail perdono il crisma dell’irrevocabilità ed entrano nell’universo heisenbergiano dell’indeterminazione. Ad ogni mail annullata il nostro mondo si sdoppierà, prendendo binari divergenti: quello in cui la tua lettera di dimissioni è partita e hai perso il lavoro e quello in cui sei riuscito a bloccarla all’ultimo momento (e chissà quale sarebbe stato il mondo migliore). Attenzione, però: per annullare una mail – anzi, una gmail – bisogna essere veloci come razzi: il tempo utile per la cancellazione del messaggio può essere infatti impostato da un minimo di 5 a un massimo di 30 secondi. Trenta secondi, per un computer, sono un tempo lunghissimo. Molto meno per noi umani. Non sarebbe più bello avere a disposizione, che ne so, 30 minuti? O, meglio ancora, 3 giorni? Anche a pagamento, magari. Trenta secondi sono davvero pochi. E poi non vorrei che in futuro, nell’intento di migliorare il servizio, venissero attivate altre opzioni a tutela di chi invia il messaggio. Immagino già un servizio di posta elettronica che mentre scrivi una mail per mandare a quel paese il tuo capo ti chiede «sei proprio sicuro di volerla scrivere? Guarda che quello ti licenzia» o interviene nella stesura di un messaggio alla tua ragazza ricordandoti che le stesse frasi smielate le hai scritte il mese scorso ad un’altra, che le ha postate su Facebook. Continuo a pensare che il miglior antidoto all’invio di una mail sbagliata sia rileggere quello che si è scritto e riflettere bene prima di premere il tasto INVIO. Con una precauzione a costo zero come questa, il tasto «annulla» potremmo lasciarlo ai politici quando (raramente) scrivono una lettera di dimissioni. Correndo, come diceva acutamente Flaiano, il rischio che vengano accettate.